PianetaSerieB
·10 febbraio 2023
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La 24a giornata di Serie B promette un avvio scoppiettante con l’attesissima sfida d’alta classifica fra Genoa e Palermo che potrebbe rivelarsi fondamentale per le ambizioni di entrambe le compagini. Il Grifone, dal canto proprio, tenterà immediatamente di riscattare il ko di Parma pur essendo consapevole che non sarà affatto agevole prevalere sui rosanero di Corini, lanciatissimi dai nove risultati utili consecutivi. In vista di questo ragguardevole appuntamento, la nostra redazione ha intervistato in esclusiva Rino Foschi, dirigente che – oltre ad aver assunto la direzione sportiva dei rossoblù in due diverse circostanze – ha legato indissolubilmente la propria carriera al club siciliano. Di seguito le sue dichiarazioni:
Buongiorno Direttore, l’anticipo di Serie B fra Genoa e Palermo non può lasciarla indifferente prendendo atto dell’impronta impressa nelle due piazze durante il suo longevo percorso dirigenziale. Cosa si aspetta?
“Una bellissima gara, tortuosa per entrambe le squadre. Il Genoa ha frenato col Parma e adesso necessita di riscatto. Il Palermo, invece, è riuscito a riprendersi dopo la partenza col freno a mano tirato. Parliamo di due formazioni che fino all’ultimo secondo lotteranno per conquistare la Serie A. Per quanto mi riguarda, ho fatto benissimo in rosanero e benino in rossoblù. Non me ne vogliano i tifosi liguri, ma quando si parla di Palermo non posso che manifestare il mio amore viscerale per i colori rosanero: è qualcosa di imparagonabile che non dimenticherò mai. Detto ciò, al mio amico Corini e ai suoi ragazzi auguro di sbancare Marassi e di regalare l’ennesima gioia ai tifosi”.
A proposito di Corini, i nove risultati utili di fila potrebbero rappresentare l’emblema della sua rivalsa dopo la travagliata prima parte di stagione che l’ha visto finire spesso sul banco degli imputati. Come ha invertito il trend?
“Gara dopo gara, risultato dopo risultato. Innanzitutto sono convinto del fatto che Eugenio avrà una carriera importante, è una persona intelligentissima ed è riuscito ad estrarre il meglio dai giocatori grazie al duro lavoro settimanale. Ha preso per mano la squadra diventandone il condottiero, proprio come quando indossava la fascia di capitano: il gruppo ha capito chi è Corini e viceversa, si è instaurata una forte alchimia che sta proiettando il Palermo verso un meccanismo considerevole”.
Nonostante un approccio cauto col dichiarato obiettivo della salvezza, nelle ultime settimane i rosanero hanno alzato nettamente l’asticella grazie soprattutto ad un mercato di riparazione fiorente di innesti di qualità. Avrebbe mai pensato a questo capovolgimento di fronte?
“Sinceramente no, si è verificato qualcosa di inaspettato. Era cristallino che il City Group fosse una proprietà di spessore, ma credevo che avessero in mente di dar vita ad un progetto di valorizzazione dei giovani. Invece no, stanno dimostrando di voler fare le cose per bene col proposito di replicare quanto di grandioso accaduto durante l’era Zamparini. E’ inverosimile come siano partiti con lo scopo di assestarsi e fare un campionato di transizione per poi costruire un organico di tutto rispetto. Allo stato attuale, ritengo che il Palermo sia superiore allo stesso Genoa per lo stato di forma e le motivazioni ritrovate“.
A Parma è arrivato il primo ko di Gilardino sulla panchina del Genoa dopo una striscia di sette risultati utili consecutivi che ha proiettato i rossoblù al secondo posto. Considerando la fuga del Frosinone e il fiato sul collo delle inseguitrici, il match col Palermo può essere considerato un crocevia della stagione del Grifone?
“Credo che sia ancora troppo presto per esprimere questi giudizi, siamo agli albori del girone di ritorno e le partite da giocare sono tantissime. Sicuramente sarà un incontro significativo perché permetterà ad una delle due formazioni di acquisire continuità. Il punto debole dei rossoblù è la pressione di dover vincere: la rosa è di spessore, ma probabilmente la società ha sbagliato qualcosa in fase di programmazione. Non è la squadra che ci si aspettava in estate. Il Palermo, invece, sta incrementando il tenore delle proprie prestazioni e affrontarlo è davvero dura per tutti“.
Ai tempi della sua primissima esperienza rosanero un certo Luca Toni si rivelò capace di segnare 50 reti in due stagioni tra Serie B e la massima serie. Brunori, invece, è ormai un autentico trascinatore con 43 marcature tra l’ultimo campionato di C e la cadetteria. Considerando le differenti categorie e l’inarrivabilità del primo per via della straordinaria carriera, ritiene che il capitano del Palermo possa togliersi lo sfizio di superarlo in questa particolare statistica?
“Sicuramente può superarlo, seppure siano tempi e campionati diversi. Brunori è un ottimo attaccante che ha trovato dei gol fondamentali, ripagando l’eccellente operazione di acquisizione del cartellino da parte della società. Spero che non si offenda, ma Toni era tutta un’altra cosa: una garanzia se pensiamo che sia salito sul tetto del mondo con la Nazionale. Quando arrivò in Sicilia, invece, attraversava un momento complesso della sua carriera e il suo ingaggio non godeva della stessa risonanza dell’affare Brunori una volta conquistata la promozione in B”.
In un’altra piazza blasonata quale Brescia vige il caos assoluto con le reiterate rivoluzioni in panchina, uno spogliatoio che fatica a lavorare con serenità e i risultati sul campo inevitabilmente negativi. Che idea si è fatto in merito?
“Dispiace per il Brescia che è un club davvero importante. Ritengo che ci sia un profondo problema societario. Cellino ha dovuto risolvere delle faccende personali. Oltre alla sfortuna, sono stati commessi tanti errori sulle scelte degli allenatori. Adesso sono in sofferenza e la situazione è durissima. Anche il Palermo ha cambiato guida tecnica, ma è riuscito ad ottenere dei risultati soffrendo e puntando esclusivamente su Corini che – tra l’altro – è stato allontanato ingiustamente proprio dalle Rondinelle. Credo che il presidente si sia stancato, il problema è che il gioco sta diventando molto pericoloso. Non riesco a vedere una luce in fondo al tunnel“.
Dalla sorpresa Südtirol quarto in classifica alla clamorosa delusione del Benevento penultimo. La Serie B non smette di regalare colpi di scena, cosa dovremo aspettarci ulteriormente?
“Il Benevento ha commesso un grave errore affidando la panchina ad un profilo non all’altezza della situazione quale Cannavaro. Il presidente Vigorito è ambizioso, ma non può nascondere la sua insoddisfazione seppure la salvezza sia alla portata. Davvero strabiliante il Südtirol risollevatosi con un allenatore combattente e mestierante come Bisoli, abile a trasmettere il proprio credo calcistico al suo gruppo. Anche a Cesena aveva fatto benissimo, Pierpaolo riesce ad avere questi colpi perché ha una metodologia di lavoro particolare ed efficace, è un grande motivatore oltre che persona seria. In ottica promozione diretta, continuo a credere con fermezza che il Palermo abbia più possibilità rispetto agli altoatesini che non mi sembrano pronti per affrontare immediatamente la massima serie. Nel calcio tutto può succedere, ma è già un miracolo che occupino quella posizione. Per il resto, vedremo se il Frosinone sarà in grado di mantenere il vantaggio sulle inseguitrici”