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·20 aprile 2018

Frode fiscale, Ronaldo lamenta un trattamento diverso da Messi

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La rivalità fra Cristiano Ronaldo e Lionel Messi approda in qualche modo in tribunale. Come l'attaccante del Barcellona, anche il bomber del Real Madrid è stato sanzionato dal fisco spagnolo per frode fiscale, nel suo caso pari a 14,7 milioni di euro, ma CR7 lamenta un trattamento diverso da parte del fisco, più duro nei suoi confronti rispetto al suo rivale blaugrana nonostante le accuse siano le medesime.

Il quotidiano online spagnolo 'El Mundo' riferisce che Ronaldo ha richiesto alla giudice Monica Gomez Ferrer, titolare della Corte di Istruzione numero uno di Pozuelo de Alarcon (Madrid), la documentazione preparata dall'Agenzia delle Entrate per analizzare la frode fiscale di Messi al fine di poter mettere a confronto l'operato dell'Agenzia stessa negli accertamenti fiscali nei suoi confronti e in quelli di Messi, che lui ritiene siano stati effettuati utilizzando criteri diversi nel valutare contratti di sponsorizzazione identici.


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Secondo Ronaldo soprattutto i contratti di sponsorizzazione con la Nike, per quanto gli riguarda, e con Adidas, per quanto riguarda Messi, di fatto identici sono stati trattati dal fisco in maniera diversa: nei riguardi del campione argentino gli incassi derivati da tale contratto sono stati considerati come derivati dalla cessione di diritti d'immagine, mentre nei suoi riguardi sono stati considerati come derivati da prestazioni sportive, con conseguente maggior impatto sulle sanzioni fiscali che lo interessano.

La giudice, però, ha respinto la richiesta, giudicandola "inutile" ai fini del processo, anche perché la sentenza emessa nei confronti di Messi è pubblica e può essere consultata da chiunque, causando l'ira di Ronaldo. Secondo i legali di CR7, la decisione della giudice Gomez Ferrer è stata "irrazionale e incomprensibile", perché nella sentenza non è incorporato il file amministrativo del procedimento a Messi che è invece a disposizione della Procura della Repubblica e dell'Ufficio del Procuratore di Stato. Per questo, proseguono i legali di Ronaldo sarebbe in atto "una sproporzionata violazione del diritto costituzionale alla difesa e all'uso di strumenti di verifica pertinenti e utili".