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·16 giugno 2025
🤩 Dionigi: “Cercato da altri club, ma Reggiana sempre la priorità! In due mesi rivalutati elementi che avevano perso mercato”

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·16 giugno 2025
Simbolo e condottiero della strepitosa salvezza in volata conquistata dalla Reggiana nell’ultimo campionato di Serie B, Davide Dionigi ha affidato a TMW non solo il racconto della storica cavalcata emiliana, ma anche le ambizioni per il futuro.
“Perché penso che sia quasi paragonabile a quella di Ascoli. Forse questa è stata ancora più difficile. Quando prendi una squadra a poche giornate dalla fine – ad Ascoli erano dieci, qui anche meno – con un calendario sfavorevole, come avevamo noi…
Avevamo un calendario tosto: abbiamo affrontato quasi tutte le squadre che poi sono salite in Serie A o che hanno fatto i playoff. La situazione era complicata anche per via della lunga lista di diffidati: in ogni partita avevamo sei o sette giocatori a rischio squalifica. Quindi non era facile. E poi, quando arrivi in corsa, non è mai semplice capire subito dove intervenire. Penso che la bravura di un allenatore stia proprio nel capire immediatamente su quali tasti premere. È chiaro che c’erano delle difficoltà, altrimenti non mi avrebbero chiamato. Ma come ad Ascoli, ho cercato di puntare tutto sulle motivazioni.
Mi piace molto il dialogo con i giocatori, lavorare sulle loro motivazioni, cercare di tirare fuori il massimo da ciascuno di loro. E poi c’è stato tanto lavoro: un mese e mezzo, quasi due, in cui i ragazzi hanno lavorato intensamente sia dal punto di vista fisico che tattico. Devo dire la verità: ho avuto un grande appoggio da parte della società, del direttore, e soprattutto dai ragazzi, che si sono messi completamente a disposizione. E questa, per un allenatore che subentra, è una vera fortuna”.
La svolta, almeno così l’abbiamo vista noi dall’esterno, è stata la gara col Modena, il derby vinto in rimonta. È quella la partita che ha dato il via alla salvezza?“Sicuramente è stata la partita più bella, sotto tutti i punti di vista. Abbiamo vinto meritatamente, giocando bene. Da allenatore, è lì che ho iniziato a percepire che la squadra stava diventando veramente mia. Perché è normale: un allenatore comincia a sentirsi davvero dentro il progetto quando vede che ciò che prova in allenamento, ciò che trasmette, funziona. In realtà, già dal secondo tempo della gara precedente, contro il Cittadella, avevo avuto una prima sensazione positiva. Quella frazione è stata molto importante. Da lì ho iniziato a capire che i ragazzi cominciavano a seguirmi, che il mio modo di giocare stava entrando nella loro testa. La partita con il Modena è stata la ciliegina sulla torta: ci ha dato slancio. E non era semplice, perché in quel periodo abbiamo affrontato squadre come Pisa, Cremonese, Spezia, Modena, Juve Stabia, tutte di altissima classifica. Poi sono arrivati gli scontri diretti, contro Brescia e Cittadella. E con il Brescia avevamo già ottenuto la salvezza matematica.
Con la salvezza è scattato il rinnovo automatico. Avete già iniziato a programmare la stagione con il nuovo direttore sportivo, Domenico Fracchiolla?“L’ho conosciuto di persona soltanto due o tre giorni fa. Abbiamo cominciato a confrontarci, e nei prossimi incontri cercheremo di approfondire tutto. È stato annunciato da poco, quindi c’è da riprogettare un po’ tutto. Sicuramente parleremo di tante situazioni”.
