🎙ESCLUSIVA OF | Luigi Paesano, il barbiere dei calciatori | OneFootball

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Davide Sparaco·28 ottobre 2022

🎙ESCLUSIVA OF | Luigi Paesano, il barbiere dei calciatori

Immagine dell'articolo:🎙ESCLUSIVA OF | Luigi Paesano, il barbiere dei calciatori

Luigi Paesano, il barbiere dei calciatori ci racconta il percorso che lo ha portato a prendersi cura del look delle icone del nostro calcio. Quale è stato il suo percorso, come ha fatto a legare in maniera così forte con Gigio Donnarumma e Mauro Icardi? E soprattutto, qual è l’elemento che rende unica la Luigi Paesano Experience?


Da quanto tempo pratichi questo mestiere?


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Ho cominciato a lavorare a 12 anni, quando ero in terza media. Mio padre mi prese per le orecchie e mi portò dal nostro barbiere di famiglia. Lui faceva il fabbro ma ha voluto indirizzarmi verso un mestiere di cui ci sarà sempre bisogno e soprattutto pulito. Vengo da una bella periferia di Napoli dove si cresce in fretta quindi mio padre, con un po’ di esperienza in più, ha capito che era meglio farmi intraprendere questa strada. Dunque ho frequentato l’accademia per diventare parrucchiere e una volta compiuti 18 anni, mi sono trasferito a Roma dove è iniziata la mia vera gavetta.


Tagliare i capelli a personaggi famosi: era un tuo obiettivo fin dall’inizio oppure è successo per caso?

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Sei arrivato a tagliare i capelli al tuo calciatore preferito?

Sì, ho seguito per tanto tempo il Napoli, anche in trasferta, più per un ideale. Però a me piace molto la storia di Gigio Donnarumma. Da quando ha iniziato a quello che è diventato oggi nonostante la giovane età. Da piccolino poi, ho simpatizzato per l’Inter. Quindi anche conoscere Mauro Icardi ed essere stato in grado di creare con lui il rapporto che si è creato, è stata una bella soddisfazione.

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Anche Buffon è tra i tuoi clienti. Come è stato tagliare i capelli ad un campione del mondo? Ti tremavano le forbici?

Buffon è stato uno di quelli che, conoscendolo, mi ha dato un’adrenalina e un’energia incredibile. È stata una bella sensazione, molto motivante. E no, non ho avuto timore perché mi sono sempre presentato con quel minimo di presunzione della serie “tu sei forte nel calcio, io sono forte nel mio. Io sono Gigi Paesano, piacere…”.


Il primo personaggio pubblico a cui hai tagliato i capelli?

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La giornata tipo di Luigi Paesano? E l’orario di punta?

Posso lavorare mezza giornata a Napoli e magari prendere un aereo alle 16:00 direzione Parigi, il giorno dopo devo tornare e andare a Milano ad esempio. Mi è capitato di fare (in una sola giornata) Napoli-Berlino per occuparmi di Kevin-Prince Boateng, Parigi per tagliare i capelli a Donnarumma e Icardi e infine tornare a Napoli. Tutto in giornata! Infatti scherzo spesso con i miei amici: “…vado un attimo a Parigi.”

Solitamente vado dai miei clienti il giorno prima della partita. Se ricevo richieste da più squadre allora cerco di dividerle nel mio calendario dal giovedì al sabato in modo da poterne seguire una al giorno. Solitamente riesco ad accontentarli tutti, anche grazie alla disponibilità che i calciatori dimostrano nei miei confronti.


Quanti calciatori hai all’interno della tua rosa? Qual è il reparto più affollato?

Almeno una trentina, forse qualcosa in più. Ho varie squadre per ognuna delle quali ho cinque o sei ragazzi. La maggior parte dei miei clienti sono dell’Inter. Mentre attacco e centrocampo sono i miei reparti più affollati.


Te la sentiresti di schierare un XI titolare con i calciatori che sono tuoi clienti?

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Qual è l’elemento che rende unica l’esperienza con Luigi Paesano?

Credo che ci siano molti bravi parrucchieri in giro. Allo stesso tempo però bisogna essere bravi a gestire quello che avviene dopo il taglio. Non voglio dire il rapporto, ma il modo in cui ti presenti come persona che ti permette di avere in cambio la fiducia del cliente. La luce. Arriva a crearsi un’intimità simile a quella che c’è tra due fratelli. Magari so più cose io di loro o più cose loro di me rispetto alle persone che ci stanno vicine.

Perché effettivamente non esistono filtri con il parrucchiere, é come andare al confessionale…

È vero, è proprio così. Per questo dico che il taglio possono farlo in tanti. Quello che si crea dopo però, non è per tutti. La fiducia che devi trasmettere diventa importante perché se alcuni giocatori (come ad esempio Ibrahimović) sono una carica motivazionale per me, so di poter invertire i ruoli con dei profili più giovani. Se esiste già un certo grado di confidenza posso diventare io un motivatore per loro. Mi accorgo di quando hanno bisogno di calore e cerco quindi di offrire l’appoggio di cui hanno bisogno in quel preciso momento.

Ti hanno mai svelato un rituale pre-partita particolare?

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Hai mai lanciato un trend tra i calciatori?

Il taglio di Mauro Icardi è stato quello più copiato. Molti giocatori che magari non avevano nemmeno dei rapporti con lui o i nerazzurri, mi hanno chiamato chiedendomi lo stesso identico taglio di Mauro.


La trasferta più assurda?

Ricordo quando abbiamo dovuto raggiungere il Genoa in ritiro, in Austria: due aerei ad andare e due a tornare. Poi un viaggio in Croazia, in macchina, per tagliare i capelli a 14 ragazzi della nazionale croata perché Ivan Perišić aveva deciso di fare questo regalo ai suoi compagni. Anche a Parigi sono spesso andato in macchina. Addirittura una volta mi sono imbattuto in uno sciopero quando ero a Parigi per Icardi. Quindi dopo il taglio lui mi ha dovuto prestare una delle sue macchine per ritornare verso Milano.


Donnarumma lo conosci bene, come ha vissuto il trasferimento al PSG?

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La giornata tipo con Gianluigi Donnarumma?

Partenza a qualsiasi orario! Il viaggio lo organizza sempre lui, magari mi manda il biglietto alle 2 di notte e alle 7 di mattina devo partire. Mi dice sempre di non preoccuparmi, di non prendere taxi perché viene a prendermi lui. Poi però all’aeroporto non lo trovo mai, neanche a casa sua dopo aver preso un taxi. Arriva la sera, ceniamo, giochiamo alla play, tagliamo i capelli, facciamo due chiacchiere e andiamo a dormire. È come tornare a Napoli quando si va da Gigi. Mi fa trovare il nostro salamino tipico, il formaggio mandato dalla nonna.  Io non posso portargli niente perché ovviamente segue una dieta ferrea.


Conosci bene anche Mauro Icardi, che tipo di persona è?

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Avresti mai pensato di arrivare a lavorare con dei personaggi del genere?

Se ti dico sì non mi credi. Io però immaginavo, penso che tutto parta dall’immaginazione. Quando la mia compagna mi ha conosciuto io lavoravo ancora come dipendente in quel salone di Roma. Ma le dicevo sempre “voglio arrivare a Milano, voglio arrivare a questi calciatori, voglio essere un barbiere riconosciuto”. Erano dei desideri che nascevano quando non avevo nulla, quando lavoravo in maniera normale dal lunedì al venerdì nella periferia di Roma. Tutto il resto era un sogno. È vero che non serve solo immaginare, sognare è bello, però fare azioni è quello che serve realmente. Ed eccomi qui.