De Biasi e il rimpianto all’Inter: «Mazzola scriveva di notte. La vera delusione fu non esordire in Serie A» | OneFootball

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·2 agosto 2025

De Biasi e il rimpianto all’Inter: «Mazzola scriveva di notte. La vera delusione fu non esordire in Serie A»

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De Biasi racconta la sua esperienza all’Inter: «Condividevo la stanza con Mazzola. Il sogno del debutto sfumò all’ultimo istante»

Un ricordo dolceamaro, fatto di emozione, rispetto e una punta di rimpianto. Gianni De Biasi, ex centrocampista e in seguito allenatore con un lungo percorso tra club e Nazionale, ha raccontato a La Gazzetta dello Sport un episodio emblematico vissuto nella stagione 1975-76, durante la sua esperienza con l’Inter.

«Stagione 1975-76, sono un centrocampista di belle speranze e mi mettono in camera con Sandro Mazzola, un mito», ricorda De Biasi. Un’opportunità unica, ma non del tutto semplice: «Mazzola tiene accesa la luce fino a notte inoltrata perché deve scrivere la sua autobiografia. “Gianni, ti dà fastidio la lampada?” E io: “Ma no, ci mancherebbe”». Ma la verità era un’altra: «Invece sì, mi disturbava parecchio il sonno».


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Un aneddoto umano, di convivenza tra generazioni calcistiche diverse, ma che introduce un ricordo più doloroso per De Biasi: quello del mancato esordio in Serie A. Il momento sembrava vicino, durante una trasferta a Perugia: «Sto per entrare, poi si fa male qualcuno e il mister, Chiappella, cambia la scelta». Un’occasione sfumata, che avrebbe potuto cambiare il corso della sua carriera da calciatore nel massimo campionato italiano.

Quella stagione, vissuta all’ombra dei grandi, segnò comunque De Biasi profondamente. Il centrocampista non riuscì a debuttare in maglia nerazzurra, ma da quell’esperienza avrebbe poi tratto insegnamenti che lo accompagnarono nel suo lungo percorso in panchina, culminato anche con la guida della Nazionale dell’Albania.

Un racconto sincero, che svela quanto il calcio sia fatto non solo di partite giocate, ma anche di attese, sogni interrotti e piccoli grandi momenti condivisi con i campioni. Anche se solo a luce accesa.

PAROLE – «Stagione 1975-76, sono un centrocampista di belle speranze e mi mettono in camera con Sandro Mazzola, un mito. Mazzola tiene accesa la luce fino a notte inoltrata perché deve scrivere la sua autobiografia. “Gianni, ti dà fastidio la lampada?”. E io: “Ma no, ci mancherebbe”. Invece sì, mi disturbava parecchio il sonno. L’amarezza vera però è un’altra, è il mancato debutto in Serie A. A Perugia sto per entrare, poi si fa male qualcuno e il mister, Chiappella, cambia la scelta».

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