PianetaSerieB
·11 dicembre 2024
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Arrivato a giocarsi la sfida in casa della Cremonese a rischio esonero, William Viali ha ribaltato pronostico e narrazione preparando un piano gara perfetto che ha consentito alla Reggiana di imporsi per 2-0 al Giovanni Zini. A un punto dalla zona playout, ma soltanto a 3 anche da quella playoff, alla squadra e al tecnico si stanno imputando colpe decisamente superiori rispetto alla realtà oggettiva dei fatti.
Il punto è semplice: tra infortuni e scommesse perse, l’unica punta di eccellenza della rosa granata è la batteria di mezzepunte. La qualità non manca, ma azionarla in un contesto in cui si è costretti ad adattare tanti elementi della rosa o coinvolgerne altri di livello decisamente più basso non è semplice. Manuel Marras è spesso costretto a fare il quinto a destra, una mezzala come Alessandro Sersanti si sta disimpegnando anche da laterale mancino. La difesa è da reinventare come pedine e posizioni ogni settimana sulla base dell’avversario.
Non esiste un sistema di gioco che possa valorizzare contemporaneamente Natan Girma, Antonio Vergara e Manolo Portanova e l’assenza di un punto di riferimento offensivo stabile e bravo nel rifornire i trequartisti o nel finalizzare l’azione complica ulteriormente le cose al pari di una mediana estremamente fragile. L’allenatore le sta provando tutte per inventare un equilibrio che allo stato naturale non c’è. Contro le squadre più forti e ambiziose è per assurdo più facile, puntando tutto sulla riaggressione per innescare i più forti nelle zone di campo pericolose. Contro chi propone meno è assai difficile arrivare a innescare i migliori.
William Viali non ha mai lesinato sforzi, non si è mai sottratto responsabilità e ha sempre dato modo ai calciatori di mettersi alla prova, coinvolgendo chiunque avesse a disposizione. È un peccato che la Reggiana non possa ambire a qualcosa in più della salvezza, perché ha un allenatore in grado di dare identità e costruire certezze che nei calciatori restano instillate a lungo. A oggi però non è possibile, con innesti mirati a gennaio chissà. Fino ad allora serve pazienza e onestà intellettuale, evitando di mettere in discussione un tecnico preparato, motivato e seguito sulla base di risultati complessi da raggiungere per chiunque. La fine dell’Ascoli insegna, le salvezze del Cosenza anche. Calma e gesso, tempo e fiducia.