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·30 luglio 2022

De Ketelaere: lo sconosciuto che conoscono tutti

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Ma tu sai come si pronuncia?” “Bella domanda”. I primi osservatori che lo hanno guardato, se lo sono chiesti parecchio. Serviva rispondere subito, perché dall'oggi al domani Charles De Ketelaere è diventato conosciuto. Tanto conosciuto. Eppure di lui non si sa praticamente nulla. Partiamo da quello che dicono le statistiche: trequartista, ama partire largo a sinistra per accentrarsi, forte nell'inserimento. 20 anni, quella faccia pulita di un adolescente catapultato nel mondo degli adulti: niente barba, taglio di capelli assolutamente regolare. Gioca(va) nel Brugge. Da quest'anno giocherà al Milan, dopo una trattativa lunga quasi un'estate. Ma non è che entri in campo ogni tanto: è titolare fisso, ha segnato la sua prima rete tra i più grandi in Jupiler tre stagioni fa contro il Genk quando già aveva avuto diverse occasioni. Due anni fa si è ripetuto contro lo Zulte (la quinta del 6-0 finale) e ha giocato 14 delle 15 partite del campionato. E poi è arrivata la Champions.

Il primo gol

Pensate cosa voglia significare per uno della sua età, giocare con e contro i più forti. La risposta migliore? Fare come se non fosse nulla di particolare. Era il 20 ottobre 2020: contro lo Zenit, al 90', la risolve proprio lui. Inserimento in area e gol. Tre punti all'esordio stagionale. I russi diventano la sua vittima preferita: segna anche al ritorno, e arriva a giocare contro la Lazio, senza però riuscire a superare gli ottavi. Poi con il Psg, ha giocato una grande partita. Grandissima, a dirla tutta.


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Semplicità fiamminga

Non è facile entrare nel mondo di De Ketelaere. I suoi lineamenti nordici tradiscono quelle dure caratteristiche fiamminghe che non lo abbandoneranno mai. In primis, la riservatezza. Vive tra campo e casa sua, che fino a pochi mesi fa era quella dei suoi genitori. Nessuna storia strappalacrime, solo tanta abnegazione: addirittura da litigare con la mamma perché non era abbastanza critica durante l'analisi delle sue prime partite. “D'ora in avanti me le riguardo da solo”, le ha detto una volta, perché non vuole lasciare nulla al caso. A proposito: ogni tentativo di parlare con la famiglia è andato a vuoto. Protezione totale nei confronti del figlio, nessuna sovra esposizione. Abnegazione, si diceva, accompagnata da tanta passione per quei colori nerazzurri che lo hanno sempre accompagnato. Anche sui social.

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Posta poco, lo fa solo quando c'è qualcosa di veramente importante da ricordare. La prima foto su Instagram? Il suo cane, con una sciarpetta del club. Poi, qualche trofeo alzato nelle categorie giovanili, fino alle primissime partite. Della sua vita privata, tende a non raccontare quasi niente: solo una foto con la fidanzata, che ha conosciuto ai tempi della scuola superiore. Pure sulla lingua resta legato alle tradizioni: poco francese, molto flemish, la lingua delle Fiandre. Che per adesso rappresentano tutto il suo mondo. La sua è la storia di un ragazzo normale, ma con doti eccezionali. Non ha fretta di cambiare, vuole farlo quando sarà il momento giusto. Un modo per proteggersi da tutte le attenzioni che gli stanno arrivando.

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Adesso i tifosi lo conoscono bene. E dall'estero sanno anche come pronunciare il suo nome. Merito di Clement, il suo allenatore, che ci ha puntato tantissimo. Merito del giocatore, che ha lavorato molto per raggiungere dei livelli che, adesso, iniziano anche a stargli stretti.

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