ESCLUSIVA IN – Pellegrini: «Inter, lo scudetto che gioia. Sono 21! Uno rubato a me» | OneFootball

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Inter-News.it

·3 maggio 2024

ESCLUSIVA IN – Pellegrini: «Inter, lo scudetto che gioia. Sono 21! Uno rubato a me»

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L’ex presidente Ernesto Pellegrini ha concesso alle redazione di Inter-News un’intervista esclusiva in occasione della storica vittoria dello scudetto della seconda stella nerazzurra. I ricordi più emozionanti, e anche quelli meno piacevoli, legati alla sua Inter dei Record e il confronto con quella di Simone Inzaghi.

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Una gioia immensa, non ho alcun dubbio. Oltre che felicità, è stata una vittoria densa di attenzione.

Domenica oltre 300.000 persone a Milano. L’amore dei tifosi è incredibile.

Addirittura 300mila tifosi! Si parlava di 100mila all’inizio. Vuol dire che gli interisti sono cresciuti, perché è stato un anno pieno di soddisfazioni per tutti noi che abbiamo tifato per la squadra del cuore. Quest’anno abbiamo vinto quasi tutte le partite, pertanto è stata una gioia immensa.

Presidente Pellegrini, vincere lo scudetto al derby quanto vale?

A dir la verità vincere lo scudetto nel derby non mi ha procurato un soddisfazione diversa rispetto a conquistarlo in un’altra giornata e contro un’altra squadra. Il Milan è la squadra della mia città, Milano. Quindi per me non c’è una grande differenza. Non sono un anti-milanista. E non sono nemmeno anti-juventino, se vuole che le dica tutta la verità. Sono un tifoso dell’Inter, punto. Quello è l’importante. Io ero proprietario dell’albergo di Villar Perosa, dove andavano i giocatori della Juventus in ritiro. È lì che ho conosciuto Trapattoni e i giocatori di allora e mi ha consentito di scrivere una letterina al compianto Fraizzoli.

Com’è andata poi?

Nella lettera scrissi: “Sono un giovane imprenditore, mi occupo di ristorazione e sono, tra l’altro, proprietario dell’albergo di Villar Perosa. Ma il mio cuore batte nerazzurro. Pertanto, vorrei lavorare per la mia squadra del cuore”. A Fraizzoli piacque questa lettera, mi fece convocare, e iniziai così la mia carriera. Pensi che, dal 1978, quando mi fece entrare come Consigliere, mi fece gestire la mensa della Pinetina dove vanno a mangiare i giocatori dell’Inter. Da allora sono passati presidenti, delegati, dirigenti. Ma io ho sempre gestito ininterrottamente l’amministrazione della Pinetina.

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C’è chi parla di 19 e non di 20 scudetti, lei come risponde?

Io parlerei di ventuno, perché a me ne hanno letteralmente rubato uno, quello poi vinto dalla Sampdoria. Ricordo due partite: Fiorentina-Inter, arbitrata da Coppetelli, che non vide un gol regolarissimo dentro la porta. Tanto che, il noto regista Zeffirelli – che io non conoscevo – mi telefonò a casa e mi disse: «Presidente, non si è accorto che le stanno rubando lo scudetto?». Ebbene, io mi ero accorto. Due domeniche dopo a Milano ci fu Inter-Sampdoria: uno schifo. L’arbitro D’Elia non diede un gol regolarissimo di Jurgen Klinsmann, fece finta che fosse in fuorigioco. Una partita schifosa, tant’è che io al termine dichiarai “Lo scudetto morale è nostro, è dell’Inter”. Quindi non si parla di diciannove scudetti, casomai di ventuno.

Presidente Pellegrini, lei è artefice dell’Inter dei Record, vede qualcosa in comune con l’Inter di Simone Inzaghi?

Assolutamente sì, una squadra pressoché imbattibile: lo era l’Inter dei Record e lo è questa. Lo dimostrano i risultati, c’è poco da fare. È una squadra veramente forte, unita, molto indirizzata alla vittoria.

Chi è il Matthaus di questa Inter?

Quello che ho definito “Il piccolo Matthaus” è Nicolò Barella. Rivedo qualcosa in lui.

Questo scudetto va dedicato anche alla leggenda Brehme, cosa si sente di dire?

Dolore, grande dolore. Ho organizzato un viaggio con un aereo privato, a cui hanno partecipato sette, otto, giocatori della mia Inter. Io sono andato all’aeroporto a salutarli ma, purtroppo, non sono potuto andare con loro per problemi fisici. Però ho pregato per Brehme, un bravissimo ragazzo.

Pellegrini, da ex Presidente dell’Inter, le chiedo una sua considerazione su Zhang, spesso al centro delle critiche.

Io penso che quando un presidente vince, vince. Non bisogna criticarlo. Steven Zhang è un giovane, viene da un paese lontano e non può sentire dentro la fede dell’Inter. Però lascia fare, ai suoi collaboratori più stretti, in particolare a Giuseppe Marotta, il comando. Comanda lui e lui è un fuoriclasse autentico. Giuseppe Marotta è il numero uno del calcio italiano, quindi dell’Inter. Io lo stimo molto, gli voglio persino bene. Lui sta lavorando veramente alla grande per il club nerazzurro. Lo si capisce guardando come abbia fatto lo scorso anno, vendendo il portiere, con i soldi a rinforzare la squadra.

Si ringrazia Ernesto Pellegrini per la cordialità e la disponibilità mostrata nell’intervista. La riproduzione parziale di questa intervista esclusiva è possibile previa citazione dell’autore (Elisa Luceri) e della fonte (Inter-News.it) con il link al contenuto originale, come indicato nel disclaimer qui sotto.

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