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·25 novembre 2024
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Un cambiamento impressionante. Quello che dicono i dati, ma che è stato facilmente intuibile per chiunque abbia visto Napoli-Roma.
Un Napoli quasi arrembante, convinto e più offensivo del solito nel primo tempo. Nove tiri totali, un tiro in porta, 0.89 di xG e il 76% di possesso palla: questi i dati (chiave) offensivi dei primi 45’. La media del baricentro, per la squadra di Conte, si attesta – addirittura – a 61,48 m: praticamente tutto il primo tempo è stato giocato nella metà campo avversaria. La Roma schiacciata dietro, inerme e mal organizzata: 31,31 m il baricentro della squadra di Ranieri. Produce tanto, sfruttando – forse per la prima volta – tanto le fasce e i cross. Pesa l’errore di Kvara dopo 90 secondi, che nasce proprio da un traversone da una fascia all’altra del campo.
Altra storia il secondo tempo o meglio: dal gol di Lukaku in poi. Il Napoli si ritrae, invitando gli avversari ad alzarsi e quasi li porta nella propria area di rigore, aumentando i rischi e diminuendo la produzione offensiva. Il baricentro si abbassa di ben 13,57 METRI: tantissimo. Gli azzurri concedono, forse troppo presto, il pallino del gioco alla Roma, che – ovviamente – accetta il cambio del Napoli e alza il proprio baricentro di 14,21 METRI.
Per capire quanto abbia inciso questo nuovo assetto tattico, che poi nuovo non è perché il Napoli quando passa avanti tende sempre ad abbassarsi, basta guardare le posizioni medie. Nel primo tempo vediamo una costruzione 3+2 con Di Lorenzo vicino a Lobotka. In fase di possesso quasi, un 4-1-4-1 con Anguissa e McTominay altissimi e i due esterni (Kvara e Politano) molto più larghi. Nel secondo tempo cambia tutto: 5-4-1 con Politano sulla linea dei difensori e la mediana del Napoli abbassata di 15 metri.
Fonte foto: Lega Serie A
Carlo Gioia
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