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Marco Alessandri·19 dicembre 2022
De Bruyne, Müller e... Lautaro 😱 I 5 flop che non vi sareste aspettati

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Marco Alessandri·19 dicembre 2022
Messi, Mbappe e Luka Modric. Come ogni Mondiale che si rispetti, quello in Qatar ha avuto i suoi protagonisti.
Tanta era l’attesa sui tre fenomeni, i quali, a differenza di qualche collega, non hanno steccato. Argentina-Francia è la finale che ci si poteva aspettare già dagli ottavi, quando ormai il tabellone era stato definito.
Per essere arrivate fino in fondo, però, le due finaliste devono anche ringraziare i passaggi a vuoto delle rivali, dal Belgio al Brasile, squadre in cui più di una stella ha tradito.
Non è decisamente stato il Mondiale del fantasista del Manchester City, in quella che era l’ultima chance per la generazione d’orata.
È vero, Lukaku sbaglia ogni cosa nel match decisivo contro la Croazia. Ma se il Belgio è arrivato a giocarsi tutto all’ultimo minuto, qualche colpa deve esserci stata.
De Bruyne è il faro di questa squadra, l’uomo di maggior talento e, dunque, anche con più responsabilità.
Forse, tornando indietro, si risparmierebbe pure quelle dichiarazioni che tanto hanno scosso lo spogliatoio dei Diavoli Rossi.
Sull’Uruguay in tanti ci avrebbero puntato come possibile sorpresa del torneo. Invece la celeste esce già al primo turno, in un girone non certo proibitivo.
Ci si aspettava di più da molti, Valverde in primis, ma forse ad aver deluso maggiormente è stato Darwin Nuñez, l’uomo che dovrebbe prendere l’eredità di Cavani e Suarez.
Tre partite giocate, zero gol e l’impressione di essere ben lontano dai livelli dei suoi compagni di reparto. A Klopp, ora, il compito di recuperare un giocatore in difficoltà.
Si può deludere arrivando comunque in finale? Sì, se dopo due partite da corpo estraneo perdi il posto.
Scaloni aveva in mente un attacco in cui Messi e Lautaro sarebbero stati gli intoccabili.
Invece, le due pessime prestazioni del Toro nelle prime uscite hanno portato il Ct a lanciare Julian Alvarez, con i risultati che conosciamo.
In realtà, l’attaccante dell’Inter ha avuto le sue occasioni anche dopo, sprecandole una dopo l’altra.
Il rigore decisivo segnato con l’Olanda è stato l’unico vero acuto di un Mondiale che lo stesso “Toro” ha definito deludente in termini di rendimento personale. Non va comunque dimenticato che sul terzo gol della finale dell’Argentina, segnato poi da Messi, c’è anche il suo zampino. Un piccolo riscatto.
La Germania imita l’Italia e, dopo aver trionfato nel 2014, esce ai gironi per due edizioni di fila. Rispetto agli azzurri, però, non si può dire che ai tedeschi manchi il talento.
Il ricambio generazione c’è stato e continuerà ad esserci, con buona pace anche di Thomas Muller. Il 33enne del Bayern, 5 reti in Brasile 2014, in Qatar non è riuscito a lasciare il segno.
Zero gol e zero assist in tre partite e l’impressione che nella Germania del futuro non ci possa più essere spazio per lui.
Era uno dei più attesi, colui sul quale Luis Enrique ha costruito la sua Spagna. Dopo un buon avvio con l’ottima prestazione nel 7-0 al Costa Rica, Pedri si è perso e con lui tutta la Roja.
Colpa del fato, della stanchezza o di un tiqui-taka che mancava di imprevedibilità, le Furie Rosse sono tornate a casa ridimensionate. E forse anche Pedri.
Che sia forte non c’è dubbio. Servirà lavorare su un carattere che non lo fa ancora emergere quando le cose si fanno dure.