PianetaSerieB
·26 novembre 2024
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La Serie B entra nel vivo dopo due soste nel giro di un mese. L’ultimo turno ha delineato il Sassuolo come capolista del torneo in solitaria, nonché la prima vittoria di Giovanni Stroppa dal suo ritorno a Cremona al posto di Corini. Molti spunti e temi di discussione, di cui abbiamo parlato con Davide Ballardini. Il tecnico è intervenuto ai nostri microfoni per esporre il suo punto di vista su alcuni argomenti.
La Serie B è entrata nel vivo: qualche sorpresa c’è stata, altre invece hanno iniziato il proprio percorso a rilento. Quali squadre vede come sorprese, in positivo e negativo?
“Il Sassuolo si sta confermando la squadra più attrezzata. È una società forte, ambiziosa, la rosa è la più forte di questo campionato. Si vede che il Sassuolo ha uno spessore diverso rispetto a tutte le altre. L’unica che mi sorprende in negativo è il Frosinone, l’anno scorso era in Serie A e ha una società formata da dirigenti capaci, competenti, che conoscono la categoria. Nessuno si aspettava che il Frosinone a questo punto fosse ultimo, anche se non siamo nemmeno a metà girone d’andata”.
L’anno scorso cosa non ha funzionato con il Sassuolo? Quali sono state le sue impressioni, nel periodo in cui ha allenato la squadra?
“L’anno scorso il Sassuolo innanzitutto ha perso il giocatore più rappresentativo, che è Berardi. Poi magari la rosa non era stata così ben assemblata. Negli anni passati il Sassuolo aveva in certe zone del campo giocatori di altissimo livello, mi riferisco soprattutto al centrocampo (Frattesi ndr). Davanti c’erano Scamacca e Raspadori, parliamo di un Sassuolo con questi giocatori. Questi giocatori non sono stati così ben sostituiti, quindi un po’ si è andati in sofferenza e questo è quello che è successo. Hanno inciso la perdita di un giocatore così rappresentativo e non avere in certe zone del campo dei giocatori di personalità, in grado poi di trascinare anche i compagni di squadra, questo è quello che è successo l’anno scorso. Poi io ho fatto 10 partite, che non sono niente”.
Il Palermo di Dionisi: i rosanero ogni anno sembrano pronti per il grande salto, salvo poi rivelarsi discontinui.
“Oltre al Sassuolo, per me Pisa, Spezia, Cremonese e Palermo sono le squadre che si giocheranno il secondo e il terzo posto per andare in Serie A. Senza dimenticare la Sampdoria, che è sempre competitiva, però quelle quattro squadre lì si giocheranno i due posti. E poi c’è sempre magari una squadra, una sorpresa, però queste quattro o cinque squadre mi sembrano le più attrezzate per andare in Serie A. Il Palermo per me ha una società straordinariamente forte e ambiziosa, ma non solo. L’ambiente palermitano con poco può essere coinvolto. La squadra e la società devono riuscire a coinvolgere l’ambiente. I tifosi e la città ti spingono e ti portano su, ti fanno fare delle prestazioni addirittura al di sopra delle tue potenzialità. È proprio un ambiente che ti spinge molto, ma è necessario creare con esso un clima di armonia, di complicità. Ci sono tutte le prerogative per poter lottare per la Serie A, anche se in questo momento ci sono delle difficoltà. Con un giusto intervento può davvero scattare quella scintilla“.
Tra le favorite ha citato la Cremonese, vincente con il Frosinone dopo il “terremoto” allenatore. Prima l’esonero di Stroppa e l’arrivo di Corini, poi il dietrofront quasi immediato…
“La Cremonese è una società con una proprietà molto forte, molto ambiziosa e quindi certamente lotteranno fino alla fine per un posto in Serie A. Certo è che Stroppa e Corini sono due ottimi allenatori, Corini rimane un allenatore capace che conosce benissimo la categoria perché lo ha dimostrato. La società è ambiziosa, il proprietario è capace. Il dietrofront può sembrare una scelta stramba e un po’ strana; un po’ come quando a Palermo c’era Zamparini e situazioni del genere potevano verificarsi. Conoscendo l’ambiente di Cremona ci stanno queste scelte che vanno un po’ contro le abitudini normali”.
Lei come sta? Si sentirebbe pronto per una nuova esperienza, eventualmente anche in cadetteria?
“Io sto benissimo, vado in giro a vedere partite, vado all’estero e vedo partite e allenamenti. Mi manca il campo, poi non è tanto importante la categoria, ma è importante che io abbia delle buone sensazioni nel caso in cui venga chiamato da una società. Devo avere quella spinta che mi porta ad accettare, eventualmente, una proposta di allenare. Ultimamente non ho ricevuto proposte“.