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·6 dicembre 2024

Fiorentina, Bove, si va verso il patch sottocutaneo. E ora?

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All’Ospedale Careggi di Firenze, l’attesa ha il volto dei parenti che, da ore, scrutano quella porta impenetrabile, separati dai loro cari ricoverati nella terapia sub-intensiva. Tra questi c’è Edoardo Bove, giovane talento di 22 anni, risvegliatosi lunedì dopo una notte in coma farmacologico.

Fiorentina, Bove, si va verso il patch sottocutaneo. E ora?

Vivo e lucido, ma incapace di comprendere appieno perché non potesse tornare subito in campo per la Fiorentina, il suo sogno interrotto bruscamente da un’aritmia che l’ha colpito domenica scorsa sul prato del Franchi.


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Un talento sospeso tra speranze e paure

Man mano che i medici analizzano i tracciati e i risultati degli esami, la prospettiva di rivedere Bove in campo si fa più incerta. Per un giovane ormai pronto a spiccare il salto definitivo nella sua carriera calcistica, questa battuta d’arresto è una sterzata spietata, tanto improvvisa quanto difficile da accettare.

I medici lavorano su diversi fronti: dalla comparazione tra le nuove immagini di risonanza magnetica e Tac coronarica con quelle degli anni successivi alla miocardite da Covid nel 2020, fino all’analisi del Dna per individuare eventuali predisposizioni genetiche. Una risposta definitiva potrebbe richiedere settimane, ma già nei prossimi giorni Bove potrebbe trovarsi di fronte a una decisione cruciale: accettare l’impianto di un defibrillatore sottocutaneo, una soluzione salvavita che, però, pone un ostacolo insormontabile per il suo futuro calcistico in Italia.

Defibrillatore sottocutaneo: una scelta di vita e di carriera

L’impianto del defibrillatore, una procedura ormai di routine nei reparti di Cardiologia, garantirebbe a Bove una protezione completa contro eventuali recidive, permettendogli di vivere senza timori. In molti Paesi, con questa soluzione, sarebbe ancora possibile competere ai massimi livelli calcistici. Tuttavia, in Italia, la legge vieta qualsiasi attività agonistica per chi indossa questo dispositivo.

Rinunciare all’impianto significherebbe mantenere intatte le ambizioni sportive, ma con rischi troppo elevati per la salute, un prezzo che in pochi sarebbero disposti a pagare.

Le parole di Ranieri: “Un abbraccio grande, tieni duro”

Nel frattempo, messaggi di affetto e sostegno non mancano. Il tecnico della Roma, Claudio Ranieri, ha voluto inviare un messaggio diretto a Bove: “Un abbraccio grande, tieni duro”. Parole semplici, ma che testimoniano quanto il giovane sia amato e rispettato nell’ambiente calcistico.

Conclusione: tra sogni e realtà

Per Edoardo Bove, ogni giorno che passa è un passo verso una decisione che potrebbe cambiare la sua vita per sempre. Il calcio, il sogno di una vita, si scontra con una realtà sanitaria ineludibile. La scelta non sarà facile, ma qualunque direzione prenda, sarà guidata dalla necessità di mettere la salute al primo posto. Una partita, quella con la vita, che vale più di qualsiasi trofeo.

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