🏆 Dea, impresa storica per il calcio azzurro! DDR, che lezione a Pioli... | OneFootball

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Marco Alessandri·12 aprile 2024

🏆 Dea, impresa storica per il calcio azzurro! DDR, che lezione a Pioli...

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L’Europa League ribalta i pronostici. Il giovedì sera di coppa regala alla Serie A una bellissima sorpresa, con l’Atalanta che si presenta a Liverpool e trionfa 0-3 nel tempio di Anfield, dove prima d’ora avevano vinto solo sei altre squadre italiane (ma nessuna con tre reti di scarto).

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La Dea firma una delle più belle pagine della propria storia, ma anche di quella calcio nostrano, prendendosi un vantaggio enorme in vista del ritorno. Servirà comunque attenzione, perché quando hai di fronte il Liverpool nulla è scontato. I Reds sono capaci di rimonte epiche, hanno i giocatori per farlo e sarà quindi meglio non sottovalutarli.


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Doveva essere l’avversario più temibile tra le otto qualificate ai quarti, invece Gasperini ha battuto Klopp sotto ogni punto di vista. Partita preparata benissimo e piano di gioco anche migliore, come pure il fatto di non effettuare cambi sino all’89’. “Non volevo toccare nulla, stavamo facendo benissimo” spiegherà poi Gasperini ai microfoni di Sky Sport.

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In campo i nerazzurri sono stati dei giganti, guidati da colui che finalmente sta riuscendo a incastrarsi negli schemi della Dea, Gianluca Scamacca. L’ex West Ham diventa il primo italiano a segnare due reti ad Anfield e lo fa con entrambi i piedi: destro con l’aiuto di Kelleher per il vantaggio e sinistro di prima intenzione in occasione del momentaneo 2-0.

Non bastasse, Scamacca entra anche nell’azione del 3-0 di Pasalic, completando così una prestazione da MVP che farà felice anche il Ct Spalletti, ieri a San Siro.


De Rossi, che lezione alla Scala del Calcio

Ecco, proprio dal Meazza arriva l’altro verdetto della serata: Daniele De Rossi è un signor allenatore e i risultati che sta ottenendo non sono frutto del caso o, come in molti sostenevano, dell’onda lunga dovuta all’entusiasmo per il suo arrivo (e per l’addio di Mou).

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La Roma che sbanca Milano è una squadra messa in campo alla perfezione, con un piano studiato che permette alla fascia destra giallorossa (quella che alla vigilia avrebbe dovuto soffrire di più la forza del tandem Theo-Leão) di controllare agevolmente gli attacchi avversari. De Rossi ci ha messo anche coraggio, puntando dal 1′ su uno Smalling che da settembre a ieri aveva giocato appena una gara da titolare.

Il risultato è stato una partita sontuosa del centrale inglese, che se sta bene resta il miglior interprete in rosa assieme all’uomo del momento, Mancini. Forse, allora, la differenza con Pioli ieri sera è stata proprio nel coraggio mostrato dai due tecnici.

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Se, infatti, da una parte abbiamo visto un allenatore che ha voluto provare a sorprendere il collega con la forza delle proprie idee, dall’altra Pioli non è sembrato la miglior versione di se stesso. Perché tenere fuori per 78 minuti Chukwueze, il giocatore più in forma del Milan? D’accordo, iniziare il match senza uno tra Leão e Pulisić è francamente difficile, ma il nigeriano ieri sera poteva (e doveva) entrare molto prima.

Nel poco tempo a disposizione l’ex Villarreal ha fatto vedere le cose migliori, andando anche a creare la più grande delle occasioni rossonere. La serprentina conclusa con l’assist per la traversa di Giroud è da oscar della serata, una giocata che meritava di finire in gol.


Ahi Leão…

Chiudiamo con Leão, ieri fischiatissimo all’uscita del campo. La prestazione del portoghese non si può nemmeno definire brutta, perché servirebbe aver fatto qualcosa per meritarsi di finire dietro la lavagna. Leão, invece, praticamente non viene mai inquadrato dalle telecamere: 0 tiri in porta, 0 dribbling riusciti e 11 palle perse. La Gazzetta dello Sport gli riconosce un 4,5 questa mattina, voto più basso della nottata.

Difficile non trovarsi d’accordo e questa volta, Curva Sud a parte, sembra che anche San Siro la pensi allo stesso modo. I fischi con cui Rafa è stato sommerso al momento della sostituzione sono parsi fischi di delusione, più che di rabbia. Il popolo rossonero si aspettava ben altro dal numero 10, che invece è finito per scomparire, come spesso accade quando la posta in palio si alza.

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Tra sette giorni, comunque, il Milan che si presenterà all’Olimpico sarà ben diverso, non ci sono dubbi. Lo sa Pioli, lo sa Leão e lo sa pure De Rossi, che infatti allontana ogni possibile complimento. “Job’s not finished”, avrebbe detto il milanista Kobe Bryant, scomparso nel 2020. Un motto che DDR farà proprio, almeno fino al ritorno di giovedì sera.