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·2 ottobre 2024
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La Gazzetta dello Sport ha fornito i seguenti aggiornamenti sull’inchiesta riguardante gli ultras milanesi: “I capi ultras di Inter e Milan erano riusciti a “trasformare San Siro in un territorio franco, fuori da ogni controllo di legalità” scrive il gip Domenico Santoro, nell’inchiesta che lunedì ha decapitato le due curve. Non solo “reati da stadio”, scontri con i tifosi avversari (gli interisti erano pronti ad “addestrarsi” per formare una prima linea dura, seguendo l’esempio degli hooligans della Polonia). Si “puntava ad ogni attività economica”, grazie ad un “patto di non belligeranza” che – siglato per arginare la violenza degli anni 80 – è poi diventato l’ombrello degli interessi comuni. Un giro d’affari gigantesco (nelle intercettazioni gli indagati parlano, forse esagerando, di “milioni di euro”) che passava dai parcheggi, con estorsioni da 4 mila euro al mese, pressioni sul catering del Meazza, racket sugli ambulanti dei panini fuori dallo stadio, fino alle birre scontate e rivendute per fare cassa. Soprattutto, però, passava dal “tesoro” dei biglietti.
Per la Procura, l’Inter “alternando atteggiamenti variabili tra agevolazione colposa e sudditanza, intrattiene (indirettamente) rapporti con la criminalità organizzata e con la criminalità da stadio, incapace di interrompere in maniera netta tali relazioni”, si legge nelle carte dell’inchiesta, che i pm temono fosse già nota sia ai club che ai vertici della curva. Con gli interrogatori di garanzia entra nel vivo l’inchiesta della Procura milanese, che con Squadra Mobile e Guardia di finanza ha emesso 16 misure di custodia cautelare in carcere, tre ai domiciliari. Stamattina davanti al gip, Domenico Santoro, ci sarà il capo ultrà dell’Inter Andrea Beretta, già a San Vittore per l’omicidio di Antonio Bellocco, rampollo della ‘ndrangheta in forte ascesa nella Curva Nord, ucciso il 4 settembre dopo una lite. Poi toccherà agli altri indagati, che devono rispondere, a vario titolo, di associazione per delinquere, con l’aggravante del metodo mafioso (solo per la Curva dell’Inter), rissa, lesioni ed estorsioni. Mirko Perlino, avvocato di Beretta, ripete che il capo della Nord “non aveva collegamenti con le famiglie calabresi, ma si interfacciava solo con Marco Ferdico”, altro leader della curva interista finito in carcere. Beretta, anticipa il suo legale, davanti al gip sosterrà che “quando la curva necessitava di più biglietti, come per la finale di Champions a Istanbul (il 10 giugno 2023, ndr), venivano chiesti senza minacce o pressioni”.
Gran parte dell’inchiesta ruota proprio attorno ai biglietti, enorme business per i gestori delle curve, se rivenduti con un “ricarico” che garantisce ingenti guadagni. Per averne di più, per la finale di Champions, i capi della Nord avevano contattato persino l’allenatore Simone Inzaghi, affinché perorasse la causa con il presidente Beppe Marotta. E dicono di averne parlato con l’ex capitano, ora vicepresidente, Javier Zanetti. I capi ultras indagati, nelle conversazioni tra di loro intercettate, riferiscono di aver contattato anche Nicolò Barella e Hakan Calhanoglu. E sempre Ferdico, al telefono con un altro interista, sosteneva che Zanetti, lo avesse informato che la polizia stava “monitorando la Nord”, dopo l’uccisione del capo storico Vittorio Boiocchi, a ottobre 2022, con la curva “svuotata per lutto”, durante Inter-Samp. Zanetti e Inzaghi, che non sono indagati, potrebbero essere chiamati a raccontare quale sia stato il pressing per i biglietti. E potrebbero essere convocati dai magistrati l’ex difensore dell’Inter, ora al Psg, Milan Skriniar (“tremava per la paura”, riferiscono al telefono i capi della Nord), e il capitano del Milan, Davide Calabria (a colloquio con Luca Lucci, capo della Sud, in carcere assieme al fratello Francesco e a Christian Rosiello, bodyguard di Fedez), per riferire i dettagli di questi incontri, agli atti dell’inchiesta. Il business dei biglietti, dunque. L’inchiesta ha già rivelato l’accordo per spartirsi i guadagni dei preziosi tagliandi della finale di Istanbul, a prescindere dal risultato del derby in semifinale. E sempre dalle carte spuntano “rilevanti” rapporti tra il milanista Lucci e uno “dei capi ultras del rione Sanità di Napoli”, al quale avrebbe procurato “centinaia di biglietti” dei quarti di Champions destinati, “almeno in parte, ad esponenti dei clan della città”, scrivono i pm Storari e Ombra. Proprio i biglietti, così come i controlli poco efficaci ai tornelli di San Siro, potrebbero causare grane ai club. Inter e Milan sono “parte lesa” e non coinvolti nell’indagine, ma comunque oggetto di un “procedimento di prevenzione”, con un contradditorio coi legali delle società. I club, “disponibili a collaborare”, devono fornire chiarimenti, per scongiurare una sorta di “amministrazione controllata”. I consulenti della Procura, tra le varie richieste ai club, chiedono il potenziamento dei controlli sui nominativi e sui posti a sedere, affinché anche in curva si occupi il posto indicato sul biglietto”.