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·30 ottobre 2024
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“La Gazzetta dello Sport” ha commentato il match tra Milan e Napoli, vinto dalla squadra di Conte per 2 a 0 con le reti di Lukaku e Kvaratskhelia.
Le differenze sono sottili, a guardare da lontano sembrano impercettibili. Avvicinandosi, invece, si apprezzano tutte le sfumature di un Napoli rifiorito. È come vedere l’evoluzione concettuale di un grande artista. Finita l’età rampante della gioventù, lo stile diventa più maturo. Meno espressivo, ma più ricercato. Spalletti muta in Conte, Osimhen si trasforma in Lukaku. Sono in mezzo a un rapporto di causa ed effetto che l’anno scorso mancava di tutto il necessario per compiere il processo. Khvicha Kvaratskhelia si è riscoperto l’ispirazione perfetta del Napoli, che ha solo un punto in meno rispetto alle prime dieci giornate della passata stagione. Merito anche e soprattutto del suo nuovo partner, che invece è sempre stata una specie di musa per l’allenatore. L’armonia, ecco cosa mancava. Adesso magicamente tutte le componenti l’hanno raggiunta. Specialmente lì davanti.
Per quanto riguarda la coppia d’attacco, dopo la partita col Milan le notizie sono più che buone, e sono due. La prima è che Lukaku ha segnato addirittura una rete in più rispetto a quante ne aveva siglate Osimhen arrivati a questo punto del campionato, due anni fa. La seconda è che, relativamente allo stesso periodo, il rendimento di Kvaratskhelia è rimasto invariato: i gol erano 5 allora e lo sono anche adesso. Uno dei motivi per cui il Napoli ha realmente impressionato nelle ultime uscite è stato la capacità di imporsi anche quando i terminali offensivi non sono riusciti a incidere. Il primato è stato mantenuto in un altro modo, attraverso tutto quello che c’è intorno, come accade nei complessi che funzionano.
Conte ha avuto il grande pregio di trasmettere questa filosofia di apporto solidale a tutta la squadra. A partire proprio dalle due punte di diamante. Lukaku teoricamente sarebbe il centravanti, il potenziale capocannoniere della squadra. La realtà racconta una storia diversa, come se fosse un trompe-l’œil. Il belga ha servito 4 assist finora, Kvaratskhelia è fermo a 2. Di fatto, il gruppo si è dimostrato in grado di ricompattarsi, attraverso un esercizio di maturità e di intelligenza tattica tutt’altro che scontato dopo gli sfaceli di qualche mese fa. E allora vien da chiedersi chi sarà il miglior marcatore del Napoli al termine della stagione. Il bello è proprio non sapersi rispondere.
Carlo Gioia
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