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·16 settembre 2024

Dovbyk non basta, il Genoa apre la crisi. De Rossi: “Abbiamo smesso di correre”

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La Repubblica (N. Mau.) – La cura del mal di gol romanista ha effetti collaterali in difesa. Il battesimo con la rete di Artem Dovbyk non basta per conquistare Marassi e la prima vittoria in campionato, chimera inafferrabile della nuova Roma di Daniele De Rossi, soffocata dai soli tre punti in quattro partite. All’ultimo istante di recupero disponibile l’ex Juventus Koni De Winter stacca il biglietto last minute per regalare al suo Genoa il pareggio, proprio quando i giallorossi avevano ormai impacchettato le valigie per il rientro a Trigoria, sicuri di aver ingabbiato il bottino della trasferta ligure.

Ma la zip ha ceduto all’improvviso, disperdendo le certezze ritrovate: dal bel gioco del primo tempo, animato dall’intesa tra Paulo Dybala e il centravanti ucraino, alle barricate del secondo nel solco di Juventus-Roma, stavolta antidoto inefficace contro gli assalti avversari. L’ingresso di Mario Hermoso, subentrato all’infortunato Alexis Saelemaekers (distorsione alla caviglia), altera l’equilibrio difensivo invece di fortificarlo. Un debutto giallorosso dall’esito nefasto, visto il concorso di colpa sul gol di De Winter, sfuggito pure a un ammaccato Evan Ndicka.


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Partita col 3-5-2, la Roma paga l’uscita anticipata del belga prima e di El Shaarawy poco dopo, restando orfana dei suoi sprinter sulle fasce, autostrade per le razzie genoane fino al pareggio. Disorientata, spaccata e impaurita, la Roma indietreggia e si trincera senza seguire le indicazioni del suo mister: “Abbiamo smesso di correre, ci siamo abbassati di 20 metri. Io non avevo chiesto questo”, spiega De Rossi dopo la partita, provato in volto da una combo indigesta: espulsione e vittoria sfumata subito dopo. Sul finale l’arbitro Antonio Giua gli ha mostrato il secondo giallo per proteste in occasione di un contatto con protagonista Pellegrini, rimasto a terra dolorante.

Non certo l’unica imprecisione della direzione gara, indifferente al fallo da rigore commesso proprio da De Winter su Dybala in avvio di partita e addormentata in occasione del vantaggio giallorosso. Per colpa di alcuni problemi tecnici, Dovbyk ha dovuto aspettare sei minuti prima di festeggiare, il tempo di un check Var infinito. “Il rigore su Dybala? Le immagini parlano chiaro”, precisa Daniele, che però non spreca la sua analisi per attaccare gli arbitri. Durante i suoi interventi ai microfoni aleggiano ancora le parole di Francesco Totti. “Io parafulmine? Non so cosa intendesse, non l’ho sentito dopo l’intervista. Gli allenatori hanno tutti un ruolo simile al parafulmine”.

Allora i tifosi puntano il dito, cercano altrove il riparo dalla tempesta. Ma De Rossi resiste, pure in mezzo alla bufera. Nonostante i numeri confinino la sua Roma al ruolo di inseguitrice, perché “sarebbe riduttivo guardare la classifica dopo quattro giornate”. Certo la zona Champions non bisogna lasciarla scappare, per evitare lo stesso errore della scorsa stagione. “La Roma deve lottare per la Champions. L’obiettivo resta quello, ma da lì a diventare un fallimento se non ci arrivi, è un altro discorso. Ci sono tante squadre che possono arrivare davanti e dietro a noi”. Parola di De Rossi, quasi a mettere le mani avanti, nonostante la rivoluzione estiva sul mercato, costata110 milioni di euro, e il salvataggio del matrimonio con Dybala. Nel frattempo, la Roma non calcia il pallone con le stelle da cinque anni e l’ultimo a metterlo in rete, guarda caso, era stato proprio lui, Daniele.

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