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·9 maggio 2025

Genoa, Vieira: “Io e il Genoa, lo stesso Dna. Andrò a Monaco per la finale di Champions. Sul Napoli…”

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“Il Napoli è una squadra forte, con giocatori di altissimo livello”, spiega Vieira a La Gazzetta dello sport. “Giocare contro di loro è sempre stimolante. Per noi sarà una grande occasione per dimostrare il nostro valore davanti a un avversario di spessore”.

Genoa, Vieira: “Io e il Genoa, lo stesso Dna. Andrò a Monaco per la finale di Champions. Sul Napoli…”

Il tecnico rossoblù racconta la salvezza, il suo metodo, il futuro e il tifo tra Inter e Psg.


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Patrick Vieira e il Genoa, un binomio che funziona. L’ex campione di Arsenal, Inter e Juventus ha preso il timone del Grifone a stagione in corso e, in soli 170 giorni, ha cambiato il volto della squadra: 29 punti in 23 partite, salvezza raggiunta con largo anticipo e un’identità forte, che rispecchia perfettamente la sua visione calcistica.

“È bastata una settimana – racconta – per capire che avevo fatto la scelta giusta. Il gruppo aveva il giusto atteggiamento. Ho semplificato tutto: passaggio dal 5-3-2 al 4-3-3, fiducia nei giovani e ricerca della stabilità. Da lì è iniziata la rimonta.”

Una rivoluzione silenziosa Con numerosi infortuni, soprattutto in attacco, Vieira ha reinventato il Genoa:

Zanoli da terzino ad attaccante

Miretti esterno sinistro

Thorsby trequartista

Pinamonti sacrificato in fase difensiva

“Tutti parlano di un Vieira difensivista. Ma quando ti mancano tutti gli attaccanti, cosa fai? Il nostro dna è intensità e passione. Qui se sbagli un passaggio, il pubblico ti sostiene comunque. È per questo che la gente ama Masini, Frendrup, Vasquez.”

“Io e il Genoa, la stessa anima” Vieira ha trovato al Ferraris ciò che raramente aveva vissuto altrove: empatia totale con l’ambiente.

“Qui si gioca con il cuore. Non ho mai sentito una connessione così forte tra il mio modo di vedere il calcio e quello del club. A Genova uso il ‘noi’, mai l’‘io’. La gente mi ferma per strada anche dopo una sconfitta: ‘Mister, ci siamo divertiti’. È una cosa bellissima.”

Giovani, fiducia e futuro Nonostante la pressione del risultato, Vieira ha dato spazio ai giovani:

“Venturino, Ekhator, Masini. I giovani devono poter sbagliare. Serve coraggio e una società consapevole. Io ci credo, ma l’equilibrio tra giovani ed esperti è fondamentale. A fine stagione parleremo con Blazquez e Ottolini per il futuro. Ora c’è il Napoli.”

Modelli: Atalanta e Bologna, ma serve tempo “Quelle società sono avanti anni rispetto a noi. Il Genoa è all’inizio di un nuovo ciclo. La stabilità è la base per costruire qualcosa di duraturo.”

L’eredità dei grandi maestri “Wenger è stato fondamentale: dialogo continuo coi giocatori. Mourinho, Mancini, Capello… ognuno mi ha lasciato qualcosa. E poi le esperienze nei settori giovanili di City e Strasburgo: lì ho imparato a lavorare davvero con i ragazzi.”

Razzismo e inclusione “Il calcio in campo è spesso un esempio di diversità. Ma fuori non è così. Servono più opportunità per tutti, anche nel giornalismo. Il cambiamento c’è, ma è troppo lento. Dobbiamo scegliere le persone per ciò che sono, non per come appaiono.”

La finale di Champions? “Io ci sarò” “Sarò a Monaco. Da bambino tifavo Psg, per colpa di Weah, Rai, Ginola. Ma dentro di me c’è anche l’Inter: a Milano ho vissuto tre anni e mezzo bellissimi. Chiunque vinca, sarò felice. Meritano entrambi.”

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