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Emilio Scibona·10 maggio 2024

💥Gasp-Atalanta insieme nella storia: le cinque tappe fondamentali

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L’Atalanta ieri ha centrato la prima finale europea della sua storia qualificandosi all’ultimo atto di Europa League dove cercherà l’ultima grande impresa: sconfiggere l’imbattibile Leverkusen di Xabi Alonso. Un’impresa firmata da Gianpiero Gasperini, che scrive un’altra pagina di storia della “Dea” all’interno del suo ciclo, iniziato 8 stagioni fa e passato attraverso tanti traguardi che sembravano irraggiungibili.

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E pensare che la storia meravigliosa del tecnico di Grugliasco con il club orobico sarebbe potuta finire presto: esattamente tra settembre e ottobre del 2016, quando il club orobico cominciò la sua stagione con 3 punti in cinque partite. Le cose alla fine sono andate in modo decisamente diverso: ecco qui le tappe più importanti del ciclo di “Gasperson”.


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Crotone e Napoli 2016: la mossa Petagna cambia la storia

Il 24 settembre 2016 in quello che all’epoca era ancora lo stadio Atleti Azzurri d’Italia l’Atalanta sfida il Palermo, in quel momento guidato da Roberto De Zerbi: è a tutti gli effetti in quel momento uno scontro salvezza. Lo vince il Palermo all’89’ con gol di Nestorovski, in quella che sarà l’unico successo della gestione RDZ. Con una vittoria e quattro sconfitte e la squadra penultima in classifica la panchina di Gasp cigola pericolosamente.

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Gasp, che in termini di accorgimenti tecnici-tattici qualcosa ne capisce, trova la mossa vincente, cambiando il centravanti: né Pinilla, né tantomeno Paloschi, considerato il grande colpo della sessione di mercato. Il titolare diventa Andrea Petagna, arrivato come rincalzo dopo una stagione discreta ma senza tanti gol all’Ascoli. Da quel momento la storia cambia.

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L’Atalanta nelle successive due partite batte sia il Crotone fuori casa che soprattutto il Napoli tra le mura amiche con Petagna che va in gol in entrambe le gare: da allora il centravanti scuola Milan non segnerà moltissimo ma la sua presenza fa girare meglio la squadra ed esalta le caratteristiche degli altri giocatori (soprattutto il Papu Gomez) i quali a giro portano il loro contributo in zona gol. L’Atalanta comincia a correre e non si ferma più.


2016/2017: il ritorno in Europa

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Gli orobici esprimono un gioco di alto livello e volano sulle ali di un entusiasmo che non scema nemmeno a fronte di una brutta sconfitta per 7-1 a San Siro contro l’Inter allora guidata da Pioli in quello che era uno scontro diretto per le posizioni europee. In cui però alla fine arriveranno i nerazzurri di Bergamo.

L’Atalanta da quel momento non sbaglia materialmente più un colpo e il 13 maggio 2017 tra le mura amiche contro il Milan arriva, nella sfida finita 1-1, il punto che riporta la “Dea” in Europa dopo 26 anni: a fine stagione i nerazzurri chiudono al quarto posto, il miglior piazzamento d sempre, almeno sino a quel momento.


2018/2019: Champions, l’utopia diventa realtà

Al termine della stagione 2016/2017 in molti pensano che difficilmente la “Dea” possa riconfermarsi, specie tenendo conto del fatto che la squadra per forza di cose cambia spesso pelle cedendo i pezzi più pregiati. L’idea si ripropone anche dopo la stagione 2017/2018 anno in cui l’Atalanta compie un bel percorso in Europa League (uscendo, non senza rimpianti, col Borussia nei sedicesimi) e bissa la qualificazione europea arrivando settima.

