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·31 maggio 2022

Ederson dos Santos, in missione dal Brasile

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Il campionato della Salernitana è fondamentalmente montato sui contrasti. Contrasti evidenti, come bianco e nero. Andando in ordine: promozione diretta col secondo posto in Serie B, un mercato estivo abbastanza deficitario, che registra la perdita di alcune colonne della promozione (Casasola, Kiyine e Tutino su tutti) rimpiazzati con gli ultimi scampoli di carriera di Franck Ribéry e poco altro. Poi, la questione di Lotito che ha tenuto in bilico la squadra fino a San Silvestro, risolta in extremis con l’attuale presidente Danilo Iervolino. In pratica, la situazione a Gennaio è parecchio buia, da zombie che cammina a stenti in attesa di essere abbattuto. Intendiamoci, non i ferocissimi zombie notturni di Dying Light, ma più quei simpaticoni di Plants vs Zombies, fastidiosi il giusto. I contrasti tra chi voleva tenere Colantuono e Fabiani, in particolar modo quest’ultimo, il DS della promozione, non certo poco. Dall’altra parte la rivoluzione di Walter Sabatini e Davide Nicola, chiamati ad un’impresa disperata. Se questo è ciò che serve, che vada fatto in fretta che il tempo è poco ed i punti sul tabellone sono 8. Forse facile da dire oggi, con la Salernitana ancora in Serie A, ma quando serve talento subito e possibilmente a poco, allora Sabatini è il DS che vorresti avere al tuo fianco. Dieci sono i giocatori giunti nel mercato di riparazione, tra navigati bucanieri della Serie A (Fazio, Perotti, Radovanović, Verdi) e giovani con qualità da mettere a fuoco. Tra gli ultimi, la chiacchierata di oggi gira attorno ad Ederson dos Santos.

Fortaleza – Salerno, 7313 km

Ederson appartiene ad una categoria di giocatori brasiliani particolarmente atipica. Piuttosto alto e fisicamente “grosso”, sembra di guardare qualcosa della consistenza di un mattone. Nelle idee di Davide Nicola, occupa lo slot di mezzala sinistra del 3-5-2, al fianco del centrale Emil Bohinen (altro giocatore del quale sarebbe interessante parlare) e Luca Ranieri o Nadir Zortea da quinto. Si nota la “tostaggine” di Ederson prima di tutto in fase di non possesso. Non contrasta solo con le gamba, va piuttosto con tutto il fisico, come se dovesse preparare un placcaggio. Frontalmente tiene bene la posizione ed è rapido nell’intervenire. Predilige affondare col destro, il suo piede forte, soprattutto in situazioni critiche, anche se vedendo certe sventagliate che fa col sinistro non si direbbe. Abitudine che si palesa quando si allunga troppo il pallone in conduzione e va per arpionarlo all’avversario che sta intervenendo. Pur nascendo come mediano, dove giocherà prima del passaggio al 3-5-2, la posizione in campo che gli disegna Nicola sembra fatta su misura per il suo dinamismo da box-to-box.


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Heatmap da autentico box-to-box (Fonte: Sofascore)

Anche grazie al suo contributo, la Salernitana ha cominciato a mettere in piedi anche tattiche di aggressione e riaggressione interessanti, seppur sporadiche e situazionali. La capacità e l’intensità di Ederson nell’accorciare in avanti è piuttosto rara da vedere, per tempismo (spesso fa la sua mossa leggendo e reagendo a ciò che fa il portatore di palla) e qualità. Non è un bel cliente da trovarsi davanti, in sintesi. Per metterla in numeri, vince quasi il 60% dei tackles che ingaggia, parte dei quali (1 ogni 6) effettuati nel terzo di campo offensivo. È una questione spiegata dalla sua tendenza a coprire ampi spazi. Applica infatti pressioni anche piuttosto in profondità, quindi distanti dalla “sua” zona.

Come un trattore nell’hacienda

Splende principalmente come ball carrier, quando può prendere palla da dietro e portarla fino alla trequarti avversaria. Per una squadra come la Salernitana che deve coprire non poca distanza per attaccare, avere cavalleria da lanciare in campo aperto è vitale per ribaltare il campo. A differenza degli esterni di fascia, Ederson possiede anche la qualità necessaria e la testa alta per vedere soluzioni efficaci. In pratica, offre un buon diversivo alle giocate che prevedono il duello aereo di Djurić. Il contropiede concluso da Verdi al 93′ contro l’Udinese può essere un esempio, con il brasiliano che conduce in solitaria prima di scaricare sul 10 a tu per tu con Silvestri. D’altra parte manca quasi totalmente delle qualità in palleggio, anche perchè il sistema in cui gioca non è che ne faccia così estesa richiesta.

Dobbiamo scendere a patti con un pattern di gioco estremamente diretto, dove portare palla e creare superiorità numerica 1v1 servono per avanzare il campo. Ederson è un giocatore molto peculiare a proposito di quest’ultimo fondamentale. Dribbla più di potenza che di tecnica, ha un modo di controllare la palla rapsodico ed irregolare ma trae spesso in inganno i difensori. Anche qui, la rapidità ed i riflessi da felino lo aiutano in tutte quelle situazioni dove il difendente legge un controllo non perfetto, prova ad intervenire e non trova più né Ederson, né la palla. Da apprezzare comunque la capacità di uscire dai raddoppi di marcatura, ancor più se spalle alla porta. Pianta i piedi per terra, sfrutta il contatto fisico dell’avversario per fare perno, girarsi e lanciarsi in avanti. Non è uno di quei giocatori col velcro sul piede, è piuttosto un fine interprete dell’entropia che crea ad ogni discesa. È un maestro dei dribbling “sporchi” e dei rimpalli e i risultati li ottiene, anche con una mole di tentativi elevata (è tra i primissimi in Europa per dribbling tentati ogni 90 minuti, ben 3,14).

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Ederson contro il Cagliari (Foto: Francesco Pecoraro/Getty Images – OneFootball)

Valigie in mano?

In ogni caso, ciò che si è visto in questi poche settimane pare abbia convinto altre squadre sia in Serie A che all’estero a fare una chiacchierata esplorativa con la Salernitana per darsi un’idea quest’estate. Si tratta di nomi di una certa levatura: Atalanta, Inter ed addirittura lo stesso Paris Saint-Germain. La domanda vera è: può essere Ederson in grado di contribuire a breve in ambienti di questo tipo? Non è facile rispondere.

Da un lato, vanno comprese le ambizioni della sua attuale squadra, che comunque verosimilmente non andranno oltre una seconda salvezza ad oggi. Dall’altra, pur parlando di cifre non banali ma neanche proibitive (si dice di 15-20 milioni di €), una squadra in zona Europa League potrebbe essere un ottimo compromesso tra palcoscenico e game time. Va anche detto che sarebbe un eventuale terzo trasferimento nel giro di 8 mesi, altra questione che andrebbe messa in conto dalle parti interessate. Guardando indietro, dobbiamo restituire a Walter Sabatini il merito di un’altra magia delle sue, sia per il contributo in campo che per il possibile monetario che potrebbe arrivare. Del resto, ci ha dato l’ennesima conferma che il denaro è uno strumento al servizio delle idee, non il contrario.

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