DirettaCalcioMercato
·4 ottobre 2024
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Il tecnico del Genoa, Alberto Gilardino, è intervenuto in conferenza stampa per presentare la partita di domani contro l’Atalanta.
Sei partite, cinque punti, tanti dubbi da risolvere in fretta. Il Genoa sta passando un periodo tutt’altro che sereno, dentro e fuori dal campo, tra risultati scarni e una situazione societaria irresoluta (trovano conferme le voci su un possibile cambio di proprietà, nel frattempo). Nonostante questo, è obbligatorio unire le forze e voltare pagina: la Serie A non aspetta, l’Atalanta non perdona. Il prossimo impegno del Gewiss Stadium sarà un crocevia importante nel percorso del Grifone: lo sa anche il tecnico rossoblù, Alberto Gilardino, che ha presentato così l’incontro di domani.
Come è stata questa settimana di allenamenti? Si arriva da due settimane difficili dal punto di vista dei risultati e degli infortuni.
“Premesso che abbiamo fatto i primi due giorni a Pegli e poi siamo venuti a Veronello. c’è stato modo in questi tre giorni di rimanere uniti e vedere una squadra vogliosa di dare continuità al lavoro fatto nei mesi, nella voglia di riscattarsi, fare una prestazione e avere un atteggiamento positivo. Questa è la nostra volontà anche per la partita di domani. Gli infortunati sono qua con noi, Badelj, Messias ed Ekuban: c’è stata la volontà di seguire la squadra e stare tutti insieme per far sì che i più giovani e per chi è arrivato all’ultimo si inserisca in questo gruppo”.
C’è un modo di far rendere di più le punte?
“E’ una questione di caratteristiche in questo momento ma non di moduli. Di atteggiamento e propensione dentro la partita. Di spingere quando c’è da spingere e sapersi difendere come spesso abbiamo fatto in precedenza. Poi è normale che gli attaccanti devono mettersi a disposizione della gara e allo stesso tempo la squadra deve saperli valorizzare nell’attacco della profondità e sulle palle laterali. E’ una cosa su cui stiamo lavorando e desideriamo migliorare”.
Vi siete dati qualche spiegazione riguardo ai recenti infortuni muscolari?
“La verità è che in questo momento siamo corti. La correlazione è che, settimana più settimana meno, la scorsa stagione in questo momento dell’anno abbiamo avuto diversi infortunati. E’ difficile trovare le cause. Se si va sui singoli, si può pensare di Badelj che ha giocato la terza partita in una settimana. Frendrup è un anno e mezzo che non si ferma fra nazionale, viaggi, allenamenti e partite. E’ tantissimo tempo che non aveva problemi. Junior ed Ekuban sono due giocatori che sarà compito mio gestirli nel modo migliore. Malinovskyi è stato un infortunio totalmente diverso e inaspettato”.
Hai detto nei giorni scorsi che questo è il momento più difficile da quando alleni il Genoa.
“Quando ho parlato di momento difficile, mi riferivo al fatto che quando perdi a Venezia in quel modo, esci in Coppa Italia nel derby e poi perdi in casa con la Juve…abbiamo vissuto settimane migliori. Siamo una squadra molto arrabbiata, siamo incazzati per come si sono vissuti questi giorni. Ma fino ad una settimana riprendevamo all’ultimo la Roma e un mese fa tenevamo botta all’Inter.
In questi momento, dove sembra sia tutto storto, bisogna avere la lucidità e la calma pensando che domani è la settima giornata. Abbiamo cambiato tanto. Sono arrivati giocatori giovani, ci vuole pazienza. Allo stesso tempo dobbiamo essere responsabili in questo momento. Io sono il primo ma anche i ragazzi lo sanno che ci vuole responsabilità per indossare questa maglia. Più riusciremo come gruppo squadra ad essere collegati e uniti col nostro popolo e più riusciremo a crescere e fare punti necessari per raggiungere l’obiettivo, E’ naturale che in questo momento dobbiamo metterci l’elmetto, ci sarà da battagliare e avere grande determinazione e ancor di più aver massima attenzione dentro la gara nella cura dei dettagli. Si vede che quello che stiamo facendo non è sufficiente e dobbiamo avere di più cura dettagli e dei particolari”.
