ESCLUSIVA SM – Albertini: “Ci sono basi solide per il Milan del futuro. All’Europeo la Nazionale deve puntare al massimo” | OneFootball

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·13 maggio 2021

ESCLUSIVA SM – Albertini: “Ci sono basi solide per il Milan del futuro. All’Europeo la Nazionale deve puntare al massimo”

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Demetrio Albertini, tra i più grandi centrocampisti della storia del Milan e della Nazionale Italiana, è intervenuto ai microfoni di SpazioMilan. Con la maglia rossonera ha conquistato 5 scudetti, 3 Supercoppe italiane, 3 Champions League, 2 Supercoppe europee e 1 Coppa Intercontinentale, entrando di diritto nella storia del Milan.

Intervistato dal nostro Vincenzo Costantino, Albertini, presidente del settore tecnico della FIGC, ha parlato dei suoi trionfi con la maglia rossonera ripercorrendo i momenti più belli, del Milan degli ultimi anni e dell’imminente Europeo.


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Buonasera Demetrio è un piacere averti qui, ripercorriamo la tua grandiosa carriera: 13 anni con la maglia rossonera, 3 volte campione d’Europa e 5 volte campione d’Italia, Demetrio qual è il tuo ricordo più bello di questi anni pieni di trionfi?

Sicuramente il 1994 è stata la stagione più bella, con lo scudetto e la Champions League. Oggettivamente è stata una stagione meravigliosa.

Nella stagione 1988/1989, precisamente il 15 gennaio 1989 in Milan-Como il tuo esordio in A, fu Arrigo Sacchi a regalarti questa grande emozione, come hai vissuto quel momento e che legame c’era tra di voi? Puoi svelarci aneddoti curiosi di quel Milan leggendario oltre a quelli già presenti nel libro “Ti racconto i campioni del Milan” pubblicato il 30 novembre 2020?

Arrigo è stato quell’allenatore che mi ha trasformato da calciatore a giocatore di calcio, mi ha preso dalle giovanili e mi ha messo a confrontarmi con i grandi campioni e ad allenarmi. Con lui ho un legame straordinario, mi ripete sempre che sono l’unico che ha voluto ,da dirigente, continuare a lavorare con lui, gli feci una premessa: “Arrigo non ti vorrei più come allenatore ma come dirigente!” era massacrante, ma è stato colui che mi ha insegnato il professionismo, la cultura del lavoro.

Sei stato uno dei grandi protagonisti del tricolore 98/99, il metronomo della squadra, quali sono i momenti più belli di quella fantastica cavalcata?

Il primo momento fu quello di mettersi in discussione dopo due anni non brillanti, la disponibilità che la vecchia guardia ha dato a mister Zaccheroni in un cambiamento tattico e mentale. Penso che i momenti importanti sono stati tanti: il primo quello in cui non abbiamo mai mollato, specialmente nelle difficoltà iniziali. Altri momenti importanti sono stati la partita contro la Samp, nella quale in 5 minuti siamo rimasti attaccati all’opportunità di vincere lo scudetto grazie a un gol di Maurizio Ganz, altro momento bellissimo è stata la partita contro la Juventus che ha rappresentato la svolta decisiva dell’inseguimento alla Lazio.

Quale giocatore ritieni più vicino alle tue caratteristiche dell’attuale Milan?

Il calcio è cambiato tanto, nel Milan ci sono dei buoni giocatori che hanno caratteristiche diverse dalle mie ma che sommate le qualità possono ritenersi vicino a me. Bennacer è un giocatore che detta i tempi, nel calcio moderno. Continuo a dire che Tonali è un giocatore che mi assomiglia, non si è ancora espresso per le sue potenzialità e per quello che ci ha fatto vedere a Brescia, lo ritengo un giocatore importante per il Milan del futuro, deve essere meno timido, spero possa diventare importante anche per la Nazionale.

Che emozioni hai provato il 15 marzo 2006? Che sensazione si prova ad appendere gli scarpini al chiodo?

Ero molto sereno, l’ho vissuta come una festa. L’ho preparata così tanto che non ci ho pensato all’ultimo giro di campo tanto è vero che l’emozione è uscita nel sottopassaggio prima dell’ultimo giro di campo, lì ho realizzato che stavo facendo un’ultima cosa da calciatore. Regalare grandi emozioni a coloro che non avevano mai visto giocare gente come Van Basten, Gullit, ma ne avevano solo sentito parlare, è stato emozionante, è stata la festa di tutto il Milan.

Il Milan è reduce da una grandissima vittoria all’Allianz Stadium contro la Juventus, questo Milan di Pioli a cosa può aspirare nei prossimi anni?  In caso di qualificazione, potrebbe disputare una buona Champions?

Cerchiamo di pensare sempre al presente, oggi possiamo dire che ci sono delle basi solide per costruire il futuro. Molti giocatori giovani sono cresciuti molto, Çalhanoğlu e Kessie e Calabria hanno trovato la giusta continuità, dimostrando di essere delle basi solide. Continuo a dire che bisogna puntare sui titolari, non c’è bisogno di guardare solo sul mercato, se si troveranno i giusti innesti ben venga, ma bisogna puntare sulla rosa attuale perchè molti giocatori hanno dimostrato di poter ambire a qualcosa di importante.

Ibrahimovic sarà decisivo anche per il prossimo anno?

L’esperienza di Ibra dipenderà non tanto dal suo stato fisico ma dalla sua personalità, potrà trasmettere il suo carisma anche fuori dal campo. Dobbiamo essere sinceri, potremmo non avere Ibra tutte le partite della stagione, ma son sicuro che apporterà il suo entusiasmo ai ragazzi, riuscirà a dargli tranquillità.

Tra circa un mese inizierà il nostro cammino Europeo, l’Italia di Mancini può ambire alla vittoria finale? Come si affrontano questi grandi tornei?

Bisogna sperare che la squadra arrivi nella condizione migliore, gli europei e i mondiali durano un mese e recuperare la forma è sempre difficile. La nostra Nazionale deve lottare per il massimo, non può pensare di fare una comparsa all’Europeo.

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