Calcio e Finanza
·13 dicembre 2023
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·13 dicembre 2023
Il giorno tanto temuto è arrivato. Nel pomeriggio odierno, mercoledì 13 dicembre, il Parlamento europeo voterà per implementare il regolamento che abbatte una delle ormai poche barriere territoriali rimaste tra gli stati membri dell’Unione europea: il geo-blocking.
I cosiddetti “blocchi geografici” sono già limitati su una vastità di settori, ma se lo sblocco fosse esteso anche ai servizi streaming di film ed eventi sportivi, un utente italiano non sarebbe più obbligato ad abbonarsi a piattaforme che offrono il servizio sul mercato italiano per vedere le partite, ma potrebbe farlo all’estero trovando offerte più convenienti.
Si tratterebbe di una vera e propria rivoluzione, specialmente sul mercato dei diritti televisivi, considerando che attualmente le licenze vengono assegnate sulla base di un’esclusività territoriale che andrebbe di fatto a cadere con le nuove norme. I detentori dei diritti sarebbero costretti a contrattare a livello europeo e non più a livello nazionale le licenze, cambiando in toto l’ecosistema attuale.
Come è noto, la proposta europea ha l’obiettivo di rafforzare il mercato unico e includere i prodotti che ancora conservano un’esclusività territoriale, giustificandola con la necessità di preservare la diversità culturale e linguistica, ma anche per ragioni economiche. Va però considerato che esistono contratti firmati, anche per gli anni a venire, dei quali bisognerà necessariamente tenere conto anche in caso di un’eventuale modifica del regolamento.
Dopo l’anticipazione di Calcio e Finanza sul voto, è arrivata forte la reazione della Lega Serie A. L’amministratore delegato Luigi De Siervo ha commentato: «Ci opponiamo strenuamente all’abolizione del geo-blocking perché metterebbe a serio rischio la sostenibilità economica del settore calcio e film in tutta Europa, cancellerebbe le diverse identità distributive nazionali e conseguentemente porterebbe un indebito vantaggio alle grandi piattaforme OTT americane come Netflix, Amazon, Disney etc».
«Tutti i più importanti operatori del mondo sportivo, dalle Leghe ai broadcaster, ma anche l’intero comparto cinematografico, hanno capito il rischio di un simile provvedimento e hanno firmato un appello pubblico, proprio perché questa decisione andrebbe contro ogni logica e impatterebbe in modo negativo sugli stessi consumatori, che avrebbero meno scelta di contenuti con un aumento conseguente dei prezzi», ha aggiunto.
«Vogliamo restare ottimisti, visto che vi sarebbero conseguenze irreparabili eliminando l’utilizzo del geo-blocking, che serve proprio per proteggere il nostro prodotto e la nostra cultura», ha concluso De Siervo a proposito della possibile rivoluzione.
A questa misura si sono opposte diverse grandi realtà italiane ed europee. In 619 – comprese la Lega Serie A, Sky e DAZN, ma anche la UEFA – hanno firmato una lettera aperta per lanciare un appello ai parlamentari europei e convincerli a votare no alla richiesta di includere anche i servizi audiovisivi nella regolamentazione sul geo-blocking.