Ha parlato con la dirigenza?
“Ho avuto modo di parlare con Ottolini e Marco Rossi. Ieri sono arrivati anche Blazquez e Ricciardella. Ora però ho cose più importanti a cui pensare. La priorità ora è la squadra, sono i ragazzi. Bisogna tirare fuori il massimo in questo momento. Questo è lo sforzo più importante che stiamo facendo in questo momento”.
Alberto Gilardino, X Genoa
Conferma che Messias non recupera?
“Frendrup, Badelj, Messias e Ekuban sono con noi ma sono fuori dal terreno di gioco in questo momento. Saranno da valutare ora che c’è la sosta”.
In base a questo ha idea di provare a cambiare modulo?
“Credo di averlo fatto capire anche prima. In questo momento non sono tanto i numeri ma l’interpretazione che vogliamo dare, quanti duelli che vogliamo vincere e la foga agonistica che abbiamo quanto vogliamo difenderci nella nostra metà campo, senza commettere errori. Questo fa la differenza. Poi, da parte mia, in questi anni c’è stata volontà di modellarsi. Ora è importante dare certezze, dare continuità e curare i particolari e i dettagli”.
Dopo la partita con la Juventus ha parlato di alcuni giocatori da cui si aspetta qualcosa di più. Negli allenamenti ha già visto qualcosa da questi ragazzi?
“E’ naturale che i giocatori vogliano fiducia. Ma, nel momento in cui in allenatore gliela dà, devono dimostrare. Mi aspetto molto da chi scenderà in campo domani e da chi sarà in panchina ma poi per una serie di cose sarà utilizzato. In questo momento siamo corti, la coperta è corta. Non è un alibi ma solo una cosa concreta e tangibile. Allo stesso tempo però dobbiamo tirare fuori il massimo da chi abbiamo a disposizione. Mi aspetto molto da chi sarà in campo e da chi ha giocato meno”.
L’Atalanta ha giocato mercoledì in Champions League: che avversario si aspetta?
“L’Atalanta è una squadra completa in tutto e per tutto. Ha un modo di giocare veramente dinamico, ha grande fisicità, ha giocatori che sanno determinare nella partita e giocatori di gamba sui quinti. L’altra sera sono stati spaventosi con lo Shakhtar per modo di interpretare la partita e modo di attaccare. E’ una squadra da mal di testa, ma allo stesso tempo ma noi vogliamo battagliare contro una squadra che farà un altro tipo di campionato ma vogliamo starci dentro e provarci”.
Ha reintegrato Melegoni. Le chiedo: ha parlato col ragazzo?
”Filippo lo abbiamo reintegrato. Si allenava con la squadra da diverse settimane. Da come avete capito nelle conferenze precedenti, io ho sempre fatto capire che andare a trovare degli svincolati pronti non è facile in questo momento anche perché a noi ora servono giocatori pronti e non che siano pronti fra due o tre mesi precludendoci magari la possibilità a gennaio di trovare giocatori utili alla squadra. E’ tutto molto semplice perché Melegoni è un giocatore che, anche domani, potrà darci una mano”.
Sul mercato di gennaio avete già qualche idea?
“Siamo troppo distanti. Manca tanto tempo. Per me il tempo è prezioso e dobbiamo pensare a domani e al lavoro sul campo”.
L’importanza di Ekuban.
“Caleb l’ho ritenuto parte integrante di questo progetto già da giugno nella batteria dei cinque attaccanti. Questa era l’idea. Ha caratteristiche completamente diverse dagli altri, sapendo però il suo vissuto a livello fisico. All’inizio, parlando di Ekuban e Messias, mi riferivo a quello: andranno gestiti e li dovrò gestire io settimana dopo settimana per portarli alla partita. Se voglio farli giocare titolari mi dovrò comportare in un certo modo in settimana, se li dovrò far rifiatare e giocare gli ultimi trenta minuti dovrò comportarmi diversamente. Sono situazioni in cui dovrò essere bravo io a gestirli, sono giocatori importanti nell’economia della squadra”