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·27 febbraio 2025

Exor cede il 4% di Ferrari, gli analisti: «Operazione positiva per la holding»

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Nella giornata di ieri Exor, holding della famiglia Agnelli-Elkann, ha annunciato la vendita del 4% delle proprie azioni in Ferrari per un’operazione che garantirà circa 3 miliardi di euro alla controllante, proprietaria anche della Juventus e di Stellantis. Exor ha confermato in una nota il suo pieno impegno di azionista di lungo termine di Ferrari. A seguito di questa operazione, il titolo di Ferrari sta perdendo oltre l’8% in Borsa.

Attualmente, Exor detiene il 24,9% dei diritti economici di Ferrari e il 36,7% dei diritti di voto nel capitale sociale di Ferrari. Al perfezionamento della transazione annunciata, Exor resterà il maggiore azionista singolo della società di Maranello, con circa il 20% dei diritti economici e il 30% dei diritti di voto nel capitale sociale di Ferrari.


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A questo riguardo, gli analisti di Equita hanno definito l’operazione molto positiva per Exor per i seguenti motivi:

  • sia la valutazione di Ferrari e il rischio di dazi da parte degli Stati Uniti (riteniamo che l’elasticità al prezzo dei clienti Ferrari sia bassa, ma ieri Trump ha rilanciato l’ipotesi di dazi al 25% per le auto importate dall’Europa che per Ferrari rappresenta un quarto del fatturato)
  • che lo sconto sul NAV cui tratta EXOR (50%) in quanto permette di cristallizzare una parte della valutazione di Ferrari, rafforza la struttura finanziaria e riparte col buy-back.

Ferrari ha partecipato all’ABB concludendo la settima tranche di buy-back, investendo 300 milioni di euro (10% del placement) per acquistare 667mila azioni (0.3% del capitale) da cui deriviamo un prezzo del placement a 450 euro. «Questa mossa ci sorprende – si legge nella nota degli analisti di Equita –, ritenendo non fosse necessaria per coprire il book, anche se per Ferrari ha un impatto limitato. Con questa tranche di buy-back rimangono meno di 0.3bn da spendere del piano da 2bn lanciato nel 2022».

Secondo gli analisti, inoltre, questa scelta è stata dettata dalle seguenti motivazioni:

  • ridurre la concentrazione del portafoglio: il peso di Ferrari scenderebbe dal 50% al 43%
  • permettere una grossa acquisizione: stimiamo che Exor incassi oltre 3,1 miliardi, quasi azzerando il debito a livello di holding (LTV da 8% a 1%); assumendo la conferma del LTV cap a 0.2x teoricamente avrebbe una potenza di fuoco di 6-7bn. Nessun indizio su nuovi potenziali investimenti a parte i settori di interesse (tech, lusso e healthcare)
  • effettuare un nuovo buy-back da 1 miliardo: immaginando un rimbalzo del titolo permetterebbe di acquistare intorno al 4% del capitale che se venisse cancellato avrebbe un effetto positivo sul NAV del 2% circa.

Al termine dell’ABB, Exor resta il primo azionista col 20% del capitale e il 30% dei diritti di voto (sommando Piero Ferrari, con cui ha un accordo, raggiungono circa il 50%).

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