Calcio e Finanza
·20 novembre 2024
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Il tribunale del Riesame di Roma, sciogliendo la riserva, ha rigettato l’appello della Procura sul sequestro preventivo di 140mila euro nei confronti del presidente della FIGC Gabriele Gravina, indagato per autoriciclaggio. Secondo i pm, il denaro sarebbe legato, per equivalente, all’acquisto di una collezione di libri antichi di Gravina da parte di terzi.
L’istanza dei pm era stata posta all’attenzione del tribunale della Libertà dopo che il gip nel giugno scorso aveva respinto la richiesta escludendo la sussistenza del fumus del reato. Il procedimento venne avviato nel marzo del 2023 a piazzale Clodio dopo un atto di impulso della Procura nazionale Antimafia su presunti illeciti emersi dall’inchiesta di Perugia su attività di dossieraggio che coinvolge, tra gli altri, Pasquale Striano. L’oggetto del procedimento riguarda presunte irregolarità tra cui la compravendita di una collezione di libri antichi nella disponibilità di Gravina.
In relazione alla decisione del tribunale del Riesame di Roma, gli avvocati difensori Leo Mercurio e Fabio Viglione, «esprimono soddisfazione per la pronuncia, che giunge allo stesso esito del primo pronunciamento del gip del giugno scorso, e ribadiscono l’assoluta estraneità del loro assistito a qualsivoglia ipotesi di illecito».
I penalisti aggiungono che «in relazione a quanto riferito da alcuni organi di stampa, secondo cui il Tribunale del Riesame, pur rigettando il sequestro, avrebbe sposato la tesi del pm, precisano che, come esplicitato nell’ordinanza, la valutazione del collegio attiene a una mera compatibilità astratta con le ipotesi dell’accusa che non può in nessun modo rappresentare un’anticipazione di giudizio, non essendo il carattere della pronuncia volto a provare l’innocenza o la colpevolezza, ma la mera giustificazione di una misura patrimoniale confermano altresì la presentazione di una denuncia nei confronti dell’autore delle false accuse contro il presidente della Federcalcio».