Inter News 24
·28 maggio 2025
Frattesi alla Uefa: «PSG? Abbiamo dimostrato di poter testa a chiunque! Mia madre mi dice sempre quella cosa»

In partnership with
Yahoo sportsInter News 24
·28 maggio 2025
Intervistato dalla Uefa, Davide Frattesi ha raccontato le proprie emozioni in avvicinamento alla finalissima di Champions League tra PSG e Inter.
L’OSSESSIONE BATTE IL TALENTO – «Non è che Dio mi abbia benedetto dicendomi: ‘Diventerai il più talentuoso!'” Ma lui mi ha benedetto dicendomi: “La tua migliore qualità sarà, oltre al tuo fisico, per il quale devo ringraziare mia madre e mio padre, la tua mentalità”. Perché, qualunque cosa accada, quando arrivi a questo livello, se non hai un talento eccezionale, devi compensarlo con tutto il resto. Devi essere il primo ad arrivare al lavoro qui, il primo a lavorare da solo a casa. Mia madre dice sempre: “L’ossessione batte il talento”».
PRESSIONE PER LA FINALE DI CHAMPIONS? – «Non mi ha ancora colpito. Forse lo sentirò di più quando arriveremo a Monaco e sentiremo il famoso inno della Champions League. Quando sei nel tunnel e senti l’inno, ti rendi conto che il tuo sogno d’infanzia sta per realizzarsi, quindi è una sensazione incredibile».
SUL PSG – «La forza è la squadra. Hanno grandi giocatori che giocano nelle loro nazionali e che non hanno bisogno di presentazioni. Credo che ci concentreremo più su noi stessi che sui loro punti di forza e di debolezza, perché credo che abbiamo dimostrato che quando diamo il massimo, potremmo non vincere, ma possiamo tenere testa a chiunque».
LA VITTORIA CONTRO IL BARCELLONA – «Diciamo che non è stata una partita per i deboli di cuore. E posso confermarlo perché stavo per svenire dopo il gol. In generale, mi sono sentito come se stessi per svenire per tutta la partita perché abbiamo segnato due gol, poi loro sono tornati in vantaggio. Poi Francesco Acerbi ha segnato un gol irripetibile. Anche se ci avesse provato 600 volte, non lo avrebbe segnato di nuovo in quel modo. È stato un gol incredibile perché avevamo anche un altro attaccante, quindi non so nemmeno cosa ci facesse lì. Probabilmente è stato in quel preciso istante che abbiamo capito che saremmo passati al turno successivo. È quello che ho detto a Marcus Thuram quando ho incrociato il suo sguardo perché era fisicamente esausto e continuavo a dirgli che ce l’avremmo fatta. È stato allora che l’abbiamo capito tutti».