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Marco Alessandri·12 ottobre 2023

😨 Garcia come Benitez e Moyes: quando sedersi in panchina è una condanna

Immagine dell'articolo:😨 Garcia come Benitez e Moyes: quando sedersi in panchina è una condanna

Quanto è difficile prendere in mano una panchina dopo che, appena poche settimane prima, proprio su quella stessa panchina è stata fatta la storia? È questo, forse, il pensiero che occupa la mente di Rudi Garcia in queste ore, con il tecnico francese in una posizione davvero scomoda a causa di un inizio di stagione tutt’altro che scoppiettante.

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Difficoltà a parte, per chiunque non sarebbe stato semplice raccogliere il testimone da Luciano Spalletti, colui che ha riportato lo Scudetto a Napoli dopo 33 anni di lunghissima attesa. Possibile, anzi, che qualcuno in estate abbia anche declinato l’invito di De Laurentiis proprio per questo motivo, consapevole che a prendere in mano gli azzurri ci sarebbe stato solo tutto da perdere.


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Se vinci il merito è di chi quella squadra l’ha costruita; se perdi, invece, la colpa è tua. Coraggioso, dunque, Garcia, che ha provato a fare ciò che in precedenze non era riuscito ad alcuni colleghi: prendere la guida di una squadra vincente e portarla a vincere ancora.


MILAN 2009/2010

Nell’estate del 2009 i rossoneri chiudono il ciclo Ancelotti, uno dei più vincenti della storia: in sette anni il tecnico di Reggiolo porta in bacheca del Diavolo due Champions League, due Supercoppe europee, un Mondiale per Club, uno Scudetto, una Coppa Italia e una Supercoppa italiana.

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Al suo posto Berlusconi e Galliani scelgono una figura a sorpresa, Leonardo. L’ex centrocampista diventa così l’allenatore del Milan, ma la sua esperienza non inizia al meglio: pronti e via e subito un ko pesante nel derby (0-4). A fine stagione le strade si dividono e non potrebbe essere altrimenti. Al suo posto arriva Allegri.


INTER 2010/2011

Difficile, se non impossibile, ripetere quanto compiuto da José Mourinho alla guida dell’Inter. Il tecnico portoghese si congeda dopo aver riportato la Champions League a Milano, sponda nerazzurra, 45 anni dopo l’ultima volta. Il presidente Moratti riflette a lungo su chi chiamare per sostituire lo Special One, optando alla fine per Don Rafa Benitez.

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Il feeling tra lo spagnolo e l’ambiente, però, non decolla mai, come pure quello con i giocatori. Benitez resta in carica per sei mesi, periodo nel quale porta a San Siro una Supercoppa italiana e un Mondiale per Club, per poi venire esonerato a gennaio. Al suo posto arriva proprio l’ex Milan Leonardo, che risolleva il campionato dell’Inter e guida i nerazzurri fino alla lotta Scudetto (poi persa) con i cugini.


JUVENTUS 2020/2021

Meno eclatante dei casi di Milan e Inter, ma poca fortuna l’ha avuta anche Andrea Pirlo alla guida della Juventus. Come per la scelta di Leonardo al Diavolo, anche quella di Pirlo alla Juventus è stata una nomina dettata dal sentimento, visto quanto vinto dal centrocampista in bianconero. Dopo il ciclo di 9 Scudetti di fila messo insieme da Conte, Allegri e Sarri, il tentativo di Pirlo, però, non porta il Tricolore.

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Presentato due volte, prima come head coach dell’Under 23, poi otto giorni dopo come tecnico della prima squadra (e già qui si intuisce quanto poco chiare fossero le intenzioni della dirigenza bianconera), Pirlo saluta a fine stagione: una Coppa Italia e una Supercoppa italiana in bacheca, ma anche una qualificazione alla Champions agguantata all’ultimo respiro e un gioco che non convince.


MAN UTD 2013-2014

Tra tutti, forse il compito più difficile. Dopo 26 anni di enormi successi in patria e in Europa, il Manchester United prende atto del ritiro dal ruolo manageriale di Sir Alex Ferguson, uno dei più grandi tecnici di sempre. Il 13 maggio, giorno del suo addio, è susseguirsi di lacrime, di cori, di bandiere sventolate per celebrare una leggenda di questo sport.

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Lo stesso Ferguson consiglia al board dei Red Devils il nome del suo successore, David Moyes, a cui lo United fa firmare un contratto della lunghezza di sei anni. Moyes diventa così “The Chosen One“, il Prescelto, soprannome che appena undici mesi dopo si trasformerà in “The Sacked One“, il Licenziato. Stagione terribile quella dei Diavoli Rossi, che decidono di affidare la panchina ad interim a Ryan Giggs.


ARSENAL 2018-2019

Sulla falsa riga degli storici rivali dello United, l’Arsenal nel 2018 saluta Arsene Wenger dopo 22 anni. Una storia bellissima quella tra i Gunners e il tecnico francese, con l’apice raggiunto nella stagione 2003/04, quella degli Invincibili. L’Arsenal, infatti, in quell’anno non perde neanche una partita di Premier League, impresa mai più riuscita a nessun club.

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Per prendere il posto del loro storico tecnico, la dirigenza londinese sceglie Unai Emery, allenatore in cerca di rivincita dopo l’esperienza tutt’altro che positiva al PSG (con l’incredibile rimonta subita a Barcellona in quell’incredibile 6-1). All’Emirates Emery non fa male, ma manca la qualificazione alla Champions e perde malamente la finale di Europa League contro il Chelsea. L’anno successivo verrà esonerato dopo 13 giornate.