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Redazione·12 maggio 2021

Ferran Soriano, ecco chi c'è dietro i successi del Manchester City

Immagine dell'articolo:Ferran Soriano, ecco chi c'è dietro i successi del Manchester City

Dietro una grande squadra, c’è sempre una grande dirigenza. Il cuore pulsante di un club, l’anima di chi sa trasformare idee e progetti in trofei, vittorie, successi. Il Manchester City è diventato una macchina perfetta, il lavoro di Pep Guardiola sul campo come nella gestione di tutti i dettagli del club è eccellente; nessuna sorpresa, solo la conferma di un allenatore straordinario che sa affermarsi ai massimi livelli con la qualità al centro del suo mondo.

Il segreto per un ciclo straordinario spesso però è nascosto anche nel volto di chi lavora quotidianamente per un club. Chi costruisce il progetto, lo modella, studia, reinventa, alimenta senza sosta. E magari sceglie proprio quel Pep Guardiola come guida. Ferran Soriano i Compte, per tutti Ferran Soriano, è il vero deus ex machina del capolavoro Manchester City.


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Il dirigente catalano è uno degli uomini che contribuiscono alla creazione dell’era indelebile del Barcellona… proprio di Guardiola, fino al 2012 quando la tentazione Manchester City è un richiamo troppo forte. Un’occasione, opportunità che Soriano coglie al volo. Nuovo paese, nuove abitudini, un calcio completamente diverso e ambizioni importanti. Non una sfida per tutti, la affronta con un sì immediato e diventa il Chief Executive Officer del Manchester City.

Qualcosa in più di un semplice dirigente, il vero uomo che gestisce l’intero City Group. Perché da quando è arrivato Soriano il club si è allargato con il controllo di altre società in tutto il mondo, una rete globale formidabile per scouting e academy, un impero economicamente fortissimo ma che va manovrato alla perfezione per ottenere risultati in campo e fuori. Le chiavi le ha proprio Ferran, un rapporto straordinario con Guardiola e anche il lato umano, la serietà ma allo stesso tempo la leggerezza di un dirigente di livello mondiale che è apprezzata da tutti al Manchester City, giocatori compresi.

L’abilità di Soriano è stata proprio nell’organizzazione del lavoro di squadra a lungo termine: priorità alla costruzione di un Manchester City vincente e futuribile, investimenti chiari per l’espansione del City Group con altre società coinvolte da New York fino al Girona, dare vita a un team dirigenziale eccellente con figure di fiducia come Begiristain all’area sportiva, già braccio destro ai tempi del Barça, ma anche Esteve Calzada all’area marketing per lo sviluppo migliore possibile del marchio fuori dal campo. Impossibile nominarli tutti, gli uomini di Soriano e di Pep: tanti ed eccellenti, da Estiarte fino a Txiki. Fino al rapporto diretto con tutti i protagonisti, da Pep ai calciatori che hanno portato i veri risultati sul campo di un City che oggi è un riferimento internazionale.

E la bacheca dei trofei dei Citizens dalla rivoluzione di Ferran Soriano in avanti parla chiaro: dal 2012 sono arrivati quattro successi in Premier League, l’ultimo proprio in questi giorni; ma anche otto coppe nazionali e una storica finale di Champions League da giocare contro il Chelsea. Il rebuilding di un club in meno di dieci anni, l’affermazione del Manchester City e del marchio City a livello mondiale fanno il resto. Una squadra straordinaria, in campo e fuori.

Perché i trofei parlano, ma l’intensità del lavoro di gruppo fa il resto: da Soriano a Guardiola, i giocatori che gradiscono un rapporto così diretto con la società e una presenza costante, un’unione tra area dirigenziale, sportiva e tecnica che si può trovare in pochi club al giorno d’oggi e che incide sulle prestazioni in campo per la serenità della squadra.

Il bilancio racconta di ricavi schizzati dal 19esimo posto del 2012 ai livelli top mondiali di oggi per il Manchester City, il marchio è in crescita esponenziale, lo scouting consente di pescare opportunità come il brasiliano Kayky con mesi di anticipo rispetto alle concorrenti a prezzi nettamente vantaggiosi. E poi il mercato, costruito con intelligenza e non più con forzature: Koulibaly costa troppo? Dopo mesi di trattative, blitz per Ruben Diaz in pochi giorni e così arriva a Manchester il miglior difensore dell’anno in Europa. La strategia di una dirigenza vincente.

Insomma, il club è chiaramente florido dal punto di vista economico e può permettersi grandi investimenti… ma non si vince solo e soltanto così. Serve altro, Guardiola è la chiave e il lavoro di Ferran Soriano è altrettanto prezioso. Dietro di loro, una squadra di fuoriclasse in campo e nel rapporto umano. Il capolavoro Manchester City è anche, soprattutto questo.