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·13 dicembre 2024
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Un’involuzione offensiva che non ha messo in discussione il lavoro di Conte né l’obiettivo a lungo termine del club, che resta il rientro in Champions. Ma che è chiara nei numeri e nelle performance. Nelle ultime cinque partite, il Napoli ha segnato appena tre gol. Che hanno portato in dote comunque sette punti, ma che sono alla base delle due sconfitte interne contro Atalanta e soprattutto Lazio. Il paradosso è che l’involuzione sia cominciata con il cambio di sistema e il passaggio al 4-3-3. La spiegazione, però, c’è.
Conte ha lavorato per tutta l’estate sul 3-4-2-1, puntando forte sull’interscambio esterno-trequartista per aprirsi varchi e sfruttare l’effetto sorpresa. E nelle prime cinque giornate ha messo a segno 9 reti, calciando 80 volte verso la porta e 22 nello specchio, per una percentuale realizzativa dell’11,3% e un “expected gol” da 7,9. Poi, quando ha inserito McTominay, il suo Napoli è diventato via via più prevedibile e ora fatica a trovare la via del gol. Nelle ultime cinque, i numeri sono crollati: 3 reti, 60 tiri di cui 14 nello specchio, percentuale realizzativa al 5% e 4,8 di “expected gol.
Carlo Gioia
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