Cagliarinews24
·13 giugno 2025
Filippini ricorda: «Cellino nei primi anni a Cagliari ha fatto bene, per questo noi tifosi del Brescia pensavamo che…»

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·13 giugno 2025
Antonio Filippini, figura iconica del calcio italiano, particolarmente legato ai colori del Brescia, ha rilasciato una significativa intervista per Mondo Primavera, toccando diversi temi caldi dell’attualità calcistica. Filippini, la cui carriera da calciatore lo ha visto vestire anche le prestigiose maglie di Lazio e Livorno, oltre a quelle di altre importanti squadre, non ha risparmiato critiche all’ex patron del Cagliari, Massimo Cellino.
Le parole di Filippini arrivano in un momento di grande fermento e di profonda delusione per i tifosi del Brescia, in quanto Cellino, ormai ex presidente delle Rondinelle, si trova al centro di un ciclone di polemiche per la gestione che molti definiscono “fallimentare” del club lombardo. La situazione del Brescia è particolarmente delicata, con l’iscrizione al campionato a rischio e accuse di irregolarità finanziarie che gravano sulla società (dovrebbe ripartire dall’Eccellenza al momento n.d.r.).
Filippini, con la sua esperienza e il suo profondo legame con il mondo del calcio, ha espresso un giudizio netto sulla responsabilità di Cellino. La sua analisi si concentra sulla gestione del club, sottolineando come l’ex presidente sia l’unico e il principale responsabile di una situazione che ha portato il Brescia sull’orlo del baratro. L’amarezza e la rassegnazione che si percepiscono tra i tifosi bresciani sono, secondo Filippini, diretta conseguenza di scelte che hanno compromesso la stabilità e la programmazione del club.
L’intervista ha messo in luce non solo la delusione per lo stato attuale del Brescia, ma anche un velo di critica più generale verso un sistema in cui, a volte, la gestione economica prevale sull’attenzione al bene sportivo e alla tradizione delle squadre. Le dichiarazioni di Filippini, quindi, non sono solo un’analisi puntuale della situazione del Brescia sotto la guida di Cellino, ma anche un monito per l’intero panorama calcistico italiano, che necessita di maggiore trasparenza e di una gestione più oculata per tutelare la storia e la passione che ruotano attorno ai club. Le sue parole:
«Sinceramente, quando è arrivato, noi tifosi del Brescia, ma anche gli addetti ai lavori, eravamo molto fiduciosi. Venivamo da anni difficili, e la società sembrava finalmente pronta a ripartire. Cellino, a Cagliari, nei primi anni della sua gestione, aveva fatto bene, ad eccezione dei problemi legati al tema stadio, si era dimostrato coinvolto e determinato. A Leeds aveva avuto dei problemi, è vero, ma ci sono anche tante situazioni burocratiche che in Italia non possiamo conoscere o prevedere. Nonostante tutto, a Cagliari aveva fatto bene, si era costruito un certo nome. Per questo eravamo davvero speranzosi. Come ho detto prima, sembrava che avessimo affidato le chiavi del club a qualcuno che avrebbe potuto fare la differenza. Purtroppo, non è andata come sognavamo».