Gattuso in Nazionale, Ambrosini: «La migliore scelta possibile; non deve risolvere i problemi del nostro calcio, ma…» | OneFootball

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·17 giugno 2025

Gattuso in Nazionale, Ambrosini: «La migliore scelta possibile; non deve risolvere i problemi del nostro calcio, ma…»

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Le parole di Massimiliano Ambrosini sulla decisione della FIGC di affidare la panchina dell’Italia a Gattuso, suo ex compagno al Milan

Massimiliano Ambrosini ha parlato al Messaggero della scelta della FIGC di affidare la panchina della nazionale a Gattuso: compagno di tante battaglie in maglia rossonera, l’ex centrocampista si è detto soddisfatto della scelta degli Azzurri. Di seguito le sue parole.

RINO IN NAZIONALE – «La migliore scelta possibile, vista la situazione in cui ci eravamo messi. Una scelta logica, di garanzia. C’erano pochi dubbi: se cercavi qualcuno in grado di stimolare, di saper navigare in una situazione complicata e che non si spaventa, quello è Gattuso».


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NON DEVE SALVARE IL CALCIO ITALIANO – «Rino non deve risolvere i problemi del movimento calcio, deve solo portare la Nazionale al mondiale. È stato scelto per un obiettivo. Ci si gioca il futuro, non solo lui, l’intera Federazione. Con un fallimento, si dovrà ripensare a tutto. Gravina ha fatto all-in con Gattuso, che non ha il tempo per programmare nulla: testa bassa, sei partite, più l’eventuale play off. Poi si tireranno le somme».

BASTA CON LA RETORICA DELLA GRINTA – «Infatti quella è una stupidaggine. Fossi in lui sarei stanco. Rino è un allenatore che ha idee, voglia di giocare bene a calcio. È difficile pretendere tanto da lui, vedrà i giocatori solo quattro-cinque giorni prima della prossima partita».

IL COMPITO PRINCIPALE – «Stimolare e semplificare. Ma è sbagliato pensare che la Nazionale si sia affidata solo a un motivatore».

SUL BLOCCO SPALLETTI – «Faccio fatica a pensare ci siano stravolgimenti. Non c’è materiale umano per stravolgere la rosa. Bisognerà, piuttosto, vedere in che condizioni si presenteranno i giocatori a settembre. Magari sarà un mix: penso a Chiesa, Casadei. Qualche altro attaccante. Poi c’è il blocco Inter. Come, e soprattutto quando torneranno dal Mondiale per club?».

CHE CALCIO VEDREMO – «Non si può ipotizzare ora, sono troppe le variabili».

CAMBIERÀ SISTEMA SE SERVE – «Rino dovrà ottimizzare, è una persona aperta. Preferisce la difesa a quattro, ma se le indicazioni della Serie A saranno diverse, cambierà strada. Conta la condizione dei calciatori. Ad esempio, Cambiaso e Barella, a gennaio, erano tra i migliori del campionato, due settimane fa erano scarichi».

SULLE CONVOCAZIONI CONTESTATE – «Non scherziamo. Siamo in una situazione in cui c’è solo da dare. Non andremo a giocare due amichevoli. E non voglio pensare a un’eventualità del genere, con il rischio di andare a fare una figura di m… epocale per tutti».

COME NASCE GATTUSO ALLENATORE – «Ha sempre avuto un amore per il calcio. Non aveva altro, a parte la famiglia e ha sviluppato inevitabilmente questa passione. Il calcio era, ed è, la sua vita».

SI ASPETTAVA FACESSE L’ALLENATORE? – «Conoscendolo, credevo potesse fare altro. Magari il dirigente. E non è detto che non lo faccia».

DAVVERO? – «No, scherzo. È talmente dentro che non ne esce più. Ormai non c’è un ex compagno che non faccia l’allenatore. Tutti così. Lui è un tecnico molto meticoloso, uno che studia, si aggiorna. Dà molte attenzioni alla fase offensiva, a fare male all’avversario. Non è un italianista, no. Anche se è un termine che non mi piace. Lui ama parlare di calcio e andare nei dettagli, ha sempre in testa una chiave offensiva».

LA PRIMA IMPRESSIONE SU RINO – «Mah, Rino è quello, determinazione e umiltà. Rispetto e compattezza. Fuoco da tutte le parti».

CHI RIFIUTA LA NAZIONALE NON VA PIÙ CHIAMATO – «Sono d’accordo. Non è possibile rifiutare la maglia azzurra. Poi ciò che farà Rino, non lo so. Non penso si riproponga la questione Acerbi a settembre, quando torneranno calciatori come Buongiorno, Calafiori, e ci sarà Leoni».

SPALLETTI STRESSAVA, LUI? – «È uno che pretende. I giocatori vanno stressati, stimolati, nelle loro responsabilità. Mi aspetto lo faccia anche lui».

PERCHÉ NON HA MAI SFONDATO? – «Gli sono sempre piaciute le situazioni estreme, ha la tendenza a mettersi sempre alla prova, s’è spesso infilato in ambienti delicati, ha vissuto esperienze formative ma senza troppo successo. Ma a Napoli e a Milano ha fatto un buon lavoro».

UN CONSIGLIO A GATTUSO – «La grande difficoltà sarà darsi un equilibrio emotivo. Impossibile non essere coinvolto dalla Nazionale, deve trovare il modo di vivere le cose con un po’ di leggerezza».

ANDREMO AL MONDIALE? – «Sì, attraverso i playoff».

NON È PIÙ LA NAZIONALE DI UNA VOLTA? – «Non siamo più quella squadra, ma sicuramente possiamo fare meglio. Del resto, quattro anni fa abbiamo vinto un Europeo. E non è stato un abbaglio. È arrivato per il lavoro, per le idee e per gli uomini. Possiamo puntare su questi elementi».

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