Riserva di Lusso
·12 agosto 2021
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Di un certo Gianluca Busio in orbita Serie A si parlava ormai da qualche mese, con prima l’interessamento del Sassuolo e poi quello del Venezia neopromosso. Quello che conta, però, è che quell’uccellino dalla spunta blu di Fabrizio Romano ha cantato: tutto fatto, Busio giocherà in laguna.
In America lo salutano a malincuore, mentre in Italia lo accoglie la solita schiera di fantallenatori a caccia del colpo grosso per l’asta. Ma chi è Gianluca Busio? E soprattutto, perché ha grandi possibilità di fare bene nel nostro campionato?
Com’è facile da dedurre, Gianluca Busio ha origini italiane: se la madre è afroamericana, il padre è un bresciano doc che si è trasferito negli States solo dopo aver raggiunto la maggiore età. Lui nasce nel 2002 a Greensboro, nella Carolina del Nord, ma l’Italia ha sempre avuto un posto speciale nel suo cuore. Non è solo la meta delle sue vacanze estive, con parenti e amici di lunga data, ma anche il Paese del Calcio con la “C” maiuscola. E buon sangue non mente:
Le mie origini hanno giocato un ruolo importante. In Italia il calcio è lo sport principale: tutti guardano ogni partita. Io sono cresciuto con mio papà che è un grande tifoso dell’Inter, così ogni volta che la facevano vedere in tv la guardavamo insieme. Questo mi ha spinto a voler diventare come i professionisti che vedevo in televisione, così un giorno mio padre avrebbe potuto guardare me.
La passione che suo padre gli ha trasmesso inizia a dare i suoi frutti quando nel 2016 Gianluca saluta il North Carolina Fusion e il dilettantismo per entrare a far parte del vivaio dello Sporting Kansas City. Non soffre affatto l’impatto del salto di qualità, anzi, riesce a impressionare la franchigia. A questo punto, però, si presentava una situazione spinosa per il club: essendo in proprietà di un passaporto comunitario e non avendo ancora firmato un contratto da professionista, Busio avrebbe potuto liberarsi a zero e fare le valigie per l’Europa in qualsiasi momento (lo stesso stratagemma che aveva permesso al Borussia Dortmund di soffiare le stelline Christian Pulisic e Gio Reyna alle academy a stelle e strisce). Prima che sia troppo tardi lo Sporting KC si muove per mettere nero su bianco e nel 2017, a soli 15 anni e 89 giorni, il ragazzino di Greensboro diventa il secondo giocatore più giovane – almeno per allora – a firmare un contratto da professionista in MLS dopo Freddy Adu.
Gianluca Busio in azione contro Orlando City (Foto: Nick Tre. Smith/Icon Sportswire via Imago – OneFootball)
Un po’ di warm up con lo Swope Park Rangers, la seconda squadra della franchigia, poi subito in rampa di lancio con la prima squadra. Coach Peter Vermes racconta:
Avevo già in testa un piano di crescita per lui, volevo gestirlo tra la seconda e la prima squadra. Una volta finita la preseason ho dovuto buttare il mio piano perché lo aveva totalmente scombussolato.
Esordisce il 28 luglio 2018 subentrando a 13′ dal termine nel match del Children’s Mercy Park contro Dallas. La giornata successiva è già titolare in trasferta a Houston. E proprio contro i Dynamo ha segnato il suo ultimo gol con la maglia dello Sporting Kansas City, pennellando fino all’incrocio dei pali una punizione dai 25 metri.
La sua avventura con KC si conclude con numeri da giocatore già affermato: 70 presenze, 8 gol e 9 assist. Ma non ne abbiamo ancora citato uno (di numero), ovvero il 10, quello che aveva richiesto a gran voce e ottenuto alla vigilia della stagione 2020/21. E le spalle si sono dimostrate larghe abbastanza per portare il suo peso…
In virtù del doppio passaporto, Busio ha avuto la possibilità di scegliere se giocare per gli Stati Uniti o per l’Italia. Ai tempi del suo debutto con la prima squadra dello Sporting Kansas City entrambe le nazionali si apprestavano ad assistere al Mondiale di Russia 2018 da casa, rei di aver mancato l’obiettivo qualificazione. Allo stesso modo, entrambi i movimento hanno saputo rialzare la testa: l’Italia l’ha fatto grazie alla guida tecnica di Roberto Mancini, che ha scacciato fantasmi e stereotipi; gli USA invece ci sono riusciti sovvertendo le gerarchie interne al sistema, puntando sulle academy e sui loro prodotti.
