Inter Milan
·30 ottobre 2024
In partnership with
Yahoo sportsInter Milan
·30 ottobre 2024
A soli tre giorni di distanza dal confronto di domenica contro la Juventus, la squadra di mister Inzaghi torna in campo per affrontare l’Empoli nel turno infrasettimanale. La formazione guidata da Roberto D’Aversa occupa attualmente l’undicesima posizione in classifica con undici punti, ma non ottiene una vittoria in Serie A dal match dello scorso 20 settembre contro il Cagliari. La squadra toscana, tuttavia, nelle quattro partite giocate sin ora al ‘Castellani’ ha ottenuto pareggi contro Monza, Juventus e Fiorentina, perdendo solo un confronto, per 0-1, contro il Napoli. Nonostante le difficoltà a trovare la rete (solo sette sin ora in campionato in nove partite), l’Empoli si è messa in mostra come una squadra organizzata, vigile nel corso dei novanta minuti e con elementi di qualità a disposizione, oltre che giovani. I toscani sono infatti al quarto posto della classifica per età media dei giocatori in campo in questa stagione.
D’Aversa, arrivato sulla panchina dell’Empoli nel corso dell’estate, ha lavorato nelle prime giornate di campionato al fine di trovare l’assetto tattico migliore, partendo due punti di riferimento fissi come la difesa a tre e l’impiego di soltanto un attaccante. Nelle ultime partite l’assetto che sembra prendere la formazione nel corso della gara è un 3-5-1-1 con uno tra Grassi e Maleh che spesso si abbassa tra la linea dei centrocampisti e quella dei difensori, con Fazzini che invece agisce nella trequarti alle spalle di Lorenzo Colombo.
In difesa Ismajli e Goglichidze sono due giocatori che si sono messi particolarmente in luce sin ora in campionato: il centrale albanese, in particolare, in campo coordina i movimenti della difesa, rivelandosi un leader tecnico e vocale ai servizi di D’Aversa. L’Empoli ha la seconda miglior difesa del campionato con soli sei gol subiti, soltanto Napoli e Juventus, con cinque, ne hanno subiti di meno. La squadra di D’Aversa, corre, si spende ed è asfissiante nel pressing e nella rincorsa, un modo di giocare che in questo avvio di campionato ha messo in difficoltà Fiorentina, Juventus e Napoli.
Oltre ad avere la seconda miglior difesa della Serie A, l’Empoli è anche la seconda squadra del campionato per chilometri corsi a partita. In una formazione sia di quantità che di qualità, i toscani hanno due elementi su tutti che tecnicamente si stanno rivelando sopra la media, Jacopo Fazzini e Tino Anjorin.
Fazzini, prodotto del settore giovanile dell’Empoli e in campo con le nazionali giovanili italiane dal 2019 non è di certo una sorpresa: il fantasista, nonostante abbia saltato qualche gara per infortunio, quando è in campo fa la differenza e possiede non solo la creatività e la visione di gioco necessarie per dare linfa alle manovre offensive della squadra, ma ha anche la rapidità di pensiero e i piedi per poi mettere in atto le sue idee. Seppur dal punto di vista della produzione statistica Fazzini non sta ancora raccogliendo i frutti desiderati, in una squadra che sta comunque ancora ricercando la lucidità richiesta in fase realizzativa, il giocatore classe 2003 è un uomo chiave per D’Aversa. Nel corso del match a Fazzini viene data libertà, il centrocampista si abbassa nella linea dei centrocampisti in fase di non possesso al fine di aiutare nel contenimento degli avversari per poi spaziare su tutto il fronte offensivo in fase di possesso, con l’obiettivo di rifinire il pallone per i suoi attaccanti o cercare la conclusione dalla distanza.
L’altro elemento che si sta rivelando sempre più imprescindibile per il tecnico dei toscani è Tino Anjorin, classe 2001 arrivato dal Chelsea. Seppur con i londinesi non ha mai trovato spazio, il centrocampista inglese ha fatto esperienze in Russia e con l’Huddersfield Town e Portsmouth oltre che con le nazionali giovanili inglesi, dall’Under 17 all’Under 20. Anjorin è una pedina estremamente duttile in grado di poter giocare terzino sinistro in una difesa a quattro, mezz’ala, oppure come esterno a tutta fascia in una linea a cinque o a quattro. L’inglese rispecchia perfettamente l’impronta data da D’Aversa alla squadra, è un giocatore intenso, di sacrificio che però tecnicamente e fisicamente è in grado di reggere bene i novanta minuti, svolgendo principalmente il lavoro di recupero palla e di smistamento rapido del pallone per dar vita a ripartenze.
In fase di non possesso la squadra toscana porta spesso tutti i giocatori di posizione dietro la linea della palla, andando a formare un 5-4 molto roccioso, con il solo Colombo al di fuori di questo schieramento. I nerazzurri andranno dunque ad affrontare una formazione che, spendendosi così tanto, costringe al sacrificio anche la squadra avversaria. L’Empoli in questo avvio di campionato ha dimostrato di soffrire in contropiede, rendendo invece la vita difficile agli avversari nelle manovre offensive a squadra schierata.
Se da una parte l’Empoli ha subito solo sei gol in tutto il campionato, dall’altra ne ha realizzati solo sette, a pari merito con Genoa e Venezia, con solo il Lecce che he ha messi a segno meno. Con Sebastiano Esposito, fonte di costante fantasia e pericolo, fermo per infortunio, Lorenzo Colombo deve sgomitare ancora di più.
Colombo, dotato di ottimi colpi e buona tecnica, si trova spesso isolato contro la difesa avversaria schierata e tende, anche per caratteristiche personali, ad abbandonare l’area di rigore per cercare spazi al di fuori di essa, lasciando però l’area stessa ancora più sgombra. Lo stesso avviene per Ola Solbakken, che, quando in campo, mette comunque in mostra le sue caratteristiche più da esterno offensivo che non da presenza in area di rigore.
L’Empoli ha fantasia e fa girare il pallone con efficacia alla ricerca di spazi che però spesso non vengono trovati, lasciando dunque appassire le manovre offensive. Ciò che la squadra spende difensivamente e a centrocampo, anche a livello di assetto e di uomini in campo, si riflette in qualche modo in attacco, dove la formazione spesso oltre a Colombo e Fazzini può contare solo sugli inserimenti di Gyasi, il quale è però chiamato a svolgere un dispendioso lavoro a tutta fascia. Fazzini, Colombo e Solbakken, così come Pellegri in uscita dalla panchina, hanno tutti colpi importanti che sono in grado di impattare sulla partita, ma il lavoro offensivo dell’Empoli è attualmente molto più incentrato sui colpi delle singole pedine che non su un lavoro coordinato ed organizzato.
Quella che si troveranno davanti i nerazzurri sarà una squadra ostica, molto presente soprattutto in difesa e a centrocampo, che farà di tutto per asfissiare le manovre con corsa e pressione.