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Mario De Zanet·6 febbraio 2021

Erano anni che aspettavamo uno come Nicolò Barella

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Ieri, allo scoccare di quel destro, tutti son rimasti a osservare. Boom, nel sacco.

E a quel gol, viene da pensare: questo giocatore fa tutto, davvero tutto. Gli elogi si sprecano, ma sono inevitabili.


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Passano le settimane, e Barella aggiunge repertorio al suo arsenale: il gol alla Juventus, ieri il destro a giro, oppure, a Madrid, quel tacco a smarcare Lautaro.

Si scomodano i grandi. Anche Claudio Marchisio, che ieri ha twittato in favore del sardo. “Mi rivedo in Claudio, anche se segnava di più. E io so che posso far di più.”

Tra i grandi centrocampisti italiani, Barella sembra candidarsi ad un posto riservato davvero ai grandissimi: il parallelo che viene spesso fatto è con Marco Tardelli, e la crescita di quest’anno non può che elevarlo verso chi ci fece urlare a Spagna ’82.

Quel giocatore sportivamente sporco che arrivò all’Inter con enormi speranze, oggi è affidabile, tecnicamente e mentalmente, ma ancora battagliero, rustico nel suo modo di intendere il calcio.

E guardandosi indietro, non sono tanti coloro che hanno saputo giocare a questo livello in Serie A. Il miglior centrocampista italiano di oggi è nella Top 3 di coloro che sono emersi negli ultimi 15 anni.

La giovane età rappresenta un’ulteriore merito del giocatore: a 23 anni(domani 24), né De Rossi né Verratti, giusto per fare due nomi dello stesso girone, non erano così maturi.