Calcionews24
·14 giugno 2025
ES Tunis, guida completa alla squadra: storia, giocatore chiave, giovane talento e allenatore

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·14 giugno 2025
L’ES Tunis è inserito nel girone D del Mondiale per Club insieme a Flamengo, Chelsea e León.
L’Espérance Sportive de Tunis, o semplicemente ES Tunis, è il club più antico, titolato e prestigioso della Tunisia, un’istituzione che va ben oltre il calcio. Fondato nel 1919, il suo nome, “Espérance” (Speranza), fu scelto in un periodo di grande fermento nazionalista sotto il protettorato francese, a simboleggiare la speranza di un futuro indipendente. I suoi colori, il rosso e il giallo, gli valgono il soprannome di Taraji, una parola araba che significa “speranza”, o più comunemente, Sang et Or (Sangue e Oro). Il soprannome più particolare e denso di significato è però Mkachkha. La leggenda narra che durante una partita, un tifoso avversario, vedendo l’incredibile passione dei sostenitori dell’Espérance, esclamò che erano così fanatici da sembrare “Mkachkhine”, un termine che in dialetto tunisino si riferisce a chi ha le orecchie rosse per la rabbia o l’eccitazione. L’insulto fu adottato come un vanto, simbolo di una passione ardente e senza limiti.
Una “cosa che non puoi sapere” è il ruolo cruciale che il club ha avuto nella lotta per l’indipendenza della Tunisia. L’Espérance è stato un baluardo dell’identità nazionale, un luogo di aggregazione per i patrioti e un simbolo di resistenza contro il potere coloniale francese. Molti dei suoi dirigenti e giocatori erano attivamente coinvolti nel movimento nazionalista. Per questo motivo, l’ES Tunis non è visto solo come un club sportivo, ma come un pezzo fondamentale della storia e della cultura tunisina. Un aneddoto che ne descrive la grandezza risale alla finale della Coppa dei Campioni araba del 1993 contro i rivali del Muharraq Club del Bahrain. Allo stadio, per sostenere la squadra, era presente l’allora leader palestinese Yasser Arafat, che al termine della vittoria dell’Espérance scese in campo per congratularsi, sottolineando il ruolo del club come simbolo per tutto il mondo arabo.
In una squadra tradizionalmente basata sulla forza del collettivo, il difensore centrale Yassine Meriah si erge a leader carismatico e tecnico. Non è un giocatore di pura fantasia, ma incarna le qualità che i tifosi del Taraji amano di più: grinta, intelligenza, leadership e un’eleganza quasi anomala per un difensore. Meriah è il classico centrale moderno: forte fisicamente, abile nel gioco aereo, ma soprattutto dotato di un’ottima capacità di impostazione. È lui il primo regista della squadra, capace di avviare l’azione con passaggi precisi che rompono le linee di pressione avversarie. Dopo un’esperienza in Europa con l’Olympiacos e in Turchia, è tornato all’Espérance per diventarne il capitano e il pilastro difensivo. La sua calma olimpica, la sua abilità nel leggere il gioco e la sua leadership silenziosa ma efficace lo rendono un punto di riferimento insostituibile per i compagni e un idolo per i tifosi.
Prodotto del vivaio del club, il centrocampista Mohamed Wael Derbali è considerato uno dei talenti più promettentidel calcio tunisino. Classe 2003, è un mediano completo, capace di abbinare una grande intensità in fase di interdizione a una notevole qualità nel palleggio. Nonostante la giovane età, gioca con la sicurezza di un veterano, dimostrando grande maturità tattica. Derbali è un recupera-palloni instancabile, ma una volta riconquistata la sfera, ha la lucidità e la visione per scegliere sempre la giocata più giusta, sia essa un passaggio semplice per dare respiro alla manovra o una verticalizzazione per innescare gli attaccanti. Il suo percorso di crescita è stato costante, e ora è diventato un elemento importante nelle rotazioni della prima squadra. Il Mondiale per Club sarà per lui un’occasione d’oro per confrontarsi con i migliori centrocampisti del mondo e per dimostrare di essere pronto per un futuro da protagonista, sia nel club che nella nazionale tunisina.
Dopo una stagione complessa che ha visto alternarsi diversi tecnici, nel marzo 2025 la dirigenza dell’Espérance ha scelto di andare sul sicuro, affidando la squadra a una figura storica e di grande esperienza: Maher Kanzari. Per lui si tratta di un ritorno, l’ennesimo, sulla panchina del club che lo ha visto protagonista prima da giocatore e poi in più occasioni da allenatore. Kanzari è “l’uomo delle missioni difficili“, un tecnico che conosce profondamente l’ambiente e sa come gestire la pressione che circonda il club.
Il suo approccio non è legato a un dogma tattico specifico, ma si basa su pragmatismo, solidità difensiva e sulla capacità di tirare fuori il massimo dal potenziale dei suoi giocatori, soprattutto dal punto di vista mentale. È un grande motivatore, che punta a ricreare un gruppo unito e combattivo, incarnando i valori di grinta e attaccamento alla maglia che i tifosi del Taraji pretendono. La sua nomina ha avuto l’obiettivo di dare stabilità e preparare la squadra nel miglior modo possibile all’appuntamento storico con il Mondiale per Club, affidandosi a un uomo che garantisce competenza e un profondo legame con i colori “Sangue e Oro”.
L’Espérance ha vinto la CAF Champions League quattro volte, ma la vittoria più dolce e simbolica è stata senza dubbio quella del 2018-19. Quell’anno il club celebrava il suo centenario, e vincere il trofeo continentale più prestigioso era l’obiettivo dichiarato. Il percorso fu lungo e controverso. La finale di ritorno contro i marocchini del Wydad Casablanca è entrata nella storia del calcio. Dopo l’1-1 dell’andata, l’Espérance stava vincendo 1-0 in casa quando il Wydad segnò un gol che fu annullato. Gli ospiti protestarono veementemente, chiedendo l’intervento del VAR, che però si scoprì non essere funzionante. Il Wydad si rifiutò di riprendere il gioco, e dopo oltre un’ora di interruzione, l’arbitro assegnò la vittoria a tavolino all’Espérance. La CAF inizialmente ordinò di rigiocare la partita, ma dopo un lungo ricorso al TAS di Losanna, il titolo fu definitivamente assegnato al club tunisino. Fu una vittoria sofferta, polemica, ma per questo ancora più celebrata, il coronamento perfetto per i cento anni di storia del club.
Per l’Espérance de Tunis, la qualificazione in un girone con Chelsea, Flamengo e León è un’impresa quasi impossibile. Il divario tecnico ed economico con i club europei e sudamericani è notevole. Tuttavia, la squadra tunisina porterà la sua grande organizzazione tattica, la sua intensità fisica e l’orgoglio di rappresentare un intero continente. L’obiettivo realistico è quello di lottare con il Club León per il terzo posto nel girone. Una vittoria contro i messicani sarebbe già un grande successo.