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·26 novembre 2020

Enzo Zidane all’Erzgebirge Aue: il mancato colpo più sorprendente

Immagine dell'articolo:Enzo Zidane all’Erzgebirge Aue: il mancato colpo più sorprendente

Siamo abituati a vedere i calciatori scegliere le proprie squadre anche in base all’attrattiva della città, spesso optando anche per mete esotiche particolari. Decisamente meno abituale è vedere invece talenti che portano cognomi importanti scegliere squadre che hanno sede in città dove regna la calma piatta, piccole località di provincia di tradizione artigiana. Ecco perché possiamo tranquillamente affermare che quello di Enzo Zidane all’Erzgebirge Aue, una squadra di medio-bassa classifica della 2. Bundesliga, sarebbe stato probabilmente il trasferimento più sorprendente e assurdo dell’anno. Sì, Enzo Zidane, il figlio maggiore di Zinédine, non un omonimo. Il ragazzo cresciuto nel Real Madrid, che ha esordito in prima squadra segnando. Quello che più di tutti ha preso ispirazione di papà, anche a livello di posizione in campo.

Sembrava fantamercato. Per una realtà così piccola come quella di Aue, avere uno Zidane in squadra sembrava quasi un’assurdità. Anche soltanto per le implicazioni mediatiche. Parliamo di una cittadina della Sassonia di ventimila abitanti, ai piedi dei Monti Metalliferi, che ha ovviamente una grande tradizione. Si trova  un quarantina di chilometri da Chemnitz, l’ex Karl-Marx-Stadt. Di certo non un posto ricco di attrazioni. Un luogo tranquillo.


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Eppure Helge Leonhardt, presidente del club, ha davvero provato a portare uno Zidane in città. Un colpo rumoroso a livello mediatico. Magari non a livello di talento, visto che la carriera di Enzo non è mai decollata: dopo l’esordio con il Real Madrid in Copa del Rey, con tanto di goal all’attivo, è stata fatta di tanto girovagare in prestito alla ricerca di sé stesso, provando a togliersi di dosso l’etichetta del ‘figlio di Zizou’. Deportivo Alavés (con esordio in Liga), Losanna, Real Majadahonda in seconda serie spagnola, Desportivo Aves in Portogallo, Almeria in seconda serie l’anno scorso. Sempre con il ruolo di comparsa.

“La trattativa è in uno stato molto avanzato. Abbiamo avuto varie conversazioni telefoniche con Enzo. Vuole giocare ad Aue. Il suo agente mi ha chiamato un mesto fa, così è iniziato tutto. Enzo vorrebbe lasciare Madrid e scappare dalle 40 telecamere che ha costantemente puntate addosso. È un gioiello che va perfezionato, qui lo possiamo fare, come abbiamo fatto con altri giocatori”. Helge Leonhardt, presidente dell’Erzgebirge Aue, a Tag24

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La ricerca della tranquillità poteva portare davvero Enzo Zidane ad Aue, in una realtà di secondo piano della Zweite, ma che sta consolidandosi anno dopo anno. Dal 2003 è una presenza piuttosto fissa, salvo per un paio di retrocessioni. Si è stabilita nella zona medio-bassa della classifica, salvo qualche exploit come il quinto posto del 2011 o il settimo posto dell’anno scorso, dopo essere partita sognando addirittura la promozione.

E sì, stiamo parlando al condizionale perché, alla fine, il trasferimento non si è compiuto. Perché, secondo la stampa spagnola, Enzo Zidane non vedeva di buon grado il fatto che sui Monti Metalliferi avrebbe trovato una concorrenza troppo agguerrita da gestire. E ha preferito aspettare un’altra occasione mentre continua ad allenarsi con il Real Majadahonda.

In effetti Dirk Schuster, allenatore dall’anno scorso in Sassonia – il tecnico che qualche anno fa ha compiuto il miracolo Darmstadt portandolo fino in Bundesliga e poi raggiungendo una clamorosa salvezza grazie ai goal di Sandro Wagner – ha grande scelta in attacco. Alterna prevalentemente due moduli, il 3-4-3 e il 4-3-3, con le tre punte molto mobili che si possono disporre sia con un trequartista, con due fantasisti o due ali. Insomma, elasticità al potere. Anche perché la rosa lo permette.

Il nome più altisonante è quello di Florian Krüger, classe 1999 arrivato dallo Schalke che sta brillando (ve l’abbiamo segnalato nella Guida alla Bundesliga). Poi c’è l’azero Nazarov, che grazie alla nazionale si è fatto un buon nome internazionale. A loro si aggiungono specialisti della Zweite come Pascal Testroet, Jan Hochscheidt più l’ultimo arrivato Ben Zolinski, e il ‘dodicesimo’ Zulechner, l’uomo che entra sempre dalla panchina. Insomma la concorrenza sarebbe stata agguerrita. E vista anche la classifica che sorride all’Aue, difficilmente fattibile. Per questo Enzo ha ritrattato. Ha deciso di declinare. Anche se, probabilmente, ad Aue avrebbe trovato la tranquillità che cerca da tempo.

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