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·11 agosto 2025
De Bruyne, McTominay e Anguissa insieme? Conte ci lavora

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·11 agosto 2025
Il Napoli è stata una delle squadre più attive sul mercato. A breve dovrebbero chiudersi due operazioni: l’arrivo di Gutiérrez dal Girona e la partenza di Raspadori verso l’Atletico.
Fin qui Conte, anche per necessità (McTominay ha avuto qualche problema fisico e si è allenato meno del gruppo), ha schierato in amichevole il 4-3-3 dello scorso anno, ma sta lavorando ad alcune varianti per inserire insieme McTominay, Anguissa e De Bruyne.
Le nostre hot takes su questo ‘nuovo’ Napoli.
Nella squadra lunga e attrezzata che Conte sta costruendo, i terzini e le mezzali avranno un impatto offensivo dirompente, ancor più evidente rispetto a quello degli esterni d’attacco. Le ali offensive come Lang, Neres e Politano – per quanto visto finora – sembrano avere il compito principale di sfruttare l’ampiezza, puntare l’uomo e creare superiorità. La loro funzione? Favorire il vero lavoro di invasione degli spazi, affidato a terzini e mezzali straordinariamente a loro agio nella trequarti avversaria: Gutierrez (5 gol e 15 assist nelle ultime 3 stagioni a Girona), Di Lorenzo, De Bruyne, McTominay e il “nuovo” Anguissa saranno incaricati di portare un cospicuo bottino in termini di gol e assist, in un continuo gioco posizionale di attacco degli spazi.
Troppa qualità per lasciarne fuori uno: vedremo spesso un Napoli schierato con tutti e quattro i suoi centrocampisti contemporaneamente (qui sul campetto). È una soluzione ancora in fase embrionale, ma a cui Conte sta lavorando, forse anche in ottica Champions: Di Lorenzo con compiti di costruzione salirà spesso dentro al campo, l’altro terzino, Gutierrez, avrà molta licenza di spingere e garantire ampiezza; a Politano l’incarico di giocare largo e dare equilibrio, con la soluzione più offensiva di Neres da quel lato. Il tutto, per esaltare al massimo le qualità di un quadrilatero di centrocampo dalle clamorose potenzialità: la rifinitura di Kevin De Bruyne che orbiterà intorno a Lukaku, gli inserimenti di McTominay e Zambo e il lavoro di pulitura e regia di Lobo, tutti insieme.
Il modo di attaccare del Napoli cambia a seconda della presenza dell’uno o dell’altro. Con Lucca, che rimane più avanzato ed attacca spesso la breve profondità, si cerca di più la palla diretta. Lukaku, invece, ha più compiti di regista offensivo: viene spesso incontro a dare l’appoggio, favorendo gli inserimenti dei giocatori che orbitano intorno a lui. Un gioco spalle alla porta in cui è maestro – e in cui Conte sta cercando di sgrezzare anche Lucca – e che l’anno scorso gli ha permesso di raggiungere una doppia doppia da 14 gol e 10 assist. Non ci meraviglieremmo se a fine stagione il delta tra le reti di Lukaku e quelle di Lucca – che assolve maggiormente la funzione del finalizzatore, molto spesso cercato con palloni alti – non dovesse essere poi così elevato.