Gomez: “Sono in terapia da un mese. Il Papu sta smettendo di esistere” | OneFootball

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·10 dicembre 2024

Gomez: “Sono in terapia da un mese. Il Papu sta smettendo di esistere”

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Alejandro Gomez anche conosciuto come il Papu Gomez è tornato a parlare e ha rilasciato un’intervista a Clank.

L’ex fantasista dell’Atalanta Papu Gomez è tornato a parlare della sua vita e del suo periodo di transizione tra il passato e il futuro. Ecco di seguito l’intervista rilasciata a Clank.


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Intervista Papu Gomez

“Beh, devi capire che il personaggio, forse, sta finendo, che Papu Gomez sta smettendo di esistere. Devi cercare di spegnere un po’ l’ego, cercare di sopravvivere con Alejandro. Passare dall’essere un campione del mondo a nessuno… Pensavo e dicevo dentro di me: ‘Se divento campione del mondo non giocherò mai più’. A volte vuoi certe cose, a volte le chiami e la vita te le restituisce a modo suo. Forse me le ha restituite in questo modo, dicendomi: ‘Ok, diventerai campione del mondo, spettacolare, ma dovrai fare i conti con questo’. Non si sa mai”.

Come sta cercando di trascorrere il suo tempo? “Ho iniziato a giocare a padel perché non volevo essere completamente sommerso dal calcio. Ricomincio, torno a essere un ragazzino che vuole debuttare. Preferisco che il Papu si ritiri e che Alejandro continui la carriera. Voglio lasciare da parte il personaggio e ricominciare. Che sia un anno, due anni. Forse giocherò tre partite e poi mi ritirerò”.

Come ha gestito la notizia della sua positività? “Non volevo dirlo a nessuno due giorni prima della finale del Mondiale perché mi sembrava molto egoista e ho preferito farlo dopo il match. Ne ho parlato in albergo e poi con i miei avvocati in Argentina. Quando ho parlato con la CELAD, mi hanno detto che ci sarebbero voluti tra i quattro e i sei mesi. Alla fine tutto si è trascinato per 10 mesi, andavo ad allenarmi con il Siviglia, sapevo che un giorno mi sarei svegliato con la notizia che Papu Gomez era stato sospeso”.

Come vive senza calcio? “Quando non si è abituati a stare a casa, come è successo a me due giorni su sette, ci si adatta. Ora ho dovuto adattarmi alla routine, agli orari, ai bambini a scuola, alle attività. Mi piacevano molte cose e a volte non sopportavo più nessuno e finivo per esplodere. Ho iniziato la terapia un mese fa, mi piace, penso che sia d’aiuto e quando si vive un’esperienza simile alla mia è bene avere il sostegno di qualcuno all’esterno”.

Ci sono dei lati positivi? “Il Tanque Denis quando la sospensione è passata mi ha invitato a giocare a padel con un gruppo di argentini ed ex giocatori. Ho preso lezioni, sono migliorato, ho giocato con professionisti, ma ho esagerato e giocavo 2-3 match al giorno, passavo 3 ore sui campi per non pensare ad altre cose. Il padel mi ha salvato la vita, ho conosciuto persone mai incontrate prima, mi ha aperto molto la mente, ero nella mia bolla, mi chiudevo in casa, non uscivo, ero il capitano. Ho conosciuto più persone in un anno che in sette anni di vita a Bergamo”

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