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·19 ottobre 2024

Focus avversari: la Roma

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La sosta è terminata, si torna in campo. A dare il via a un filotto nel quale i nerazzurri giocheranno sette partite in ventidue giorni è il match contro la Roma. L’Inter al secondo posto in classifica con 14 punti affronta i giallorossi, al nono posto con dieci punti, in quello che si prospetta un confronto complicato per la squadra di mister Inzaghi.

Nonostante la Roma sia reduce da un cambio di guida tecnica avvenuto dopo la quarta giornata di campionato, la formazione ora guidata da Ivan Juric può contare su individualità di alto livello, in grado di impattare tutte le partite in modo significativo. Nei tre match sin ora allenati da Juric davanti al pubblico di casa, la Roma non è mai uscita sconfitta, totalizzando due vittorie (contro Udinese e Venezia) e un pareggio (contro l’Athletic Bilbao in Europa League), con sei reti segnate e sole due subite all’attivo. A causa del cambiamento sulla panchina avvenuto circa un mese fa, la Roma resta in continua evoluzione.


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ALLA RICERCA DI UN’IDENTITÀ

Passare da Daniele De Rossi a Ivan Juric ha inevitabilmente spinto i giallorossi a intraprendere un nuovo percorso, alla ricerca di un’identità ben definita che il tecnico croato è certamente riuscito a trovare nelle sue ultime due esperienze con il Torino e il Verona.

Juric è sempre riuscito a fornire alle sue formazioni tre fattori fondamentali: l’organizzazione tattica, la solidità difensiva e la resistenza fisica nel corso dei novanta minuti. Il tecnico è ancora nella fase primordiale del suo percorso alla guida della Roma: cinque partite con due vittorie, due pareggi e una sconfitta tra Serie A ed Europa League, molti esperimenti e una solidità ancora lontana dall’esser raggiunta.

Nel corso dell’estate i giallorossi hanno aggiunto dodici nuovi giocatori di movimento, una rifondazione significativa che necessita tempo. Un aspetto del gioco sul quale Juric sta lavorando profondamente è la fase difensiva: dal suo arrivo la Roma è riuscita a collezionare soltanto una porta inviolata, nel match d’esordio contro l’Udinese. Da lì quattro gare consecutive con un gol subito. Nella linea a tre del caratteristico 3-4-2-1 del tecnico croato, Mancini e Ndicka sembrano essere le costanti, con la posizione di braccetto sinistro aperta a un ballottaggio continuo tra Hermoso e Angeliño, con il neo-arrivato Hummels ancora a secco di presenze dal suo arrivo.

Gli esterni Celik ed El Shaarawy (che sarà assente nel match di domenica, portando presumibilmente Hermoso nella linea a tre e Angeliño sulla fascia sinistra) impiegati a tutta fascia hanno sofferto molto in questo avvio di stagione in fase difensiva, costringendo il terzetto arretrato a dover sopportare una pressione molto più elevata.

Subendo sovrapposizioni e perdendo confronti nell’uno contro uno, la Roma è sin ora apparsa in difficoltà sulle due corsie laterali, con la linea a tre che si trova spesso affannata nel dover limitare gli arrembaggi avversari tentando di cercare il giusto posizionamento in corsa.

I giallorossi si trovano al momento al decimo posto in Serie A per expected goals subiti, un dato decisamente atipico per una squadra allenata da Juric, il quale lo scorso anno concluse con il terzo dato migliore del campionato dietro soltanto a Juventus e Inter, fattore che certifica il fatto che la Roma stia ancora lavorando nel tentativo di raggiungere un equilibrio fondamentale per l'allenatore, le vere e proprie fondamenta sulle quali poi costruire il resto dell’identità della squadra.