La risposta? Più che positiva. Dopo il “caso Busio”, le squadre di MLS hanno messo sotto contratto moltissimi altri ragazzi promettenti. Basti pensare che l’italo-americano è sceso alla sesta posizione nella classifica dei più giovani a firmare un contratto da professionista: a superarlo sono stati Joe Scally (New York City, ora al Borussia Mönchengladbach), Emmanuel Ochoa (San Jose Earthquakes), Gabriel Slonina (Chicago Fire) e Bento Estrela (New York Red Bulls). Cresce la fiducia nei giovani e ne giova tutto il movimento. Con la USMNT rinnovata arriva la vittoria nella primissima edizione della CONCACAF Nations League.
La lunga estate di Gianluca inizia dunque con una grande gioia nelle vesti di tifoso, ma si concluderà con qualcosa di più grande. A luglio riceve la chiamata del c.t. Gregg Berhalter: c’è la Gold Cup da giocare. E come gli era successo in Kansas, anche in nazionale brucia le tappe passando da essere un esordiente a un inamovibile perno del centrocampo americano. Gioca tutte le partite del torneo, servendo anche un assist nella goleada a Martinica. Nella finalissima di Paradise gli Stati Uniti si impongono sugli eterni rivali del Messico (com’era successo appena due mesi prima) e la carriera internazionale di Busio inizia nel migliore dei modi: con una medaglia d’oro al collo.
Gianluca Busio protagonista alla sua prima Gold Cup (Foto: Robin Alam/Icon Sportswire via Imago – OneFootball)
Durante i festeggiamenti negli spogliatoi, poi, il compagno di squadra Reggie Cannon si è lasciato sfuggire uno spoiler sul futuro di Busio: “Venezia! Venezia!“. Il classe 2002 cerca subito di fermarlo, ma ormai il video sta già facendo il giro di tutti i social. Poco importa, quella era la ciliegina sulla torta che di lì a poco tutti avrebbero conosciuto.
Busio non è l’unico colpo che il Venezia ha messo a segno dalla Major League: c’è l’italo-canadese Damiano Pecile in prestito dai Vancouver Whitecaps e Tanner Tessmann ex Dallas. Tutti e tre centrocampisti, tutti e tre diciannovenni e tutti e tre fortemente voluti dal presidente Duncan Niederauer – che guarda caso viene dall’America. Nelle gerarchie, però, Busio non può che partire favorito sugli altri due. La sola parte fissa dell’accordo che gli arancioneroverdi hanno stretto con il Kansas (6 milioni di euro) è quasi il doppio dell’esborso totale per Tessmann; se poi consideriamo gli eventuali bonus (fino a 4 milioni aggiuntivi) si capisce che la società ha fatto un investimento ragionato.
Anche sul campo può giocarsi qualche carta in più, forte della sua duttilità che lo mette nelle condizioni di svariare su tutta la linea mediana e sul fronte offensivo. Nelle giovanili e nel suo anno da rookie era prettamente un giocatore offensivo, in grado di recuperare palla in pressing e creare pericoli alle retroguardie avversarie. Ultimamente ha preferito fare qualche passo indietro verso il centrocampo, in modo tale da sfruttare le sue grandi doti palla al piede. Vermes lo ha paragonato al primo Andrea Pirlo:
Gianluca ha ottime qualità: è dinamico, atletico, può coprire tanto campo. È bravissimo con la palla, sia in fase di possesso che durante i contropiedi e sa dare l’ultimo passaggio e calciare dalla distanza. Anche Pirlo ha iniziato da trequartista, poi è stato arretrato. E a Busio le abilità difensive non mancano. Quando si tratta di difendere in uno contro uno ha una progressione spaventosa.
Insomma, Busio è un giocatore completo, come dimostra la sua heatmap stagionale in MLS.
Heatmap di Gianluca Busio, MLS 2021 (Fonte: sofascore.com)
Con un giocatore così in rosa Paolo Zanetti può sfregarsi le mani: nel suo 4-3-3 può schierarlo sia da play basso che da mezzala; e con tutto quell’estro non sfigurerebbe neanche nel tridente, perché no? Non sarà una stagione semplice per il Venezia, la salvezza va conquistata a suon di sgomitate. Bisogna provarle tutte per rimanere in A e, a prescindere da come andrà a finire, Gianluca Busio sarà stata una prova piacevole.