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·23 aprile 2025
Desplanches e i 2003 in Slovacchia tre anni dopo le lacrime. "Cresciuto nel mito di Buffon, all'Europeo U21 con fiducia: siamo un gruppo forte"

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Senec, Slovacchia, 28 giugno 2022. La Nazionale Under 19 guidata da Carmine Nunziata esce dal campo tra le lacrime, appena sconfitta 2-1 dall'Inghilterra nella semifinale dell'Europeo. Ma siccome il calcio e la vita danno sempre una seconda possibilità, riecco un Europeo (Under 21), riecco la Slovacchia, riecco il 28 giugno, che quest'anno sarà il giorno della finale e non della semifinale. Sebastiano Desplanches, nel frattempo, di anni ne ha compiuti 22, ha girato l'Italia da nord a sud (Milano, Vicenza, ora Palermo), ha vinto il titolo di miglior portiere nel Mondiale Under 20 di due anni fa in Argentina.
Desplanches miglior portiere del Mondiale U20
E quando a Desplanches, protagonista dell'intervista rilasciata a Vivo Azzurro TV per 'Generazione Azzurra', chiedono di ricordare quell'esperienza, gli occhi brillano. "Fu un percorso straordinario - ricorda -. Eravamo un gruppo fantastico, sono state emozioni indelebili che rimarranno sempre nel mio cuore". Fu un Mondiale in cui l'Italia si formò giorno dopo giorno, con giocatori in arrivo in Argentina subito dopo aver concluso gli impegni con i rispettivi club: "Era un mese particolare, tanti campionati non erano ancora finiti. Ci davano per spacciati, nessuno credeva in noi. Poi siamo arrivati in Argentina e abbiamo sentito l'appoggio dei tifosi locali, e questo ci ha caricati: rimpianti veri non ne abbiamo, anche perché abbiamo dato il massimo. Certo, alzare la coppa sarebbe stato meglio".
Le lacrime di Desplanches all'Europeo Under 19 2022
GLI INIZI Quel gruppo che era in Slovacchia tre anni fa e, per alcuni giocatori, anche in Argentina nel 2023, ora è pronto a dare l'assalto anche all'Europeo Under 21 per completare il ciclo nelle Nazionali giovanili. "Il gruppo è unito, con il giusto equilibrio tra caratteri vivaci e giocatori più 'calmi'. Sono molto legato a Giovanni Fabbian e Cesare Casadei, ma in generale possiamo fare molto bene. Capitan Pirola, per esempio, è il difensore che vorrei sempre in campo con me: trasmette tranquillità a tutta la squadra, quando si soffre un po' di più è bravo a farci rimanere con la testa sul campo, è una fortuna averlo con noi".
Il cognome di Sebastiano non nasconde le origini (il papà è francese), ma la giovane carriera del portiere si è sviluppata tutta in Italia: "Ho iniziato a giocare nello Sparta Novara, poi sono passato all'Inter e successivamente al Milan dove sono rimasto fino alla Primavera, prima di andare a Vicenza. Dal giocare nel Milan a scendere in Serie C può sembrare un passo indietro ma in realtà non è così, perché il calcio dei grandi è un'altra cosa. Sono contento di aver fatto la gavetta e, ora, di essere a Palermo".
FAMIGLIA E BUFFON Una carriera, quella di Desplanches, scandita dai sacrifici della famiglia e dalle convocazioni in Nazionale. "Sono stato fortunato ad avere i genitori dietro di me. I traguardi che ho raggiunto li devo anche a loro, che mi portavano agli allenamenti da bimbo fin da quando ero piccolo". Il piccolo Sebastiano era un attaccante, ma il fratello maggiore lo piazzava sempre in porta: "Un giorno però mi stavo allenando a Suno, scuola calcio Inter: mi sono offerto di giocare in porta e da lì non ho più smesso. La prima convocazione in Nazionale? Fu una sorpresa, a quell'età si vive il calcio in modo più spensierato. Non era il mio obiettivo principale, ma è stata una cosa incredibile. Ogni volta che sento il mio nome legato alla Nazionale è un'emozione straordinaria perché gioco per l'Italia e rappresento un paese".Se "quello del portiere è un ruolo che richiede un allenamento diverso rispetto ai giocatori di movimento, più mentale e focalizzato a non perdere mai la concentrazione", Desplanches come tutti i portieri nati tra la fine degli anni 90 e gli anni 2000 ha come idolo Gigi Buffon: "Il più forte della storia. E sono felice di essermi allenato ai tempi del Milan con Donnarumma, che ha preso la sua eredità. Parlando di altri sportivi, invece, ammiro la mentalità di Sinner". E se un giorno la porta della Nazionale maggiore fosse di Desplanches? "Voglio volare basso. Il primo obiettivo è esordire in Serie A, poi potrò pensare alla Nazionale A". Nel frattempo c'è l'Under 21, con il pensiero fisso al 28 giugno in Slovacchia, tre anni dopo le lacrime.
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