Calcio e Finanza
·20 gennaio 2025
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·20 gennaio 2025
Oltre 9 miliardi di euro ai valori correnti. È questo – scrive L’Economia de Il Corriere della Sera – il valore complessivo delle grandi partecipazioni finanziarie custodite da Delfin (la cassaforte della famiglia Del Vecchio) in Unicredit (2,7%), Generali (9,9%), Mediobanca (19,7%) e Mps (9,8%). Quei 9 miliardi rappresentano circa il doppio di quanto Delfin ha investito nei quattro istituti nel corso degli anni.
Alla base, una strategia in linea con quella che ha sempre visto un bilanciamento tra gli investimenti industriali (Essilux, Covivio, 80% del totale) e quelli finanziari (20%), così come aveva immaginato Leonardo Del Vecchio. L’obiettivo è investire in realtà che Delfin conosce bene, e giocare da protagonista nelle partite più importanti per il sistema finanziario nazionale.
Delfin ha già Essilorluxottica che garantisce la crescita del valore del capitale, ma rimane un investitore. E le partite finanziarie devono anche avere un ritorno. I dividendi incassati nel 2024 hanno superato il miliardo – quasi 1,2 miliardi per l’esattezza – per la prima volta nella storia della holding, con il 50% proveniente proprio dalle partecipazioni finanziarie. Delfin è ormai al centro delle partite bancarie, settore che nell’ultimo anno è stato travolto da un’ondata di trasformazioni.
La cassaforte vuole avere un posto in prima fila nella finanza nazionale e sostenerne ambizioni e crescita dimensionale nel contesto europeo e internazionale; avere voce e peso anche senza un ruolo attivo. L’attenzione è alta nella valutazione dei progetti che le vengono di volta in volta proposti ma se i suoi investimenti finanziari sono dei punti nella mappa della finanza, non sarà lei a unirli.
In questo momento uno dei dossier caldi è Generali, che nel CdA fissato per oggi presenterà ai consiglieri il progetto di una nuova piattaforma nell’asset management. Un piano che, se approvato, passerà attraverso una combinazione di Generali investment holding con Natixis investment management per fare nascere un gruppo nel risparmio che gestisce masse per 1.800 miliardi, secondo in Europa dopo la francese Amundi. L’attenzione di Delfin è alta.
Il fronte futuro sarà quello del Monte dei Paschi dove Delfin ha investito proprio perché l’assetto dell’istituto di Siena è in piena evoluzione dopo la privatizzazione da parte dello Stato e l’ingresso, oltre a Delfin, del gruppo Caltagirone, di Banco Bpm e il rafforzamento della piattaforma di risparmio gestito Anima holding. Delfin è ormai una realtà con un patrimonio di oltre 46 miliardi, cresciuto più del 70% negli ultimi due anni, data della scomparsa di Del Vecchio e della conferma al vertice di Francesco Milleri, presidente di Delfin oltreché presidente e CEO di Essilux.
La maggiore riserva aurea custodita nella holding resta Essilux che da sola vale 33 miliardi e che presenta ancora grandi margini di crescita attorno alla visione degli smart glass e del med-tech. Generali pesa per 4 miliardi, Mediobanca per 2,3, Unicredit 1,5, Monte Paschi rappresenta 800 milioni. Poi c’è il gruppo immobiliare Covivio che vale 1,6 miliardi.