Davanti alla difesa invece l’altro binomio che sin ora è stato una costante è la coppia formata da Koné e Cristante. Le caratteristiche del centrocampista italiano sono ben compensate dal lavoro svolto dal nazionale francese, dalle caratteristiche “box to box” che lo rendono tanto efficace in fase di marcatura del portatore di palla con conseguente recupero, quanto propositivo nella manovra offensiva, con un lavoro che trova vita fino ai confini dell’area di rigore avversaria dove supporta le spinte dei quarti o prova la conclusione. I giallorossi in questa zona del campo possono contare anche su uno dei giocatori che più si è messo in mostra nell’ultimo mese di campionato, Nicolò Pisilli, prodotto del vivaio della Roma, fresco di prima convocazione con la Nazionale. La sua esuberanza a metà campo e la sua capacità di inserimento in fase offensiva e sui calci piazzati sono tutti elementi che hanno spinto Juric a renderlo una parte sempre più integrante delle sue rotazioni, un profilo in grado di regalare alla squadra sia quantità che qualità.

Il neo-acquisto Enzo Le Fée è invece al rientro da un infortunio che lo tiene ai box dalla seconda giornata di campionato e per caratteristiche rappresenta un elemento perfetto per i compiti richiesti dall'allenatore. Il tecnico dunque si trova ad avere in mano del buon materiale con il quale lavorare, ma solo il tempo permetterà a Juric di dare ai giallorossi l’equilibrio e l’aggressività in difesa e in mediana, così come sulle fasce, che da sempre caratterizzano il suo calcio. La Roma è ben incanalata nel percorso di ricerca di un’identità.

L’IMPREVIDIBILITÀ OFFENSIVA

Se le trame offensive dei giallorossi sono ben lontane dall’essere definite, il talento individuale degli interpreti a disposizione di Juric bastano per rendere la Roma una squadra estremamente pericolosa nell’ultimo quarto del campo. Nel match contro l’Inter, Juric dovrebbe avere a sua disposizione il reparto offensivo al completo, tranne per Saelemaekers, ancora out per infortunio. Nella trequarti operano Paulo Dybala, il settimo giocatore della Serie A per expected assists ed un creatore di gioco senza eguali nel campionato e Lorenzo Pellegrini, una pedina sempre pericolosa, soprattutto nella conclusione dalla distanza. Con caratteristiche simili a quelle del fantasista argentino, ci sono anche Matias Soulé e Tommaso Baldanzi, tutti profili abili nell’operare nello stretto, dal repertorio esteso in fase di conclusione e fenomenali nell’ultimo passaggio. Se da una parte Dybala è una certezza, dall’altra Soulé, arrivato in estate dalla Juventus, sta ancora lavorando nel tentativo di trovare la sua posizione e tornare a giocare con la naturalezza e l’esuberanza che lo ha fatto esplodere sul palcoscenico della Serie A con il Frosinone. Dybala, Soulé e Baldanzi sono tutti giocatori dalle eccellenti doti tecniche in grado di indirizzare le partite con una giocata, con un’invenzione dal nulla. I fantasisti giallorossi amano creare nella trequarti e sono in grado di creare trame elaborate e triangolazioni ad alta velocità negli spazi, giocate che poche altre squadre del campionato sono in grado di costruire.

A “centralizzare” le iniziative dei suoi fantasisti c’è l’ariete Artem Dovbyk, il quale, reduce da un problema fisico riscontrato con l’Ucraina dovrebbe comunque riuscire ad essere in campo all’Olimpico. Dovbyk, sesto in Serie A per expected goals, è un numero nove moderno, dinamico, in grado di far male in profondità, ma allo stesso estremamente rifinito tecnicamente. Un leone che mette pressione alla linea difensiva avversaria e che sfrutta al massimo il suo corpo e la sua velocità per infastidire ed indurre all’errore, ma che allo stesso tempo cerca di dare valore ad ogni pallone che passa dai suoi piedi in area di rigore. L’ucraino non è un attaccante istintivo, che tenta di spedire immediatamente in porta ogni occasione che passa nelle sue zone di competenza: bensì ricerca il pallone, lo pretende e lo valorizza, in un pacchetto che lo rende un attaccante tanto famelico quanto elegante ed efficace. I giallorossi sono soltanto all’inizio di un lungo percorso che li vedrà formarsi tatticamente e che li porterà a controllare e gestire le partite secondo l’impronta di gioco che verrà man mano coltivata. Nel frattempo però la Roma ha abbastanza talento a disposizione per mettere comunque in difficoltà qualsiasi avversario si trovi davanti.

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