Gascoigne: «Combatto ancora contro l'alcolismo. Vivo a casa del mio agente» | OneFootball

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·5 marzo 2024

Gascoigne: «Combatto ancora contro l'alcolismo. Vivo a casa del mio agente»

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Paul Gascoigne combatte contro l’alcolismo ormai da decenni. Fra alti e bassi, la leggenda del calcio inglese è arrivato quasi a 57 anni e la vittoria contro questo demone sembra ancora lontana.

Come si vede nel trailer del podcast firmato da High Performance Originals, “Gazza vs Paul“, l’ex Newcastle, Tottenham, Lazio e Rangers ha confessato di vivere nella stanza degli ospiti del suo agente e che è tornato a frequentare gli incontri degli Alcolisti Anonimi.


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«Ero un ubriaco felice. Ora non lo sono più – ha ammesso Gascoigne -. Sono un ubriaco triste. Non esco a bere, bevo in casa. La gente conosce Paul Gascoigne, ma invece nessuno conosce Gazza. Me compreso, a volte. Ho passato tanti anni tristi, come quando mi sono rotto i legamenti e poi la rotula. Ho perso quattro anni di calcio. Avrei raggiunto le 100 presenze con l’Inghilterra. Cerco di non abbattermi perché il mondo è già abbastanza abbattuto. E quando sono davvero giù, è allora che prendo un drink per tirarmi sù. Non credo di aver deluso nessun allenatore, né i giocatori, né i tifosi che conosco. Se c’è stato qualcuno che ho deluso, quello sono io».

Gascoigne ha lottato con la sua battaglia per la sobrietà sin dal ritiro. È andato in riabilitazione per la settima volta per dipendenza da alcol nel 2014, frequentando una clinica da 6.000 sterline al mese a Southampton, e ha persino pagato 20.000 sterline per farsi mettere nello stomaco delle pillole anti-alcol nel tentativo di smettere di bere. Durante un’intervista del 2021 ha ammesso che «sarò sempre un alcolizzato». La battaglia di Gascoigne contro l’alcol ha portato anche a una serie di arresti per reati di ubriachezza molesta e guida in stato di ebbrezza. L’ex superstar ammette che guarda a malapena il calcio perché gli manca.

«Se voglio che la giornata sia brutta, tutto quello che devo fare è andare al pub. Se voglio che sia una bella giornata, prendo la mia canna e vado a pescare – ha continuato -. Non è il bere, è il dopo. Dopo aver guardato il mio telefono e aver visto 30 messaggi o chiamate perse, so di essere nei guai. Ma sono stato bene. L’anno scorso non è stato semplice, è stato a intermittenza per un paio di mesi».

Ora, Gascoigne beve caffè in abbondanza. L’ex calciatore ha ammesso durante l’intervista che spesso beve sei caffè entro le 10 del mattino. «È facile davvero, cerco solo di tenermi lontano dai pub. Se bevo qualcosa, lo bevo perché ne voglio uno, non per un motivo in particolare. Non incolpo nessuno, incolpavo molte persone quando bevevo. Dopo aver partecipato ai primi due incontri, ho eseguito i 12 passaggi che mi hanno detto di fare, e uno di questi è stato incontrare la persona che incolpavi e scusarsi con lei».

«Poi mi è stato chiesto di diventare ambasciatore per il mio paese, non sapevo se ridere o piangere – ha concluso Gascoigne -. Quando vado in questi luoghi, parlo a malapena di calcio, più delle cose pazze che facevo prima. Devo intervenire subito e farli ridere. Ci sono state alcune volte in cui ho pianto sul palco. Mi manca intrattenere la gente. Ne ho ricavato un dannato entusiasmo e questo mi manca. Posso essere emotivamente tenero. Non ci vuole molto tempo per piangere a volte. Ho dentro un sacco di cose, cose che dovrei condividere ma che ho paura di condividere con le persone. Sono orgoglioso di quello che ho dato alla gente. Ho donato quasi 1 milione di sterline a 10 diversi enti di beneficenza, senza che nessuno lo sappia. Non mi sono mai arreso. Penso che il momento in cui mi arrenderò sarà quando sarò in una bara. A parte questo, continuerò a lottare».

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