[ESCLUSIVA] Massimo Adalberto Benassi, a.d. Deportivo La Coruña: "Orgoglio, tradizione e futuro per tornare grandi" | OneFootball

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·3 febbraio 2025

[ESCLUSIVA] Massimo Adalberto Benassi, a.d. Deportivo La Coruña: "Orgoglio, tradizione e futuro per tornare grandi"

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La squadra, rappresentativa della città perno della comunità della Galizia, ottenne lodevoli risultati in alcune edizioni della Champions League nella prima metà degli anni 2000. Rispolveriamo solo qualche nome per gli appassionati: Tristan, Jorge Andrade, Luque, Pandiani. Con questi è altri interpreti la compagine biancoblu vinse pure una Liga.

Il sodalizio spagnolo, però, guarda avanti con rinnovata fiducia ed un progetto societario all'avanguardia e sostenibile sul piano finanziario. Oggi il club milita ne LaLiga2  con il chiaro intento di rinverdire i fasti di un tempo.


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Social Media Soccer ha intervistato in esclusiva Massimo Adalberto Benassi, l'attuale Amministratore Delegato del Deportivo La Coruña. Un dialogo ampio, variegato e ricco di particolari molto interessanti.Ciao Massimo Adalberto, grazie per la disponibilità.Quali strategie di engagement ha implementato il Deportivo per fidelizzare i tifosi dopo gli anni di gloria in Liga e Champions League? In che modo la nostalgia degli anni 2000 è stata sfruttata per attrarre nuovi tifosi e mantenere un legame con quelli storici?

"Il Deportivo La Coruña ha una storia che appartiene non solo ai suoi tifosi, ma a tutto il calcio spagnolo. Dopo gli anni d’oro in Liga e Champions, era fondamentale non solo preservare la memoria di quel periodo, ma trasformarla in un valore attuale. Per questo, abbiamo sviluppato una strategia su più fronti. Da un lato, abbiamo rafforzato la nostra identità attraverso campagne digitali e storytelling, coinvolgendo le leggende del club in progetti che connettessero le generazioni più giovani con il glorioso passato. Dall’altro, abbiamo modernizzato l’esperienza dello stadio e creato un modello di membership che desse ai tifosi un senso di appartenenza, con accesso a contenuti esclusivi, merchandising dedicato e iniziative speciali. Un esempio concreto è stato il rilancio di divise storiche, collaborazioni con sponsor legati ai nostri anni migliori e l’organizzazione di eventi con ex giocatori iconici. La nostalgia è stata un punto di partenza, ma l’obiettivo è sempre stato quello di guardare avanti, costruendo un Deportivo che non viva solo di ricordi, ma di ambizioni concrete".

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Quale ruolo ha il settore giovanile nel progetto sportivo del club? In che modo la 'cantera' può contribuire al ritorno del Deportivo in Liga nei prossimi anni?

"La nostra 'cantera' è un pilastro del progetto. Il Deportivo non può e non vuole essere solo una squadra di passaggio per i giovani talenti: vogliamo essere un club che li forma, li valorizza e, quando necessario, li accompagna in percorsi di crescita che siano vantaggiosi per tutte le parti. Abbiamo investito nel nostro settore giovanile con strutture moderne, un modello di scouting più analitico e un lavoro profondo sulla metodologia di allenamento. Il nostro obiettivo è creare un’identità chiara, basata su principi di gioco definiti, per far sì che i talenti del nostro vivaio possano integrarsi più facilmente in prima squadra. Nei prossimi anni, la cantera sarà determinante nel nostro ritorno in Liga: vogliamo costruire una squadra che abbia basi solide e che non dipenda esclusivamente dal mercato. Il modello è quello dei club che hanno saputo crescere con un mix di giovani di qualità e giocatori esperti in grado di guidarli nel loro percorso di crescita".

A proposito del ritorno in Liga, potresti illustrarci il nuovo progetto Deportivo? Che tempistiche avete stimato per tornare protagonisti nel grande calcio spagnolo ed europeo? E quanto può aver contribuito anche il Plan Impulso?

