Evani: «Vi racconto il mio passaggio alla Sampdoria» | OneFootball

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·19 aprile 2024

Evani: «Vi racconto il mio passaggio alla Sampdoria»

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Chicco Evani, ex giocatore della Sampdoria, ha rilasciato una lunga intervista ripercorrendo i passi della propria carriera

Quest’oggi il quotidiano La Repubblica ha pubblicato la lunga intervista realizzata con Chicco Evani. L’ex giocatore della Sampdoria ha parlato in modo diffuso della propria carriera, tra cui il momento dell’arrivo in blucerchiato. Le sue parole:

PASSAGGIO AL SAMP NEL 93′ – «Alla fine del campionato erano in programma i Mondiali negli Stati Uniti e ho scelto di venire a Genova per poter giocare con maggiore continuità e avere più possibilità di essere convocato, come poi è successo».


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PRESSING ASFISSIANTE – «Roberto Mancini ha insistito tanto durante i ritiri con l’Italia. Mi ha raccontato della società e di tutto il resto e mi ha trasmesso questa sua grande passione per il blucerchiato. Alla fine mi ha convinto ed è stata certamente una scelta giusta».

LA MIA SAMPDORIA – «Cose speciali? Tutto o quasi, con un presidente molto affezionato e generoso. Non potevo fare una scelta migliore. Piazza, affetto dei tifosi, la squadra molto forte: potevamo anche fare qualcosa in più. Mancava solo un po’ di esperienza in qualche ruolo. Sacchetti e Bucchioni, ad esempio, erano alle prime esperienze, avevano bisogno di tempo. Erano ragazzi affidabili e di qualità, ma contano anche le partite disputate».

ULTIMO TROFEO BLUCERCHIATO – «Questo successo, nonostante abbia collezionato tanti trofei in carriera, ebbe un sapore particolare, perché non avevo mai vinto la Coppa Italia. L’avversario era di serie B, ma all’andata aveva creato problemi e non eravamo andati oltre il pareggio senza reti, con qualche sofferenza. Nel calcio non c’è mai nulla di facile».

PRIMA DA EX CONTRO IL MILAN – «Perdevamo 2-0 alla fine del primo tempo e sembrava chiusa. Venne riaperta e vinta meritatamente con una ripresa straordinaria contro una squadra che ha poi vinto scudetto e Coppa Campioni. È stata una soddisfazione. Sono cresciuto con i rossoneri e dimostrare che sei sempre all’altezza fu una gratificazione. Ricordo? Il mio abbraccio con Gullit dopo il suo gol del definitivo 3-2, ho anche una foto di quel momento. Esprime la felicità su un campo di calcio. È stato bello».

ERIKSSON – «Sapere della sua malattia mi intristisce molto. Il pensiero corre a quel periodo, il mister era una persona solare, sempre positivo. Non ricordo mai una sua incazzatura. Ha sempre dato serenità alla squadra e non si arrabbiava anche quando aveva tutte le ragioni».SAMPDORIA IERI E OGGI – «Sono stato bene a Genova e con le persone. C’è riconoscenza. So quanto hanno sofferto i tifosi, conosco il loro amore e mi sono sentito vicino alla gente in questo momento difficile. In questa stagione c’è qualche segnale positivo. Oggi? Seguo sempre la Sampdoria, Pirlo ha trovato la quadratura e ora arriva il momento decisivo del campionato».

EUROPEO CON MANCINI – «Vialli? Ha avuto un ruolo fondamentale. Aveva una sensibilità fuori dal comune, mi ricordava sempre che l’ultimo gol in azzurro, contro Malta fu favorito da un mio assist. È stato fondamentale per la conquista dell’Europeo. Era la persona che aveva più bisogno di aiuto per la sua salute e invece trasmetteva coraggio e positività a tutti».

VIALLI E MIHAJLOVIC – «Due grandi uomini. Mi ricordo che Sinisa, quando gli diagnosticarono la malattia, disse che aveva sbagliato persona perché non avrebbe vinto. Non ha mai smesso di lottare fino all’ultimo. Li sento ancora vicini. Penso sia normale, mi succede anche con mio padre. È scomparso che avevo 15 anni, non ha visto nulla di quello che ho fatto, ma l’ho sentito sempre al mio fianco».

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