Calcio e Finanza
·18 gennaio 2025
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Dan Sucu è il primo imprenditore rumeno a diventare proprietario di un club nei cinque maggiori campionati di calcio europei. Del suo Paese, ne ha parlato lo stesso proprietario del Genoa in un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore, dicendo che «ci sono almeno altri 20 grandi imprenditori privati pronti a investire anche al mio fianco, se glielo chiedessi. L’importante per noi tutti è proseguire in questo percorso di liberalizzazione e di vera integrazione con l’Unione europea».
Proprio per questo Sucu immagina nuove sinergie tra le Leghe calcistiche italiana e rumena, come pure a livello imprenditoriale, tra la Confindustria italiana e l’associazione equivalente che raggruppa le aziende private del suo paese di cui è presidente dal 2021, la Confederația Patronală Concordia.
L’investimento nel Genoa, racconta Sucu, è stato repentino di fronte al grave fabbisogno finanziario del club, dopo che il fondo 777 Partners (proprietario dal settembre 2021) aveva dismesso le sue attività calcistiche. Sucu ha deciso di investire in prima persona sobbarcandosi l’aumento di capitale da 40 milioni deliberato lo scorso 14 dicembre. Un aumento non sottoscritto da A-Cap, la società assicurativa USA, tra i principali creditori di 777 Partners, «e non saprei dirne la ragione», ha detto il patron del Grifone.
A-Cap contesta però l’operazione e minaccia azioni legali. Minacce che non preoccupano Sucu, concentrato a dimostrare con i fatti la bontà del suo progetto. «Lo sport resta il core business. Attorno al campo e ai risultati, tuttavia, dobbiamo progressivamente potenziare l’azienda Genoa, destinata a diventare il club guida di una nuova multi-club ownership che avrà subito un alleato nel Rapid Bucarest e che in futuro avrà legami con altre realtà dell’Europa, anche all’Est», ha spiegato.
«Inizialmente attraverso delle partnership e poi magari con investimenti azionari. Ma nella moderna football industry questa è una strada obbligata. Queste sinergie permetteranno di creare valore a livello di giocatori da trovare e addestrare, di sponsorizzazioni, merchandising e tanto altro». In questo percorso potrebbero essere coinvolti un giorno altri soci. Più difficilmente fondi. «Vedo bene i fondi se accompagnano un imprenditore a crescere. Meno bene quando sono i soli proprietari di un club», ha spiegato.
La crescita del Genoa passerà anche da un ammodernamento dello stadio Ferraris: «A Bucarest abbiamo uno stadio da 15mila posti, un po’ piccolo, ma nuovo ed efficiente, da poco realizzato dal Comune. Qui a Genova dobbiamo lavorare per migliorare lo stadio. Anche se ho già intuito come la burocrazia, ancora più che in Romania, possa rappresentare un freno per questo genere di operazioni».
Infine, un pensiero sulla ricerca di una stabilità e di un costante equilibrio economico: «Chi l’ha detto che per fare calcio a certi livelli si devono perdere soldi? Noi dobbiamo perseguire l’efficienza e attraverso l’efficienza raggiungere obiettivi sportivi sempre più ambiziosi. Il mio calcio si basa su questi principi. E dalla fiducia che ripongo negli attuali dirigenti del club e in quelli sportivi che sono arrivati con me, come l’ex campione Razvan Rat. Ecco, con i tifosi prendo questo impegno: metteremo serietà e competenza a servizio del futuro del Genoa».
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