🎙Esclusiva OF | Sorrentino: gli anni al Chievo e il rigore parato a CR7 | OneFootball

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Damiano Benzoni·6 ottobre 2022

🎙Esclusiva OF | Sorrentino: gli anni al Chievo e il rigore parato a CR7

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Abbiamo parlato con Stefano Sorrentino della sua carriera in Serie A e in particolare delle sue stagioni al Chievo, la squadra a cui ha legato gran parte della sua carriera e con i cui colori si è ritirato. Abbiamo anche parlato della parata che ricorda con più piacere, del gol che non riesce ancora a digerire di aver subito e di quel rigore parato a Cristiano Ronaldo.

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È stato il Chievo a riportarti in Italia dopo alcune esperienze all’estero, è la squadra per cui hai fatto più presenze e quella con cui hai chiuso la tua esperienza in Serie A. Che rapporto hai avuto con il Chievo?


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Quando tu per nove anni indossi la stessa maglia, anche se in due tranche diverse, è chiaro che c’è qualcosa che va oltre l’aspetto lavorativo. È chiaro che parliamo di una squadra piccola, se pensiamo che si tratta di un quartiere di Verona che è arrivato a giocare fino ai preliminari di Champions League, ti fa capire quanto sono stati grandi i dirigenti, da Sartori a Campedelli, in quegli anni, a costruire così tanto.

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Dopo Pellissier sono il secondo giocatore nella storia del Chievo per presenze in Serie A. E al Chievo devo tutto o gran parte della mia carriera. C’è stato anche un distacco di tre anni: ero arrivato a un punto in cui magari era giusto cambiare, in cui avevo la possibilità di andare a una big e il Chievo non mi ha dato mai la possibilità di andare. Siamo arrivati a una rottura per il bene di tutti e sono passato al Palermo. Poi c’è quel detto, “L’amore fa giri immensi…”, e dopo tre anni di Palermo sono tornato a fare altre tre stagioni al Chievo e lì ho chiuso la mia carriera…

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C’è una parata che ricordi in particolare nella tua carriera?

Sicuramente quella in Chievo-Roma su Schick di piede, che io ripeto che è la parata “da cartone animato”. Quella partita finì 0-0, era dicembre, ricordo che faceva freddo, parai di tutto e di più. Mi ricordo che Schick appena entrato in area tirò alla mia sinistra, io mi stavo tuffando a sinistra, ci fu una deviazione di un mio difensore e io in mezza rovesciata con il piede destro la calciai via proprio come un cartone animato. Quella è la parata che ricordo con più fierezza. Torniamo al discorso che per giocare in porta deve mancare qualche rotella: solamente un matto può pensare di fare qualcosa del genere.