De Rossi, 5 cose che pochi sanno sul tecnico della Roma | OneFootball

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·2 maggio 2024

De Rossi, 5 cose che pochi sanno sul tecnico della Roma

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Questa sera la Roma sarà impegnata contro il Bayer Leverkusen, nell’andata delle semifinali di Europa League. Una serata importantissima anche per Daniele De Rossi, con il tecnico dei giallorossi pronto a disputare la sua prima grande semifinale in campo internazionale.

Che cosa rappresenti Daniele De Rossi per Roma e per la Roma è sia una cosa facile che molto difficile da spiegare. Nato nella Capitale (nel quartiere di Ostia) il 24 luglio 1983, romano e romanista, DDR è diventato nella sua carriera l’archetipo del romanismo puro, quasi se non alla pari del grande amico e compagno di tante battaglie Francesco Totti.


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De Rossi, tutt’uno per la Roma: la carriera in giallorosso, le vittorie e il legame con il club. 5 cose che non si sanno sul tecnico

Dopo i primissimi inizi da giovanissimo nell’Ostiamare (formazione laziale militante in Serie D), De Rossi comincia la sua avventura alla Roma all’età di 17 anni compiendo i primi passi all’interno delle selezioni giovanili giallorosse. Fa il suo esordio in prima squadra il 30 ottobre 2001, a 18 anni compiuti nella partita di Champions League contro l’Anderlecht. Il resto come si dice è storia. Con la maglia della Roma De Rossi diventa uno dei migliori mediani degli anni 2000, divenendo pilastro, bandiera e leggenda dei giallorossi. Vestirà la maglia per 616 volte (il secondo di sempre dopo Totti), mettendo a referto 63 gol e 60 assist e vincendo 2 Coppe Italia e 1 Supercoppa Italiana con la Roma e ovviamente il Mondiale nel 2006 con l’Italia.

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(Photo by Francesco Pecoraro, Gettyimages) calcioinpillole.com

Questi gli highlights di una carriera straordinaria che De Rossi ha scelto di legare a vita alla Roma, con una militanza ultra ventennale e durata dal 2000 al 2020, anno in cui ha scelto di lasciare i giallorossi per chiudere la carriera con gli argentini del Boca Juniors dove ha trionfato nel campionato argentino.

5 cose che non sai su DDR. Le curiosità sull’allenatore che può fare la storia della Roma

Che la sua parabola da allenatore lo riconducesse a casa era probabilmente una storia romantica ma non così facile da vedere. Dal marzo 2021 all’ottobre 2022 De Rossi ha fatto parte dello staff dell’Italia del CT Roberto Mancini e nel ruolo di collaboratore tecnico ha fatto parte delle trionfale spedizione di EURO 2020. Poi la prima esperienza alla SPAL in Serie B non è fortunata. Solo 17 partite con 3 vittorie, 6 pareggi e 8 sconfitte chiuse con un esonero nel febbraio 2023. Quasi un anno dopo poi, la chiamata della Roma che crede in lui per il dopo Mourinho. E molto sorprendentemente DDR va oltre ogni aspettativa, riportando la Roma a ridosso della qualificazione Champions in campionato e trascinandola fino alla semifinale di Europa League.

  1. Il legame tra la Roma e Daniele De Rossi, non si ferma al solo tecnico della Roma. Il papà di Daniele, Alberto De Rossi è stato per anni il tecnico della Roma Primavera, militando sulla panchina dell’Under 19 giallorossa dal luglio 2004 al 31 maggio 2022 portando in bacheca 3 Scudetti, 2 Coppe Italia e 2 Supercoppe Primavera.

2. La carriera da giocatore di De Rossi è iniziata nell’Ostiamare. Prima di formarsi come centrocampista, De Rossi giocava inizialmente come terzino per poi passare addirittura in attacco. Solo con il passaggio in Primavera, viene definitivamente spostato in mezzo al campo.

3. De Rossi ha una figlia di nome Gaia, nata nel 2005 e frutto dell’unione con l’ex moglie Tamara Pisnoli con cui si è separato nel 2009. É attualmente legato all’attrice Sarah Felberbaum, con cui ha due figli di nome Olivia Rose e Noah.

4. Il suo esordio in Serie A è datato il 25 gennaio 2003, nella gara di campionato persa 2-0 contro il Como. Il primo gol in massima serie arriva il 10 maggio 2003, nella vittoria per 3-1 contro il Torino.

5. Nel corso degli ultimi vent’anni la Roma è stata soprattutto identificata in Francesco Totti e in Daniele De Rossi. Con il secondo che è stato fin da subito designato come l’erede simbolico del numero 10, guadagnandosi la nomea di Capitan Futuro. Un rapporto quello tra Totti e DDR di amicizia fraterna e che è andato oltre quello di normali compagni di squadra (alla Roma come in Nazionale).

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