"Il nostro progetto si fonda su tre pilastri fondamentali: sostenibilità economica, valorizzazione delle risorse interne e un modello di gioco che possa garantire competitività a lungo termine. Abbiamo definito un piano pluriennale per il ritorno in Liga, ma il nostro obiettivo è non fermarci a una promozione: vogliamo costruire un Deportivo in grado di essere stabilmente protagonista nel calcio spagnolo. Questo significa crescere progressivamente, senza accelerazioni rischiose. Il Plan Impulso ha giocato un ruolo chiave. Grazie a questo programma, abbiamo avuto accesso a risorse che ci hanno permesso di migliorare infrastrutture, rafforzare il settore giovanile e investire in strategie di marketing per accrescere il valore del brand Deportivo. Non è solo una questione di soldi, ma di visione: per tornare al top serviva una base solida, e questo piano ci ha aiutato a costruirla".

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Quanto la figura di Yeremay Hernández aumenta l’appeal del brand Deportivo in un’ottica internazionale? Considerando che è un prodotto del vivaio, può diventare il simbolo di una filosofia di gestione su cui il club è intenzionato a investire come asset principale? Inoltre, voci di mercato lo avevano recentemente accostato alla Serie A, in particolare a squadre come Napoli e Como: il giocatore potrebbe lasciare il club a fine stagione se arrivassero offerte interessanti?

"Yeremay Hernández è uno dei talenti più puri che il nostro settore giovanile abbia prodotto negli ultimi anni. Il suo stile di gioco, la sua crescita e il suo attaccamento al club lo rendono un punto di riferimento non solo per la squadra, ma per l’intero progetto Deportivo. Siamo riusciti a trattenerlo in questo mercato grazie al lavoro che abbiamo fatto con lui nell’ultimo anno e mezzo. A livello internazionale, è un valore aggiunto: avere un giovane di talento che emerge dal vivaio e si afferma in prima squadra è esattamente il modello che vogliamo consolidare. Questo rafforza il nostro brand e attira attenzione da parte di tifosi, sponsor e club stranieri. Bisogna però dire che non é l’unico che abbiamo in prima squadra: Dani Barcia, Diego Villares, Hugo Rama, Diego Gómez e David Mella sono calciatori del nostro settore giovanile e giocano stabilmente con la prima squadra insieme a Yeremay. Sappiamo dell’interesse di squadre di Serie A, Premier League, Liga, Ligue 1 e Serie A Portoghese, e il fatto che ci sia attenzione su di lui è la conferma del buon lavoro fatto. Tuttavia, il nostro obiettivo è costruire un Deportivo competitivo intorno a giocatori come lui. La nostra priorità è creare un progetto ambizioso in cui giocatori come Yeremay, Mella, Barcia, Diego Gómez possano diventare simboli e non solo prodotti da vendere".

Infine, cosa si prova ad essere il CEO più giovane d’Europa nel calcio professionale, soprattutto di un club con una storia così importante? Cosa significa rappresentare il Deportivo nel mondo e che messaggio, o valore, vorresti venisse associato al club?

"Essere alla guida di un club storico come il Deportivo a 33 anni è una responsabilità enorme, ma è anche un’opportunità straordinaria. Il calcio è cambiato: servono competenze manageriali, visione strategica e capacità di innovare. Non basta più la passione, servono idee chiare e capacità di adattarsi a un settore in continua evoluzione. Rappresentare il Deportivo significa portare avanti una storia di grande tradizione, ma con lo sguardo sempre rivolto al futuro. Voglio che il nostro club sia visto come un modello di gestione intelligente, capace di unire sostenibilità e ambizione. Il messaggio che vogliamo trasmettere è che il Deportivo non è solo un ricordo degli anni 2000, ma un progetto che sta tornando ad essere protagonista. Il nostro motto è semplice: orgoglio, tradizione e futuro. Lavoriamo ogni giorno per far sì che questi tre concetti diventino la nostra identità".

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