A livello di squadra, nella progettazione per la prossima stagione, da cosa si deve ripartire?“Prima di tutto vorrei fare una premessa: in due mesi siamo riusciti a rivalutare diversi giocatori che, fino a quel momento, sembravano aver perso mercato. Oggi abbiamo 3-4 ragazzi che ci vengono richiesti da tante squadre. Questo è motivo di orgoglio anche per me, perché credo che un allenatore debba saper valorizzare il materiale che ha a disposizione. L’idea, secondo me, è ripartire da una base solida. Poi è chiaro: abbiamo alcuni giocatori in scadenza, altri con cui dovremo trattare il rinnovo. Non dobbiamo dimenticare che il prossimo campionato della Reggiana sarà orientato alla salvezza. E dovremo anche far giocare dei giovani, per via dell’impegno che la società ha preso. L’orientamento, quindi, è quello di mantenere una base, tenere i giocatori più funzionali, quelli che mi hanno dato tanto, e affiancarli con giovani di prospettiva e qualche innesto di esperienza per restare competitivi. Io credo che, quando c’è unità di intenti tra allenatore e società, si parte sempre con un grande vantaggio”.
Com’è il suo rapporto con i tifosi?“Io sono di Reggio, nato a Reggio, con la famiglia e gli amici a Reggio. Un reggiano che salva la Reggiana ha creato un legame ancora più forte con la piazza. Si è sviluppata un’alchimia per tanti motivi.A Reggio il pubblico è sempre stato un modello: le critiche ci sono state, ma sempre nel modo giusto, con misura. Quando hanno capito che stavamo dando tutto, anche se c’era solo un piccolo spiraglio per farcela, non ci hanno mai fatto mancare il loro sostegno. Ho ritrovato un pubblico molto maturo, capace di comprendere i momenti difficili. Anche quando meritavamo critiche, sono sempre arrivate con grande correttezza.
Con lei è arrivato anche Mattia Destro, ma l’ex Bologna ha trovato poco spazio.“Mattia si è messo completamente a disposizione. È normale: veniva da un anno di inattività. Abbiamo cercato di rimetterlo nelle migliori condizioni, ma ci sono state partite in cui, pur avendo pensato di utilizzarlo, non era il momento giusto. Avevo bisogno di caratteristiche diverse. Mi dispiace non avergli dato un po’ più di spazio, perché lo avrebbe meritato, almeno come persona”.
L’obiettivo per la prossima stagione è quindi la salvezza, magari con meno sofferenza rispetto a quella appena conclusa?“Sì, l’obiettivo è quello. La Reggiana dovrà fare un campionato dove ci sarà sicuramente da soffrire, perché la Serie B è così. In più, dovremo schierare molti giovani, ma questo non ci deve spaventare. Il lavoro, se fatto bene, porta sempre a dei risultati. Dobbiamo partire con i piedi per terra, con equilibrio, un po’ come lo stile di questa società. Io lavoro per una società che sa leggere i momenti, che è attenta ai dettagli e che sa gestire una stagione in modo lucido. Secondo me, questo dev’essere il nostro obiettivo: partire sempre con umiltà. Poi, lavorando bene, si può anche ambire a qualcosa di più, ma senza mai dimenticare da dove si parte”.
Quanto è importante iniziare la stagione fin da subito alla guida del club?“Partiamo da una considerazione: io ho sempre dato la priorità alla Reggiana, nonostante ci siano stati degli interessamenti da parte di altre squadre. La mia priorità è sempre stata restare qui, perché sto bene, perché qui c’è la possibilità di ricominciare con basi solide. È importante lavorare fin dall’inizio, soprattutto in un ambiente dove hai già lavorato. Mi era successo solo a Taranto: avevo finito la stagione con i playoff e poi ero ripartito da lì. Nella mia carriera mi è capitato solo una volta di iniziare una stagione nello stesso posto dell’anno precedente. Nonostante le altre chiacchierate, la mia scelta è stata sempre Reggio, perché qui c’è un ambiente che mi vuole bene, dove sono apprezzato. Ora dobbiamo solo trovare la quadratura definitiva su tutto.
Chiudiamo con i playoff: lei ha affrontato nel giro di poche giornate sia la Cremonese che lo Spezia. Secondo lei, la squadra di Stroppa ha meritato?“Le ho affrontate entrambe e, avendole viste da vicino, posso dire che sono due corazzate. Dire chi ha meritato di più è difficile: lo Spezia lo avrebbe meritato tanto quanto la Cremonese. Sinceramente, erano due squadre costruite per stare ai primi posti. Forse la Cremonese ha creduto un po’ di più nella partita di ritorno, ma entrambe avrebbero meritato la promozione”.
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