Calcio e Finanza
·22 giugno 2025
Del Vecchio, prove di dialogo sull’eredità. Ora Delfin vale oltre 50 miliardi

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·22 giugno 2025
La storia più recente dell’impero costruito da Leonardo Del Vecchio si sintetizza in tre numeri e un nodo da sciogliere. I tre numeri sono la capitalizzazione di Borsa di EssilorLuxottica, intorno ai 110 miliardi, il valore della cassaforte Delfin, oltre i 50 miliardi e la ricchezza di ciascun esponente della famiglia, pari a 7 miliardi.
Il nodo – come ricorda Il Sole 24 Ore nella sua edizione odierna – è rappresentato dalla partita sull’eredità, ancora aperta, ma su cui si registrerebbe secondo alcune fonti una riapertura del dialogo tra le parti in causa.
Il bilancio degli ultimi tre anni del sistema Delfin-EssilorLuxottica ha registrato una ricchezza moltiplicata, complice un disegno industriale azzeccato e il valzer delle offerte di acquisto che ha coinvolto diverse partecipate finanziarie della holding. Eppure, nonostante i valori del sistema Delfin siano andati alle stelle, i guadagni diffusi alla proprietà non sono stati sufficienti a derimere le contese tra i soci.
Con il risultato finale che il fascicolo dell’eredità è ancora da sistemare una volta per tutte. Basta mettere in fila qualche numero per capire in che misura i valori del sistema Delfin si siano allargati. Tre anni fa la holding della famiglia Del Vecchio valeva 26 miliardi con la partecipazione più rilevante (il gruppo EssilorLuxottica) che capitalizzava in Borsa 64 miliardi di euro.
Vicino al pacchetto del 32% nel gigante degli occhiali, figuravano poi le quote in Mediobanca (20%), Generali (10%), UniCredit (2,7%) e Covivio (28%). Un portafoglio che complessivamente pesava allora per circa 6 miliardi di euro.
Oggi la fotografia è molto diversa, in particolare nel peso specifico delle singole partecipazioni. Sotto la gestione di Francesco Milleri la capitalizzazione di Borsa di EssilorLuxottica è passata dai 64 miliardi agli attuali 110 miliardi, soglia che ha proiettato EssilorLuxottica nei gruppi a maggiore capitalizzazione. Quasi 46 miliardi in più di ricchezza che, circoscritto al solo tesoretto lasciato agli eredi, si traduce in una rivalutazione di quel 32% del capitale della società nelle mani di Delfin pari a 35,4 miliardi di euro.
Valore che sale ancora se si sposta l’attenzione su tutte le altre partecipazioni finanziarie. I tre gruppi finanziari hanno segnato guadagni sensibili. Mediobanca garantisce al portafoglio di Delfin un apporto di 3,2 miliardi per il 20% detenuto dalla holding nella banca milanese. Arriva invece a 4,6 miliardi il contributo della partecipazione nelle Generali.
Exploit, infine, sullo storico pacchetto del 2,7% detenuto da Leonardo Del Vecchio in UniCredit: oggi vale circa 2,3 miliardi, tre anni fa non arrivava a un miliardo. Infine, la new entry è rappresentata dalla quota nel Monte Dei Paschi di Siena, pari al 9,8%, che vale 860 milioni. Il pacchetto di titoli, ricapitolando, apporta in tutto 12,5 miliardi e ha garantito lo scorso anno insieme ad Essilor Luxottica dividendi per 1,1 miliardi.
In tutto, considerando anche altri asset della holding, il valore di Delfin, si può calcolare, supera i 50 miliardi di euro. A trascinare gli indicatori del sistema Delfin ha avuto un ruolo chiave proprio la crescita esponenziale di EssilorLuxottica. Dal giugno 2022, il valore di EssilorLuxottica è raddoppiato: il titolo ha segnato un progresso di quasi il 70%, con un incremento di 47 miliardi di capitalizzazione.
Se finanza e industria proseguono quindi a passo spedito, resta invece ancora al palo la questione dell’eredità. Il confronto tra gli otto eredi – i figli dell’imprenditore, Claudio, Paola, Marisa, Leonardo Maria, Luca e Clemente e la moglie Nicoletta Zampillo insieme al primo figlio di lei, Rocco Basilico – è oramai in corso da tre anni. E nonostante le singole quote di ciascuno, il 12,5% a testa, si siano rivalutate fino a 7 miliardi, l’accordo su statuto governance e disposizioni testamentarie appare ancora lontano.
Alcune fonti riferiscono che nelle ultime settimane si sarebbe riaperto un dialogo, rimasto congelato nei mesi precedenti. E la prossima assemblea di Delfin, attesa prima della pausa estiva, potrebbe essere l’occasione per capire i nuovi equilibri.
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