Calcio e Finanza
·17 settembre 2024
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La Champions League sta per iniziare con il primo dei tre giorni completamente dedicato alla massima competizione europea per club, che da quest’anno cambia format con ben 36 squadre ai nastri di partenza.
Saranno 203 le partite della nuova edizione della Champions che si concluderà il 31 maggio 2025 con la finalissima di Monaco di Baviera. Ecco proprio l’impianto per l’ultimo atto, dove gioca il Bayern Monaco, sarà costretto a cambiare nome non solo per quella partita, ma anche in tutte le occasioni in cui i bavaresi ospiteranno un match di Champions League.
Infatti, la UEFA non adotta, come successo per gli Europei proprio i Germania nella scorsa estate, i nomi degli stadi che hanno nella propria denominazione un richiamo allo sponsor che ha un accordo con il club per i naming rights dell’impianto.
Quindi anche la Juventus e l’Atalanta, nella presentazione della UEFA, non giocheranno all’Allianz Stadium o al Gewiss Stadium, ma i bianconeri il loro esordio lo faranno allo Juventus Stadium di Torino. Un ritorno al passato per la formazione piemontese che si vede associare a quello che era originariamente il nome dell’impianto prima dell’accordo con il colosso delle assicurazioni.
Ma perché la UEFA non permette di usare il nome originale per gli stadi che ospitano manifestazioni internazionali? Il motivo si può leggere in una norma, presente nel regolamento dell’organo del calcio europeo, che regola l’uso dei naming rights:
«Eventuali naming rights dello stadio concessi dal club – recita la normativa UEFA – sono soggetti ai requisiti relativi all’area esclusiva». Per area esclusiva si intende «la sede di una partita UEFA, comprendente lo stadio stesso, tutte le aree nelle vicinanze dello stadio di proprietà, controllate o gestite dal club, nonché l’area circostante, fino a includere la recinzione che lo circonda o le strade che ne delimitano naturalmente l’area, lo spazio aereo immediatamente soprastante, e le aree dei broadcaster, della stampa e dei media».
Ciò significa che, fatte salve le seguenti eccezioni, nessun elemento dello sponsor dello stadio (ad esempio nome, logo, marchio, elemento di design, slogan o colori aziendali) può essere visibile nell’area esclusiva. Allo stesso modo, fatte salve le seguenti eccezioni, nessun elemento di questo tipo può essere visibile su alcun materiale della competizione. «Le seguenti eccezioni – si legge nel regolamento – si applicano solo in relazione a uno sponsor a cui siano stati concessi naming rights a lungo termine per lo stadio»: