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·24 settembre 2024
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La Repubblica (M. Juric) – Non si è ancora fermata la giostra che mercoledì ha lanciato fuori dall’orbita di Trigoria il totem Daniele De Rossi, scelto dalla proprietà americana per sostituire Mourinho e tenere a bada i tifosi. Domenica è stato il turno di Lina Souloukou, AD diventata settimana dopo settimana sempre più impopolare. È di ieri, poi, l’acquisto dell’Everton da parte di Dan e Ryan Friedkin. Non è finita qui: a breve arriverà il nome del sostituto della supermanager greca. In pole per la poltrona c’è l’avvocato del club, Lorenzo Vitali. E questa promette di non essere nemmeno l’ultima turbolenza romanista. Perché continuano a circolare voci su una possibile cessione del club.
E proprio per questo ieri sera i Friedkin hanno voluto tamponare l’emorragia di consensi, pubblicando dopo mesi di assoluto silenzio una nota che punta dritto al cuore dei tifosi, definiti “straordinari e fedeli”. I presidenti assicurano di apprezzare le “opinioni” dei fan e di ascoltarle. Il comunicato poi vira sulla cacciata di De Rossi: “Una decisione difficilissima, presa con la convinzione che sia la strada giusta per puntare ai trofei in questa stagione”. Nessun riferimento al neo allenatore Ivan Juric o alla ex Ceo Lina Souloukou. Prima il cuore e poi la strategia.
Attualmente sono solo tre gli uomini dietro la scrivania: il neo ceo Lorenzo Vitali, il segretario generale Maurizio Lombardo e il traballante ds Florent Ghisolfi. Oltre alle figure ombra Juma Qaddourah e Priscilla Bortoloni. Sotto di loro c’è Ivan Juric, allenatore pro tempore fino a giugno.
Se non bastasse questo panorama ad aggiungere tasselli al puzzle della cessione c’è la questione stadio di Pietralata. Il progetto definitivo ancora non c’è, e da settimane in Campidoglio si domandano che fine abbia fatto la Roma. Un silenzio assordante su un “elemento chiave” che preoccupa in termini di strategia a medio-lungo termine.
Ma torniamo a Roma, alle voci di cessione. Agli indizi. Che portano in Arabia. E di luglio 2023 la prima offerta da circa 850 milioni di euro, rifiutata dai Friedkin. Che nel frattempo hanno intensificato le connessioni con il Golfo: lo sponsor Riyadh Season, sulla maglia nonostante la Capitale fosse in corsa proprio contro l’Arabia per l’Expo, e poi le operazioni di mercato con la lega saudita.