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·22 dicembre 2019

Gli anni ’10 dei club: il 2010, l’anno del Triplete dell’Inter

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Gli anni ’10 non sono stati i più esaltanti per il calcio italiano e a livello europeo è arrivato solo un trofeo, ma quello che fece l’Inter nel 2010 fu davvero qualcosa di epico. Con José Mourinho al secondo anno sulla panchina nerazzurra, la squadra venne rivoluzionata tra l’estate e gennaio con l’acquisto di ben sei nuovi titolari. Lúcio, Thiago Motta, Pandev, Sneijder, Eto’o e Milito, ecco i nuovi arrivati e tutti diedero un contributo importantissimo alla Beneamata. Dopo aver chiuso il girone d’andata da dominatrice assoluta l’Inter dedicò il suo 2010 alla Champions League e questo portò a un grosso calo in Serie A, tanto che l’innumerevole sfilza di pareggi fece sì che la Roma si portò in vetta al campionato per un paio di turni. La sconfitta dei giallorossi all’Olimpico contro la Sampdoria però fu decisiva e a Siena fu Diego Milito a firmare la vittoria, dopo che l’argentino aveva già segnato una rete favolosa nella finale di Coppa Italia vinta ai danni della Roma. Se in campionato il passo era diventato zoppicante, in Champions invece si vide una squadra fantastica. Con l’arrivo a gennaio di Goran Pandev, in concomitanza con la convocazione di Samuel Eto’o alla Coppa d’Africa, il tecnico portoghese iniziò a vedere la possibilità di un nuovo modo di giocare. Non più il rombo che aveva caratterizzato i vari Scudetti, ma un 4-2-3-1 con il macedone e il camerunese sugli esterni, con Maicon ala aggiunta da dietro, e Sneijder vero e proprio regista avanzato alle spalle di Milito. Il cervello di Cambiasso, Thiago Motta e Zanetti al centro permetteva grande equilibrio tra i vari reparti e Lúcio e Samuel in difesa furono insuperabili, ben coperti anche da un super Júlio César. Negli ottavi di finale ci fu la sfida considerata impossibile contro il Chelsea di Carlo Ancelotti, ma Milito e Cambiasso resero vano il pareggio di Kalou. Certo che il 2-1 di San Siro non poteva lasciare troppo sereni. Per molti la vittoria nerazzurra in Champions avvenne qualche settimana dopo quando a Stamford Bridge la squadra fu in grado di soffrire, difendersi, ma anche attaccare esprimendo un bel gioco e da un lancio di Sneijder fu Eto’o a freddare Turnbull per lo 0-1 finale. Il seguente sorteggio sorrise all’Inter che pescò il Cska Mosca e con due 1-0, molto più rotondi nel gioco che non punteggio, si regalò la semifinale contro i marziani e campioni d’Europa del Barcellona.

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A San Siro però ci fu la gara dell’anno con il popolo meneghino che spinse i nerazzurrri a un’impresa favolosa. Dopo l’iniziale vantaggio di Pedro tutto sembrava già compromesso, ma Wesley Sneijder trovò il pareggio poco dopo e con un fantastico contropiede orchestrato da Pandev e Milito, fu Maicon a concludere con la punta del destro e battere Víctor Valdés. Milito rese ancora più epica la serata con un colpo di testa da pochi passi e il 3-1 permetteva ai ragazzi di Mourinho di credere nell’impresa. Il portoghese fu geniale nella gara di ritorno, quando trasformò il modo di giocare, da offensivo a ultra catenacciaro e anche in questo caso la tattica pagò. Lo 0-0 non si schiodò fino a pochi minuti dalla fine quando Piquè trovò l’1-0, ma i successivi attacchi si spensero sul muro nerazzurrro. La sconfitta più bella e indolore della storia interista aveva fatto sì che si staccasse il biglietto per la finale di Madrid con il Bayern Monaco. Una classica del calcio internazionale, una sfida attesissima non solo per i club, ma anche per le federazioni perché la vincente avrebbe portato a quattro le squadre in Champions League anche per l’annata 2011-12. All’Inter questo però non interessava e con una partita giocata sul contropiede stese i tedeschi. Robben fece ammattire Chivu e Júlio César dovette compiere grandi interventi, ma alla fine a decidere il tutto ci fu sempre lui, El Principe Milito. Una doppietta favolosa con la quale infilò Butt piegando così la resistenza bavarese. Quarantacinque anni dopo l’ultima volta l’Inter era campione d’Europa e mai nella storia del calcio italiano una squadra era riuscita a vincere tutti i trofei a disposizione della stagione.

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