Con le partenze di giocatori come Cristante, Caldara, Spinazzola nonché anche lo stesso Petagna, la sensazione è che la riconferma sia difficile e l’eliminazione prematura dall’Europa League nel turno preliminare contro il Copenaghen conferma questa sensazione. Invece dal cilindro esce un’altra impresa storica. Trascinata dalla sua dimensione corale e dal neo-acquisto Duvan Zapata, che nel sistema di Gasp si esalta come mai aveva fatto prima, la “Dea” vive un campionato da protagonista assoluta.

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Il 26 maggio 2019 l’Atalanta batte per 3-1 il Sassuolo guidato da quel De Zerbi che poco meno di tre anni prima aveva rischiato di chiudere la storia di Gasperini a Bergamo. La vittoria vale il terzo posto finale e la qualificazione alla Champions League: ciò che sembrava utopia adesso è realtà. La sconfitta nella finale di Coppa Italia contro la Lazio è l’unica nota amara di una stagione dolcissima


2019/2020: la consacrazione tra le big d’Italia

I dubbi sul fatto che la “Dea” possa restare ad alti livelli come sempre emergono: la stagione 2019/2020 li spazza però definitivamente via. In un anno che purtroppo resta difficile da ricordare con troppi sorrisi per via della pandemia di Covid e degli effetti devastanti che avrebbe avuto, colpendo in modo durissimo la città di Bergamo, l’Atalanta si consacra definitivamente come realtà di vertice.

Ci sono certo le notti europee: l’incredibile fase a gironi chiusa a 0 punti all’andata e culminata con un’incredibile passaggio agli ottavi; il trionfo nel doppio confronto col Valencia e l’impresa sfiorata contro il Psg nel quarto giocato in estate a porte chiuse a Lisbona.

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C’è al tempo stesso un nuovo terzo posto, ottenuto in un campionato difficile in cui la squadra di Gasperini si è ritagliata un posto al sole subito dietro la  Juventus di CR7, l’Inter di Conte e superando (per gli scontri diretti) la lanciatissima Lazio di Simone Inzaghi. Da quel momento nessun dubbio: l’Atalanta è a tutti gli effetti una grande d’Italia.


2023/2024: la prima finale europea e i sogni di coppa

A quattro anni di distanza da quella stagione l’Atalanta ha vissuto tanti momenti: una nuova qualificazione in Champions ma anche un’annata interlocutoria senza soddisfazioni come la 21/22, chiusa all’ottavo posto che sembra la fine di un glorioso ciclo. Invece è solo il primo step di una nuova rinascita. Si parte con il quinto posto dello scorso campionato, che riproietta l’Atalanta in Europa.

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Il resto è una storia alla quale stiamo assistendo. L’Atalanta cambia ancora una volta pelle (via Hojlund, Demiral, Maehle, Sportiello, Boga, Zapata e a gennaio anche Muriel; dentro Scamacca, CDK, Touré, Kolasinac, Adopo, Carnesecchi, Holm e nella finestra di riparazione anche Hien) ma la sostanza resta immutata. Anzi, migliora.

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Al 10 maggio l’Atalanta è a pari merito con la Roma al quinto posto dopo aver scritto una nuova pagina di storia qualificandosi alla finale di Europa League in una cavalcata che ha portato i nerazzurri ad eliminare persino il super-favorito Liverpool. I bergamaschi volano, in alto, dove mai erano stati prima di oggi, coerentemente a quella che è stata storia di un ciclo che resterà impresso nella memoria e negli annali.

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Manca solo l’ultimo suggello: un trofeo. La “Dea” ha due orizzonti da inseguire: il primo, la Coppa Italia, con la terza finale in 8 anni, nella sfida di mercoledì 15 maggio contro la Juventus, rivincita ideale dell’ultimo atto di 3 anni fa, vinto dai bianconeri. Poi mercoledì 22 un altro appuntamento con la storia, quello più importante, che potrebbe dare al club e a Gasperini quella consacrazione definitiva che, guardando al percorso e al campo, sarebbe più che meritata.